Mercoledì 12 Novembre 2014 alle ore 09:33
349ª Seduta pubblica
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349ª Seduta pubblica
Mercoledì 12 novembre 2014 alle ore 09:33
In apertura di seduta l'Assemblea ha osservato un minuto di silenzio e raccoglimento per le due vittime del nubifragio che ha colpito l'entroterra di Chiavari.
L'Assemblea ha approvato il ddl n. 1344, d'iniziativa del sen. Palma, recante divieto di concessione dei benefici ai condannati per il delitto di cui all'articolo 416-ter del codice penale. Il testo passa alla Camera.
Il relatore, sen. Lumia (PD), ha illustrato il contenuto del ddl, nel testo proposto dalla Commissione, che propone di estendere il divieto di concessione dei benefici penitenziari anche ai condannati per lo scambio elettorale politico mafioso. Il mancato inserimento del delitto di cui all'articolo 416-ter del codice penale nell'articolo 4-bis della legge n. 354 del 1975 suscita infatti problemi di ordine sistematico e di politica criminale. La Commissione ha introdotto l'articolo 2 che, modificando l'articolo 51 del codice di procedura penale, attribuisce alle procure distrettuali antimafia la competenza sul reato di scambio elettorale politico mafioso.
Nella discussione generale sono intervenuti i sen. Cappelletti, Daniela Donno (M5S), Erika Stefani (LN), Falanga (FI-PdL).
Secondo Movimento 5 Stelle e Lega Nord occorrerebbe ampliare l'ambito di applicazione del reato e inasprire le sanzioni: nel passaggio alla Camera, è stato invece depotenziato il testo del ddl volto a ridefinire la fattispecie del reato. I condannati per scambio elettorale politico mafioso saranno dunque pochissimi. Al contrario, secondo Forza Italia, il testo colma una lacuna sistematica ed è equilibrato.
In replica, il Sottosegretario di Stato per la giustizia Ferri ha rilevato che l'emendamento 1.0.100, a prima firma del sen. Giarrusso (M5S), segna un arretramento rispetto alla disciplina vigente perché non punisce la promessa di voti.
La Presidenza ha dichiarato improponibili, per estraneità di materia, tutti gli emendamenti aggiuntivi, volti a ridefinire il reato di scambio elettorale politico mafioso.
Nelle dichiarazioni di voto finali sono intervenuti i sen. Barani (GAL), Erika Stefani (LN), De Cristofaro (SEL), Giovanardi (NCD), Giarrusso (M5S), Caliendo (FI-PdL), Capacchione (PD). In dissenso dal Gruppo, il sen. Manconi (PD) ha annunciato l'astensione, ritenendo che la norma abbia valenza puramente declamatoria.
L'Assemblea ha poi avviato la discussione di mozioni sul futuro dello stabilimento Acciai Speciali Terni-AST.
Il sen. Gianluca Rossi (PD), illustrando la mozione n. 300, ha ricordato che il polo siderurgico di Terni impiega circa 2.900 addetti e ha un fatturato di 2,5 miliardi. La mozione impegna il Governo: ad adottare iniziative per promuovere la realizzazione di un piano industriale da parte della multinazionale tedesca che preveda il mantenimento della capacità produttiva integrata, investimenti per rafforzare i volumi produttivi, la revisione del posizionamento di AST dal punto di vista commerciale, la salvaguardia dell'occupazione; a promuovere iniziative in sede europea per richiamare il valore strategico che AST Terni ricopre per l'economia nazionale; a richiamare ThyssenKrupp la rispetto degli impegni su investimenti, competitività e concorrenza; ad attivare interventi di sostegno alla reindustrializzazione dell'area ternana; a valutare l'opportunità, in caso di vendita,di coinvolgere Cassa depositi e prestiti.
Il sen. Lucidi (M5S), illustrando la mozione n. 327, ha richiamato le problematiche ambientali, a lungo taciute, del sito industriale. Il testo impegna il Governo a mantenere aperto un tavolo istituzionale per ripensare le politiche industriali del settore siderurgico; a dichiarare lo stabilimento di AST Terni stabilimento di interesse strategico nazionale; a promuovere una mediazione tra azienda e sindacati per il mantenimento dei livelli occupazionali, l'integrazione dei livelli di sicurezza, altre forme di sostegno alla mobilità; a valutare l'opportunità di un commissariamento dell'azienda; a introdurre nella legislazione italiana l'obbligo di criteri di valutazione per stimare rischi ambientali e attività di bonifica e l'obbligo di stipula di assicurazione per danni ambientali e sanitari da parte delle aziende; a utilizzare gli strumenti del fondo strategico italiano e del programma europeo Horizon; a preservare i livelli tecnologici degli impianti; ad operare per un rilancio a livello commerciale.
Il sen. De Cristofaro (SEL), nell'illustrare la mozione n. 338, ha sottolineato che la crisi aziendale del sito ternano svela il carattere mistificante della contrapposizione, agitata dal Governo, tra lavoratori precari e lavoratori garantiti. Ha giudicato l'intervento dell'Esecutivo insufficiente e troppo sbilanciato sugli interessi dell'azienda. La mozione impegna il Governo a promuovere in sede europea iniziative per porre un punto fermo e di rilancio del settore siderurgico attraverso un piano europeo per l'acciaio; a richiedere alla Commissione europea di censurare il comportamento della ThyssenKrupp rispetto agli impegni di investimento; ad assumere iniziative per definire accordi basati su un solido piano industriale, che garantisca l'integrità del sito ternano in tutte le articolazioni produttive e la sua strategicità nel mercato mondiale.
Il sen. Consiglio (LN) ha illustrato la mozione n. 339 che impegna il Governo ad arrivare alla definizione di un nuovo piano industriale nella concertazione in corso; a valutare l'adozione di modalità contrattuali alternative, quali i contratti di solidarietà; ad intervenire sul fronte dell'approvvigionamento per gli esuberi energetico; ad esigere che l'Unione europea tuteli il valore strategico nazionale di AST per l'economia italiana; a rilanciare l'industria siderurgica italiana; a scoraggiare fenomeni di delocalizzazione industriale.
La sen. Pelino (FI-PdL), nell'illustrare la mozione n. 341, ha sottolineato che la complessa vertenza del sito di Terni è l'esito di un pasticcio europeo. La mozione impegna quindi il Governo ad adottare un'azione più incisiva per rimuovere le posizioni oltranziste dell'azienda e scongiurare licenziamenti; ad instradare un contraddittorio tra i vertici della ThyssenKrupp ed il management di AST per salvaguardare le produzioni; a verificare in sede europea per quali ragioni sia stato accusato di abuso di posizione dominante il gruppo finlandese Outokumpu che si era prodigato per investire in Italia; a sollecitare la ThyssenKrupp a realizzare gli impegni richiesti dalla Commissione UE; a scongiurare la possibilità di nuovi scontri di piazza tra le forze dell'ordine e i lavoratori.
Nella discussione sono intervenuti i sen. De Pin (Misto), Gotor (PD), D'Anna (GAL), Candiani (LN), Barozzino (SEL), Cioffi (M5S), Bertacco (FI-PdL).