341ª Seduta pubblica
Mercoledì 29 ottobre 2014 alle ore 09:31
L'Assemblea ha approvato, con modifiche, il ddl n. 1119, recante "modifiche alla legge 8 febbraio 1948 n. 47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione, diffamazione a mezzo stampa o altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante". Il testo torna alla Camera.
Nella seduta pomeridiana di ieri hanno avuto luogo le repliche, sono stati approvati gli articoli e sono iniziate le dichiarazioni di voto finali.
L'articolo 1 estende l'ambito di applicazione della legge sulla stampa sia alle testate giornalistiche on-line sia a quelle radiotelevisive; modifica la disciplina della rettifica; ridefinisce le sanzioni relative alla diffamazione a mezzo stampa eliminando la pena della reclusione. L'articolo 2 disciplina la responsabilità del direttore del quotidiano o di altro mezzo di diffusione, se il delitto è conseguente alla violazione dei doveri di vigilanza sul contenuto della pubblicazione. Elimina inoltre la pena della reclusione per l'ingiuria, prevedendo la sanzione della multa fino ad un massimo di 5.000 euro. L'articolo 3, introdotto dalla Commissione, reca ulteriori misure a tutela del soggetto diffamato, prevedendo l'eliminazione da siti internet e motori di ricerca di contenuti diffamatori o dati personali trattati in violazione di legge. L'articolo 4 introduce una sanzione in caso di lite temeraria. L'articolo 5 estende la disciplina del segreto professionale anche ai giornalisti pubblicisti iscritti all'albo.
Il sen. De Cristofaro (SEL) ha annunciato voto contrario. Secondo SEL il provvedimento non è sufficientemente ponderato, introducendo una sorta di presunzione di colpevolezza a carico dei giornalisti. La pena pecuniaria per diffamazione è troppo elevata e non commisurata alle disponibilità economiche del giornalista. Le norme sulla rettifica sono eccessivamente rigide e hanno una valenza censoria per le testate on-line.
In sede di dichiarazione di voto finale hanno annunciato voto favorevole i sen. Erika Stefani (LN), Buemi (Aut-PSI), Giovanardi (NCD); Buccarella (M5S), Rosaria Capacchione (PD): l'impianto del ddl è ragionevole e contempera la libertà di stampa con il diritto all'onorabilità. Il sen. Caliendo (FI-PdL) ha annunciato l'astensione, evidenziando profili critici rispetto alla tutela dell'onorabilità.
L'Assemblea è passata quindi alla discussione congiunta di relazioni della Commissione d'inchiesta sulle mafie riguardanti tre temi: semestre di presidenza italiana e lotta alla criminalità mafiosa su base europea; formazione delle liste delle candidature per le elezioni; protezione dei testimoni di giustizia.
Il relatore, sen. Mirabelli (PD), nel riferire sui contenuti dei documenti, ha rilevato che l'Italia ha una normativa anti-mafia efficace, da estendere in sede europea, ma deve acquisire disposizioni più avanzate sull'autoriciclaggio. Tra le iniziative a livello comunitario ha ricordato l'istituzione di un pubblico ministero europeo, le squadre investigative comuni, l'attuazione della direttiva sulla confisca dei beni. Ha evidenziato inoltre la necessità di politiche di contrasto della criminalità mafiosa che tende a infiltrarsi nei finanziamenti europei all'agricoltura. Ha auspicato infine una modifica normativa per incentivare le testimonianze contro le mafie e l'adozione da parte dei partiti di un codice di autoregolamentazione più stringente rispetto alla selezione dei candidati alle elezioni.
Nella discussione sono intervenuti i sen. Donatella Albano, Lucrezia Ricchiuti, Venera Padua, Vaccari (PD); Molinari, Elisa Bulgarelli, Cioffi (M5S); Bruno (FI-PdL); Giovanardi (NCD); D'Anna (GAL); Consiglio (LN).
Il sen. Mineo (PD) ha contestato il concetto di infiltrazione mafiosa, argomentando che il fenomeno non è esterno ma interno alla società e alle istituzioni. Ha poi segnalato due questioni: il monopolio mafioso in alcuni settori produttivi, agevolato dalle gare al massimo ribasso degli appalti e dall'indebolimento dei controlli; il ruolo di intermediazione con il sistema politico affidato a mafiosi non appartenenti all'associazione che possono essere perseguiti soltanto per corruzione. Ha auspicato infine una revisione dei termini di prescrizione e una politica industriale volta a creare sviluppo nel Mezzogiorno. Il sen. Bruno (FI-PdL) ha annunciato che, a seguito dell'intesa raggiunta, il Gruppo parteciperà alle sedute della Commissione antimafia. Nell'annunciare voto favorevole ai documenti n. 1 e n. 3, ha chiesto un rinvio in Commissione della relazione n. 2. Il sen. D'Anna (GAL) ha criticato la gestione dei pentiti e ha sollecitato una migliore definizione del reato di concorso esterno. La sen. Bulgarelli (M5S), nel porre l'accento sui legami tra mafia e politica, ha parlato di Stato in affitto alla mafia. Il sen. Consiglio (LN) si è soffermato sugli appalti legati a Expo 2015.