256ª Seduta pubblica
Giovedì 5 giugno 2014 alle ore 09:36
Con 159 voti favorevoli e 112 contrari l'Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando l'emendamento interamente sostitutivo del ddl n. 1465 di conversione del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, recante misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale. Il testo del ddl passa alla Camera dei deputati.
Noto come bonus Irpef, il decreto prevede, a sostegno della domanda interna, una riduzione del cuneo fiscale per il lavoratori dipendenti e misure per accelerare il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni. Tra le misure fiscali anche la riduzione delle aliquote Irap, l'aumento del prelievo sulle rendite finanziarie e gli impegni del Governo per la riduzione dell'evasione fiscale. Per contenere la spesa pubblica sono previsti tagli ai Ministeri, contributi alla finanza pubblica da parte di enti locali, organi costituzionali e società controllate, la fissazione di un tetto alle retribuzioni dei dipendenti pubblici.
L'articolo 1 riconosce un credito di 640 euro ai lavoratori dipendenti, se il reddito complessivo non supera 24.000 euro. La disposizione si applica solo nel 2014, in attesa di un intervento di carattere strutturale, da attuare con la prossima legge di stabilità. L'articolo 2 opera una riduzione di circa il 10 per cento delle aliquote IRAP. L'articolo 3 modifica la tassazione delle rendite finanziarie, fissando nella misura del 26 per cento l'ammontare delle ritenute su dividendi, plusvalenze, interessi su depositi e conti correnti; sono esclusi titoli di Stato, buoni di risparmio postali, fondi pensione. L'articolo 8 prevede che le amministrazioni pubbliche riducano la spesa per acquisti di beni e servizi per un ammontare complessivo pari a 2.100 milioni di euro per gli anni 2014 e 2015. L'articolo 13 fissa un limite massimo di 240.000 euro per il trattamento economico annuo dei pubblici dipendenti e del personale della società partecipate. L'articolo 16 prescrive un obiettivo di risparmio pari a 240 milioni per i Ministeri e la Presidenza del Consiglio dei ministri. L'articolo 17 prescrive che gli organi costituzionali riducano le proprie spese per un importo complessivo di 50 milioni nel 2014. L'articolo 19 prevede che le Province e le Città metropolitane, per effetto della loro riorganizzazione, assicurino un contributo alla finanza pubblica pari a 100 milioni di euro per l'anno 2014. L'articolo 20 stabilisce che le società direttamente o indirettamente controllate dallo Stato realizzino, nel biennio 2014-2015, una riduzione dei costi operativi non inferiore al 2,5 per cento nel 2014 e al 4 per cento nel 2015. L'articolo 21 prevede che la società RAI S.p.A possa cedere sul mercato quote di società partecipate, garantendo la continuità del servizio erogato. Le somme destinate alla RAI sono ridotte, per l'anno 2014, di 150 milioni di euro. Gli articoli da 28 a 32 incrementano il fondo per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili degli enti locali. L'articolo 33 prevede un'anticipazione di liquidità per i comuni in dissesto finanziario. Gli articoli da 34 a 36 recano norme per assicurare l'effettività dei pagamenti dei debiti sanitari. L'articolo 37 introduce strumenti per favorire la cessione dei crediti certificati da parte di pubbliche amministrazioni diverse dallo Stato e istituisce il Fondo per la copertura della garanzia dello Stato, cui sono attribuiti 150 milioni di euro. L'articolo 47 stabilisce che le province e le città metropolitane assicurino un contributo alla finanza pubblica pari a 444,5 milioni di euro per l'anno 2014, a 576,7 milioni per l'anno 2015 e a 585,7 milioni per gli anni 2016 e 2017. L'articolo 48 prevede che per gli anni 2014 e 2015, ai fini del patto di stabilità interno, non siano computate (nel limite massimo di 122 milioni di euro) le spese sostenute dai comuni per interventi di edilizia scolastica. L'articolo 50 prevede che le spese per l'acquisto di beni e servizi dei Ministeri siano ridotte di 200 milioni di euro annui per l'anno 2014 e di 300 milioni di euro a decorrere dal 2015; sono escluse le spese per il funzionamento delle istituzioni scolastiche. In merito all'attuazione delle disposizioni concernenti il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni, si autorizza l'emissione di titoli di Stato per un importo fino a 40.000 milioni di euro per l'anno 2014. Il comma 9 incrementa i livelli massimi del saldo netto da finanziare (da 39,1 miliardi di euro a 59,1 miliardi) e del ricorso al mercato finanziario (da 300 miliardi di euro a 320 miliardi), per l'anno 2014. Il comma 11 prevede il monitoraggio sulle maggiori entrate IVA derivanti dalle misure concernenti il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni. Qualora non sia raggiunto l'obiettivo di maggior gettito, pari a 650 milioni di euro per l'anno 2014, il Ministro dell'economia e delle finanze, entro il 30 settembre 2014, dovrà stabilire un aumento delle accise.
