269ª Seduta pubblica
Mercoledì 25 giugno 2014 alle ore 09:30
All'unanimità l'Assemblea ha approvato, in via definitiva, il ddl n. 1518 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 12 maggio 2014, n. 74, recante misure urgenti in favore delle popolazioni dell'Emilia-Romagna colpite dal terremoto e dai successivi eventi alluvionali verificatisi tra il 17 ed il 19 gennaio 2014, nonché per assicurare l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali.
Il relatore, sen. Vaccari (PD), nell'illustrare i contenuti del provvedimento, ha evidenziato l'unicità degli eventi alluvionali dello scorso gennaio che hanno richiesto misure specifiche per sostenere la ricostruzione. Ha espresso, inoltre, apprezzamento per le modifiche introdotte dall'altro ramo del Parlamento, che riguardano le risorse stanziate, l'ambito di applicazione del decreto, i poteri del commissario, la sospensione dei pagamenti agevolati.
L'articolo 1 autorizza il Presidente della regione Emilia Romagna ad operare, in qualità di Commissario delegato per attuare gli interventi per la ricostruzione, l'assistenza alle popolazioni e la ripresa economica dei Comuni ivi indicati. L'articolo 1-bis riguarda il finanziamento delle autorizzazioni di cassa integrazione guadagni in deroga a favore di imprese e lavoratori sospesi a seguito degli eventi alluvionali. L'articolo 2 reca disposizioni volte ad assicurare l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali.
Nella discussione sono intervenuti i sen. Patrizia Manassero, Silvana Amati, Cecilia Guerra (PD); Mussini (Misto); Patrizia Bisinella (LN-Aut); Vilma Moronese (M5S); Bruni (FI-PdL); Panizza (Aut-PSI).
Le opposizioni hanno auspicato una legge quadro per le emergenze al fine di garantire uguaglianza di trattamento alle popolazioni colpite dalle calamità. Hanno ricordato inoltre l'importanza degli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico che non hanno ricevuto adeguati stanziamenti nella legge di stabilità.
In replica è intervenuta la Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Amici che ha condiviso l'opportunità di strumenti normativi organici per affrontare le calamità e ha manifestato apprezzamento per le modifiche approvate dal Parlamento.
Tutti gli emendamenti sono stati respinti. La rappresentante del Governo ha accolto diversi ordini del giorno tra cui il G100 della Commissione che impegna a istituire una zona franca nel territorio colpito dall'alluvione; ad applicare esenzioni fiscali alle microimprese, con reddito inferiore a 50.000 euro, localizzate nell'area; a procedere all'istituzione di un fondo per compensare le minori entrate, nel limite di 50 milioni.
Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole i sen. Di Biagio (PI), Laniece (Aut-PSI), Arrigoni (LN-Aut), Uras (Misto-SEL), Giovanardi (NCD), Paola Nugnes (M5S), Anna Maria Bernini (FI-PdL), Susta (SC), Caleo (PD).
L'Assemblea ha poi avviato l'esame del ddl n. 1326, e connessi, recante Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo.
Il relatore, sen. Tonini (PD), ha sottolineato la necessità di completare l'iter, lungo e tortuoso, della riforma della cooperazione allo sviluppo, anche in considerazione delle grandi trasformazioni verificatesi nel contesto internazionale negli ultimi 25 anni. La cooperazione, infatti, non rappresenta più un intervento di beneficenza, ma costituisce un elemento essenziale della politica estera nazionale. La relazione tra i Paesi donatori e i Paesi che ricevono gli aiuti è profondamente cambiata, configurandosi come un vero e proprio partenariato per lo sviluppo. La proliferazione nel settore di attori, pubblici e privati, richiede un coordinamento delle attività. Occorre infine garantire una maggiore efficienza nell'utilizzo di risorse destinate alla cooperazione, che sono scarse e ben lontane dagli impegni che l'Italia ha assunto in sede internazionale.
Il ddl presentato dal Governo, che si basa sul testo approvato dalla Commissione esteri del Senato nella scorsa legislatura, specifica le finalità della cooperazione per lo sviluppo sostenibile, i diritti umani e la pace; definisce gli ambiti di applicazione dell'aiuto pubblico allo sviluppo; attribuisce la responsabilità politica della cooperazione al Ministero degli affari esteri; attribuisce poteri di indirizzo e controllo al Parlamento sul documento di programmazione triennale sulle attività di cooperazione; istituisce l'Agenzia per la cooperazione allo sviluppo quale strumento finanziario unico in cui far confluire tutti i fondi destinati alla cooperazione; amplia i soggetti riconosciuti della cooperazione, includendo organizzazioni della società civile e imprese; detta infine norme transitorie per il riallineamento dell'Italia agli impegni internazionali assunti in materia di cooperazione allo sviluppo.
Nella discussione generale è intervenuta la sen. Mussini (Misto).
Il seguito dell'esame è rinviato alla seduta pomeridiana.