318ª Seduta pubblica
Giovedì 25 settembre 2014 alle ore 09:33
In apertura di seduta la sen. De Petris (SEL) ha nuovamente sottoposto alla Presidenza la questione, sollevata ieri, della regolarità, in sede referente, della procedura di votazione degli emendamenti al ddl in materia di lavoro, precisando che molti emendamenti non votati non erano stati ritirati. La Presidenza ha annunciato che la questione sarà approfondita.
Dopo l'approvazione del parere espresso dalla 1a Commissione sui presupposti costituzionali di necessità e di urgenza, contro il quale si sono pronunciati i sen. Endrizzi (M5S) e Loredana De Petris (SEL), l'Assemblea ha avviato l'esame del ddl. n. 1613 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 1° agosto 2014, n. 109, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero, già approvato dalla Camera dei deputati.
Il relatore sulle disposizioni di competenza degli affari esteri, sen. Lucherini (PD), ha ricordato che il ddl proroga di un solo semestre (fino al 31 dicembre 2014) la partecipazione italiana alle missioni internazionali. Il provvedimento cade in un momento segnato da gravissime crisi internazionali: quanto alla proclamazione di un califfato tra Siria e Iraq, è necessario inserire in una cornice internazionale l'importante contributo di Paesi musulmani nella lotta contro l'Isis. Il relatore si è poi soffermato sulla crisi umanitaria della Siria, che sta destabilizzando la Giordania e il Libano, ha salutato positivamente la conferma dell'Italia alla guida della missione Unifil in Libano, ha confermato il sostegno al nuovo governo afgano, ha auspicato un processo di conciliazione per la Libia.
Il relatore sulle disposizioni di competenza della difesa, sen. Vattuone (PD), ha sottolineato la necessità di riformare lo strumento militare all'interno di un nuovo scenario multipolare segnato da elevata conflittualità e dalla perdita dei tradizionali punti di riferimento. Ha poi affermato che il compito dell'Italia è rilanciare la Nato e contribuire, in ambito UE, alla ricostruzione delle relazioni internazionali. I primi tre articoli del provvedimento riguardano missioni in Europa, Asia e Africa, tre continenti che sono attraversati da una crisi sistemica. All'articolo 3, una modifica introdotta dalla Camera dei deputati, subordina la partecipazione dell'Italia alle operazioni di contrasto della pirateria agli sviluppi della vicenda dei due fucilieri di marina trattenuti in India. Il comma 4-bis introdotto dalla Camera dei deputati autorizza una spesa di quasi 2 milioni di euro per il trasporto di aiuti umanitari a favore della popolazione civile irachena. I commi 5-bis e 5-ter, introdotti con un emendamento del Governo, prevedono la possibilità per i cittadini afgani che abbiano effettuato prestazioni a favore del contingente militare italiano, e che siano esposti a gravi rischi personali, di essere trasferiti nel territorio nazionale unitamente ai familiari. L'articolo 8 autorizza la spesa di 34,8 milioni euro per il sostegno ad iniziative di cooperazione finalizzate al miglioramento delle condizioni di vita dei rifugiati di diversi paesi. L'articolo 10 contiene una norma sullo svolgimento delle elezioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero (COMITES), sulla quale il Senato si è espresso criticamente.
Nella discussione generale hanno preso la parola i sen. Micheloni (PD) Maran (SC), Di Biagio (PI), Cotti (M5S), Divina (LN), De Cristofaro (SEL), Mazzoni (FI-PdL), Pegorer (PD).
Movimento 5 Stelle ha rilevato che le decapitazioni dei combattenti per l'Isis sono un pretesto per sparpagliare forze armate a tutela di precisi interessi strategici. Ha criticato la fornitura di armi, che contrasta con l'articolo 11 della Costituzione, e la nuova missione che si profila in Afghanistan a tutela del blocco di potere che controlla il commercio di armi. Ha invitato infine il Governo a concentrare le risorse sugli interventi umanitari, denunciando il fallimento di Mare nostrum. La Lega Nord ha criticato la frammentazione degli interventi che dovrebbero concentrarsi nelle aree di maggior interesse strategico. Ha lamentato la scarsa attenzione alla Libia, che è cruciale per il controllo dei flussi migratori. Ha criticato la fornitura di armi e ha espresso perplessità sull'addestramento di forze di sicurezza palestinesi. Secondo SEL l'eterogeneità del decreto, che accorpa missioni di diversa natura e non distingue interventi militari e di cooperazione allo sviluppo, impedisce un bilancio rigoroso dei singoli impegni. Il Gruppo ha auspicato un dibattuto più ampio sulla Libia e ha chiesto una presa di posizione più netta del Governo italiano sulla Palestina. Ha sollecitato infine una riflessione sul suolo politico dell'Italia, che dovrebbe contribuire al dialogo e alla pace con maggiore autonomia, anziché limitarsi ad eseguire le decisioni della Nato. Il Gruppo Misto ha chiesto al Governo di ritirare il contingente in Afghanistan, considerato che la missione scadrà il prossimo 31 dicembre. Alla luce della ridotta capacità di spesa, secondo Forza Italia è necessario privilegiare gli scenari di interesse strategico per il Paese, diminuendo l'impegno in Kosovo e in Libano. Il Gruppo ha espresso apprezzamento per le modifiche della Camera, che consentono una riflessione sulla rispondenza delle missioni agli obiettivi strategici, contemplano la sospensione dell'intervento in Libia, divenuta un porto franco di trafficanti di armi, e impegnano a risolvere la questione dei marò. Il rischio di guerra tra Siria e Iraq mostra la scarsa lungimiranza dell'Occidente che ha armato l'integralismo sunnita contro Assad. Nel semestre di presidenza europea l'Italia deve impegnarsi a recuperare il rapporto con la Russia, che ha un ruolo fondamentale nella lotta all'integralismo islamico. Il decreto - ha rilevato il PD- conferma un'impostazione che ha destinato il 75 per cento delle risorse alle missioni nei Balcani, in Libano, in Afghanistan. Le novità dello scenario internazionale e le nuove minacce richiedono però un aggiornamento del modello di difesa, un diverso impegno politico per la costruzione di relazioni atte a garantire stabilità, una legge quadro che consenta una valutazione più approfondita degli interventi. SC ha sottolineato la complessità dello scenario internazionale, che richiede un impegno crescente. Considerata la ristrettezza dei tempi, PI ha espresso rammarico per l'impossibilità di apportare contributi significativi e ha manifestato contrarietà all'articolo 10 sui Comites, che è estraneo al tema del decreto. A fronte della valutazione realistica delle condizioni del Paese e del crescente disagio sociale, GAL ha invitato il Governo a rinunciare agli impegni militari.
Il Sottosegretario di Stato alla difesa Rossi ha confermato l'impegno del Governo a varare una legge quadro per le missioni internazionali. Ha sottolineato l'impegno italiano per rafforzare la difesa europea e ha precisato che la missione in Afghanistan sarà sottoposta alla valutazione del Parlamento.
Tutti gli emendamenti sono stati respinti.
Il sen. Divina (LN), alla luce dell'accoglimento di tutti gli ordini del giorno presentati dal suo Gruppo, ha annunciato l'astensione. La sen. Petraglia (SEL) e il sen. Marton (M5S) hanno annunciato voto contrario.
Hanno dichiarato voto favorevole al provvedimento i sen. Maran (SC), Di Biagio (PI), Compagna (NCD).
Il seguito delle dichiarazioni di voto è rinviato alla prossima settimana.