289ª Seduta pubblica
Mercoledì 23 luglio 2014 alle ore 16:06
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl costituzionale n. 1429, e connessi, recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, il contenimento dei costi delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della Costituzione.
In relazione alle 920 richieste di votazione a scrutinio segreto, il Presidente Grasso ha convocato questa mattina la Giunta del Regolamento che, considerata la diversità di posizioni, ha deciso all'unanimità di rimettersi alla sua valutazione. Tenuto conto delle disposizioni regolamentari e della prassi seguita rispetto ai ddl costituzionali, il Presidente ha ritenuto ammissibili le richieste relative alle minoranze linguistiche e agli articoli 1 e 18 del ddl, che si riferiscono alle funzioni delle Camere. Non ha ammesso invece le richieste riferite al procedimento legislativo, oggetto dell'articolo 10.
Il sen. Volpi (LN-Aut) ha chiesto informazioni più puntuali. Il sen. De Cristofaro (Misto-SEL), giudicando equilibrata la posizione della Presidenza, si è associato alla richiesta. Anche il sen. Palma (FI-PdL), per accelerare i lavori, ha chiesto la distribuzione dell'elenco delle ammissibilità. Il sen. Zanda (PD), giudicando strumentali molte richieste di voto segreto, ha sollecitato precisazioni rispetto al criterio di prevalenza per materia. Il Presidente Grasso ha precisato che tale criterio si applica soltanto alla votazione finale del provvedimento. Il sen. Sacconi (NCD) si è detto stupito della decisione presidenziale. Il sen. Casson (PD) ha ricordato che il voto segreto è previsto anche su materie che incidono sui rapporti civili.
L'Assemblea è quindi passata alla votazione degli emendamenti volti a premettere norme all'articolo 1. E' stato respinto l'emendamento del sen. Compagnone (GAL) che prevedeva la soppressione della Circoscrizione estero. Contrari all'emendamento i sen. Micheloni (PD), Uras (Misto-SEL), D'Alì (NCD), Mario Mauro (PI). Il sen. Crosio (LN-Aut) ha annunciato l'astensione. A favore dell'emendamento si sono pronunciati i sen. Crimi (M5S) e Anna Bonfrisco (FI-PdL), che hanno sottolineato le criticità del voto degli italiani all'estero.
I sen. Palma (FI-PdL) e Casson (PD), nel corso della discussione, hanno rilevato che in materia costituzionale non sono ammissibili ghigliottine e non sono previsti limiti di tempo per gli interventi in dissenso dal Gruppo di appartenenza. Il Presidente Grasso ha richiamato la sua funzione di armonizzazione dei tempi, nell'ambito di una discussione che non è stata contingentata.
Intervenendo sull'ordine dei lavori, il sen. Zanda (PD) ha chiesto alla Presidenza di esercitare efficacemente funzioni di armonizzazione dei tempi. Secondo il sen. Casini (PI) una forma sbracata di ostruzionismo è atto autolesionistico, che dà ragione a chi sostiene l'incapacità del Senato di autoriformarsi. Il Presidente di turno Gasparri ha ricordato che la Conferenza dei Capigruppo non ha contingentato i tempi. Secondo il sen. Endrizzi (M5S) l'ostruzionismo scaturisce dall'arroganza del premier che sta imponendo l'approvazione a tappe forzate di un disegno autoritario. La sen. De Petris (Misto-SEL) ha ricordato che proprio la maggioranza ha fissato orari irragionevoli, respingendo la proposta di anticipare l'esame dei decreti-legge per consentire una riflessione sulla riforma costituzionale. Il sen. Sacconi (NCD) ha auspicato una limitazione dell'ostruzionismo a tutela dei diritti della maggioranza. Ritenendo che la tempistica imposta dal Governo sia finalizzata alle elezioni anticipate, il sen. D'Anna (GAL) ha invitato i Capigruppo a riunirsi nuovamente per riesaminare gli emendamenti.