298ª Seduta pubblica
Sabato 2 agosto 2014 alle ore 09:32
Con 162 voti favorevoli e 39 contrari l'Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando in via definitiva, nel testo licenziato dalla Camera, il decreto in materia carceraria (ddl n. 1579, di conversione del decreto-legge n. 92 del 2014, recante disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti, nonché di modifiche al codice di procedura penale e alle disposizioni di attuazione e all'ordinamento penitenziario).
L'articolo 1 stabilisce che, quando ricorrano condizioni di detenzione tali da violare l'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo, il magistrato di sorveglianza dispone, a titolo di risarcimento del danno, una riduzione di pena detentiva. L'articolo 4 disciplina le modifiche alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale. L'articolo 5 amplia la latitudine applicativa dei benefici concernenti le modalità di espiazione di misure privative della libertà personale, oltre il pregresso limite dei ventuno anni. Presso la Camera dei deputati è stata inserita una norma di salvaguardia che esclude l'applicabilità delle norme di esecuzione favorevoli agli infraventicinquenni che abbiano compiuto il ventunesimo anno di età, qualora ricorrano particolari ragioni di sicurezza valutate dal giudice competente. La Camera dei deputati ha aggiunto l'articolo 5-bis che è volto a favorire la copertura degli organici della magistratura di sorveglianza mediante il conferimento di tali funzioni anche al termine del tirocinio, prima della prima valutazione di professionalità. L'articolo 6 concerne misure in materia di ordinamento del personale del Corpo di polizia penitenziaria e, in particolare, riduce la durata dei corsi per il personale da diciotto a dodici mesi. L'articolo 7 concerne misure in materia di impiego del personale appartenente ai ruoli del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria di cui si vietano il comando o il distacco presso altri Ministeri o altre pubbliche amministrazioni. L'articolo 8 afferma il principio secondo cui le due misure restrittive più invasive non possono trovare applicazione se il giudice ritiene che, in seguito a sentenza, possa essere concessa la sospensione condizionale della pena. Inoltre, la misura cautelare in carcere non potrà applicarsi se il giudice ritiene che, all'esito del giudizio, la pena detentiva irrogata non sarà superiore ai tre anni. Le disposizioni non possono trovare applicazione per i procedimenti riguardanti i delitti di maggior allarme sociale e quando, rilevata l'inadeguatezza di ogni altra misura, gli arresti domiciliari non possano essere disposti per mancanza dei luoghi di esecuzione (un luogo pubblico di cura o assistenza, una casa famiglia protetta, la propria abitazione o altro luogo di privata dimora). Gli articoli 9 e 10 recano, rispettivamente, la copertura finanziaria e l'entrata in vigore.
Nella seduta di ieri il relatore, sen. Casson (PD), aveva illustrato i contenuti del provvedimento, segnalando alcune criticità riguardo alla possibilità di conferire le funzioni di magistrato di sorveglianza al termine del tirocinio, alle modalità di estensione agli infraventicinquenni dei benefici di pena già previsti per i minorenni, alla procedura di richiesta del risarcimento.
La discussione generale, iniziata ieri, è proseguita oggi con gli interventi dei sen. Sonego, Lumia (PD); Buemi (Aut-PSI); Maria Mussini (Misto); Barani (GAL); Endrizzi (M5S).
Unanime la critica all'articolo 5-bis, che conferisce funzioni di sorveglianza ai magistrati al termine del tirocinio e prima della valutazione di professionalità. La Commissione giustizia del Senato aveva proposto di sopprimere questo articolo. Complessivamente positivo il giudizio dei Gruppi di maggioranza sul decreto, che ottempera alla sentenza Torreggiani della Corte europea dei diritti dell'uomo ed è utile strumento di deflazione penitenziaria, Nettamente contraria all'ennesimo provvedimento svuota carceri la Lega Nord. Forza Italia si è diffusa sui profili di criticità segnalati dal relatore. M5S, Gruppo Misto e GAL hanno criticato il ricorso al decreto-legge: la materia carceraria dovrebbe essere affrontata in sede parlamentare con interventi organici e ben strutturati. M5S, in particolare, ha denunciato la lesione del principio di certezza del diritto e ha giudicato incivile la misura che prevede il versamento di 8 euro giornalieri a titolo risarcitorio per una pena disumana.
