326ª Seduta pubblica
Mercoledì 8 ottobre 2014 alle ore 09:32
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 1428 (jobs act) e connessi, recante deleghe in materia di lavoro.
L'articolo 1 conferisce una delega al Governo in materia di ammortizzatori sociali. L'articolo 2 contiene una delega in materia di servizi per il lavoro e politiche attive. L'articolo 3 delega il Governo a semplificare le procedure e gli adempimenti. L'articolo 4 contiene una delega per riordinare la disciplina dei rapporti di lavoro, delle forme contrattuali e dell'attività ispettiva. L'articolo 5 prevede una delega per tutelare esigenze di cura, di vita e di lavoro.
La discussione generale è proseguita con gli interventi dei sen. Volpi, Patrizia Bisinella, Tosato, Arrigoni, Erika Stefani (LN); Laura Bignami (Misto); Lepri, Camilla Fabbri, Annamaria Parente (PD); Serenella Fucksia, Giarrusso (M5S); Cervellini (SEL); Pagano (NCD).
Le opposizioni (LN, M5S, Misto e SEL), con diversi accenti, hanno rilevato il carattere surreale della discussione, in assenza dell'emendamento su cui il Governo si appresta a porre la fiducia. Hanno inoltre evidenziato che la lotta alla disoccupazione richiede una politica industriale, non la revisione dello Statuto dei lavoratori. Le difficoltà delle imprese dipendono dalle politiche di austerità della troika, da un sistema bancario che stritola i Paesi deboli, dall'eccessiva pressione fiscale. Gli investimenti non sono ostacolati dalle tutele dei lavoratori ma dall'assenza di prospettive di crescita, dalla corruzione, dalle inefficienze dello Stato. Le politiche del Governo vanno dunque nella direzione di svendere, non di rilanciare il Paese. Anziché accettare i ricatti di un leader autocratico, che sta utilizzando l'articolo 18 per una resa dei conti interna, i senatori del PD dovrebbero rifiutare una delega in bianco, che taglia le tutele senza prevede investimenti.
Secondo la maggioranza si tratta invece di una riforma epocale che supera una concezione del lavoro come proprietà e semplifica norme stratificate e tipologie contrattuali. Lo Statuto dei lavoratori prevede tutele legate al modello fordista: occorre passare da una concezione conflittuale e difensiva del lavoro ad una concezione armonica e aperta alle sfide.
In replica il relatore, sen. Sacconi (NCD), ha invitato Forza Italia ad un atteggiamento costruttivo e ha auspicato uno stanziamento nella legge di stabilità per universalizzare gli ammortizzatori sociali. Ha rilevato inoltre che, per favorire il contratto a tempo determinato, occorre abbattere oneri diretti e indiretti, rivedere la materia dei licenziamenti, semplificare le tipologie contrattuali. Ha sollecitato infine il rafforzamento della contrattazione aziendale e la maggiore diffusione dei voucher.
Il Ministro del lavoro Poletti ha riconosciuto alla Commissione di avere migliorato il testo originario con riferimento alla solidarietà espansiva. Ha poi ricordato gli obiettivi fondamentali della delega: rendere certe le norme; semplificare procedure, contratti, controlli; estendere i diritti con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti; estendere gli ammortizzatori sociali; promuovere le politiche attive. L'articolo 18, argomento rilevante ma non decisivo, ha offuscato contenuti più importanti. La difficile situazione economica italiana dipende dalla perdita di produttività e competitività. Stare fermi in un mondo che corre produce esiti disastrosi; occorre un cambiamento radicale, che tocchi anche nodi culturali: l'impresa non va concepita come luogo dello sfruttamento del lavoro ma come infrastruttura sociale essenziale per la collaborazione dei fattori produttivi; il lavoro non è conflitto e contratto, bensì conoscenza. La crescita non si produce certo per decreto, ma dipende da un contesto che favorisca gli investimenti delle aziende.
L'intervento del Ministro è stato interrotto da commenti e proteste dei senatori di M5S e il Capogruppo sen. Petrocelli (M5S) è stato espulso dall'Aula.