290ª Seduta pubblica
Giovedì 24 luglio 2014 alle ore 09:31
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl costituzionale n. 1429, e connessi, recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, il contenimento dei costi delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della Costituzione.
E' proseguita la votazione, iniziata nella seduta pomeridiana di ieri, degli emendamenti volti ad inserire norme prima dell'articolo 1, riguardanti la circoscrizione estero.
Il sen. Mario Mauro (PI) ha invitato il Governo a sospendere l'esame del ddl costituzionale per passare all'esame della legge elettorale.
Il sen. Divina (LN-Aut) ha denunciato la deriva cesarista legata all'atteggiamento del premier che aizza i cittadini contro le istituzioni. Ha ricordato inoltre che le minoranze stanno difendendo non i loro privilegi, bensì il diritto dei cittadini di scegliersi i propri rappresentanti.
Secondo il sen. Morra (M5S), agitando la minaccia di elezioni anticipate per ridurre al silenzio la minoranza, il premier conferma quel piglio autoritario che lo induce a rifiutare ogni mediazione politica per sbloccare l'impasse.
Il sen. De Cristofaro (Misto-SEL) ha invitato il Governo a riflettere: nonostante la demolizione sistematica dell'immagine del Parlamento, i cittadini non apprezzano il Senaticchio non elettivo prefigurato dal ddl. Sarebbe meglio abolire il Senato.
Secondo Minzolini (FI-PdL) il vero ostruzionista è il premier: se ascoltasse l'opinione pubblica e il Parlamento, accettando un Senato elettivo anziché nominato, la riforma costituzionale sarebbe approvata rapidamente.
Secondo il sen. D'Anna (GAL) non si comprende attraverso quale mutazione un PD che avversava la riforma costituzionale del 2004 e non perdeva occasione per denunciare l'autoritarismo di Berlusconi, si acconci, per interessi di partito, ad assecondare un progetto restrittivo della libertà che umilia il Senato e prevede un meccanismo elettorale simile alla legge Acerbo.
Il sen. Zanda (PD), constatato l'andamento dei lavori, ha chiesto al Presidente Grasso di convocare una nuova Conferenza dei Capigruppo per rendere il dibattito costruttivo ma anche conclusivo.
Convocata la Conferenza, la seduta è stata sospesa e poi tolta.