In replica il Ministro della giustizia Orlando ha sottolineato che il decreto non prevede alcuna amnistia strisciante, perché non cancella ma ridetermina la pena. Esso segue le misure di liberazione anticipata e di revisione dei presupposti della custodia cautelare, già adottate dai precedenti Governi Berlusconi, Monti e Letta per affrontare i problemi del sovraffollamento carcerario e della detenzione disumana. Giusta l'analogia richiamata con la legge Pinto, con l'importante differenza che il decreto interviene oggi in una situazione di superamento del sovraffollamento carcerario. Il Ministro ha riconosciuto che molte questioni - il modello detentivo, lo scarso ricorso alle pene alternative, le misure cautelari - non sono affrontabili con un provvedimento d'urgenza e meritano un organico lavoro parlamentare. Ha giudicato positivamente il superamento della gestione commissariale per l'edilizia carceraria e ha rilevato che la scopertura di organico degli uffici dei magistrati di sorveglianza costituisce di per sé una riduzione delle garanzie.
La Ministro per i rapporti con il Parlamento Boschi ha posto la questione di fiducia sull'approvazione del testo licenziato dalla Camera.
Secondo il sen. Volpi (LN) la mancata considerazione degli emendamenti approvati dalla Commissione giustizia del Senato rappresenta un ulteriore strappo rispetto alla prassi parlamentare.
Dopo la riunione della Conferenza dei Capigruppo, che ha organizzato la discussione di fiducia, il Presidente Grasso ha comunicato che la chiama avverrà intorno alle ore 13. A maggioranza si è deciso di togliere la seduta di domani. L'esame del ddl costituzionale riprenderà lunedì alle ore 14.
Sono state respinte le proposta dei sen. Petrocelli (M5S) e Centinaio (LN) di mantenere invariato il calendario già approvato, nonché la proposta della sen. De Petris (SEL) di inserire il ddl anticorruzione.
Nella discussione sulla fiducia sono intervenuti i sen. Barani (GAL), Erika Stefani (LN) e Morra (M5S). Hanno quindi annunciato la fiducia i sen. Susta (SC), D'Ascola (NCD) e Cucca (PD).
Nel negare la fiducia, le opposizioni hanno espresso diverse posizioni di merito. Il sen. Cappelletti (M5S) ha parlato di fiducia balneare e ha sottolineato che la scelta del testo licenziato dalla Camera sancisce di fatto l'abolizione del Senato. Ha ribadito che lo sconto di un decimo della pena rappresenta un indulto mascherato; ha chiesto infine al PD se anche lo scambio politico mafioso rientra nel patto del Nazareno. Il sen. Palma (FI-PdL) si è rammaricato del mancato accoglimento delle modifiche approvate dalla Commissione giustizia del Senato; ha criticato la norma di salvaguardia inserita dalla Camera, che non menziona reati molto gravi. Rispetto all'annunciata riforma della giustizia, ha denunciato la continuità del Governo Renzi con le vecchie posizioni del centrosinistra, appiattite sulle rivendicazioni sindacali dei magistrati. Il sen. Centinaio (LN) ha sottolineato che il Governo non onorerà l'impegno di estendere il bonus di 80 euro ai pensionati, ma darà ai detenuti 240 euro al mese. Il sen. De Cristofaro (Misto-SEL) si è rammaricato dell'impossibilità, dopo il ricorso alla fiducia, di votare a favore di un provvedimento che costituisce un atto dovuto. Auspicando una misura di clemenza, ha sottolineato che sulla questione carceraria la maggioranza appare paralizzata da punti di vista opposti. Il sen. Barani (GAL) ha invitato il Governo ad essere più coraggioso nelle misure contro il sovraffollamento carcerario e i trattamenti disumani.
In apertura di seduta l'Assemblea ha osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime della strage di Bologna. Al termine della seduta la sen. Montevecchi (M5S) ha ricordato che quella di Bologna è una delle stragi impunite della storia repubblicana. Il sen. Lo Giudice (PD) ha salutato positivamente l'archiviazione da parte della procura della cosiddetta pista palestinese e ha auspicato l'immediata approvazione della normativa sui depistaggi.