Gli emendamentiapprovati dalleCommissioni riunite prevedono: l'estensione alle società e enti partecipati da enti locali della previsione di pagamento dei debiti della pubblica amministrazione; lo slittamento della Tasi ad ottobre per i comuni che non abbiano ancora deliberato l'aliquota; la possibilità per i contribuenti di chiedere fino a luglio la rateizzazione dei pagamenti dovuti a Equitalia; l'esclusione della Rai dal taglio dei costi operativi; la proroga al 15 settembre dei canoni delle concessioni demaniali marittime e lo slittamento al 15 ottobre del riordino della materia; la pubblicazione on line dei compensi percepiti dai membri dei consigli di amministrazione delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni.
Nella seduta pomeridiana di ieri si è conclusa la discussione generale e hanno avuto luogo le repliche dei relatori, sen. Guerra (PD) e D'Alì (NCD), e del Vice Ministro dell'economia e delle finanze Morando.
In apertura di seduta il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Maria Elena Boschi ha presentato un emendamento interamente sostitutivo del ddl, comprensivo delle modifiche approvate nelle Commissioni riunite, su cui, a nome del Governo, ha posto la questione di fiducia.
Il Presidente di turno Calderoli ha deferito l'emendamento alla Commissione bilancio per l'esame dei profili di copertura finanziaria e ha convocato la Conferenza dei Capigruppo per organizzare la discussione sulla questione di fiducia. Il Presidente della Commissione bilancio Azzollini (NCD) ha confermato la corrispondenza tra l'emendamento presentato dal Governo e il testo licenziato dalle Commissioni. Il Vice Ministro dell'economia e delle finanze Morando ha accettato le quattro condizioni, relative alla copertura degli articoli 16, 20, 21 e 50, poste dalla 5a Commissione.
Nella discussione sulla fiducia sono intervenuti i sen. Divina (LN-Aut), Malan (FI-PdL), Barani (GAL).
Nelle dichiarazioni di voto hanno negato la fiducia i sen. Alessandra Bencini (Misto-Italia Lavori in Corso), che ha annunciato un no costruttivo, Uras (Misto-SEL), D'Anna (GAL), Bellot (LN-Aut), Bulgarelli (M5S), Ceroni (FI-PdL).
Il decreto eroga un bonus di 80 euro a una limitata fascia di lavoratori dipendenti è ingiusto - hanno sottolineato Lega Nord e Forza Italia - perché discrimina, a parità di reddito, lavoratori autonomi, pensionati, famiglie numerose, e nulla prevede per incapienti e disoccupati. Si tratta inoltre di una misura una tantum, che avrà un limitatissimo impatto sul Pil, ma sarà finanziata con un aumento strutturale del debito pubblico e della pressione fiscale. Il decreto, che ha fruttato al premier un significativo aumento di consensi, sarà compensato da tagli insostenibili agli enti locali che si tradurranno in un aumento dell'imposta sull'abitazione.
Il Governo - ha argomentato SEL - tratta con sufficienza il Parlamento e non incide sui fattori strutturali della crisi economica. Non prevede infatti investimenti, interventi di politica industriale, misure per ridurre la disoccupazione e il divario crescente tra Nord e Sud. Il bonus Irpef è inoltre compensato da tagli agli enti locali che si tradurranno in minori servizi sociali.
Movimento 5 Stelle ha espresso preoccupazione per le modalità di copertura, per i tagli orizzontali, per la clausola di salvaguardia che ripropone l'aumento delle accise, per la mancanza di attenzione al contrasto della corruzione e al dissesto idrogeologico. Infine - ha sottolineato il Gruppo - un reale intervento redistributivo richiede l'istituzione del reddito di cittadinanza.
GAL ha invitato il Governo ad avere più coraggio e a non deludere la speranza di riformare in senso liberale uno Stato onnipresente e sprecone.
Hanno invece annunciato la fiducia i sen. Linda Lanzillotta (SC), Luigi Marino (PI), Zeller (Aut-PSI), Sacconi (NCD), Santini (PD).
Secondo il PD il decreto, che aumenta il reddito di una fascia medio bassa prelevando risorse dai tagli alla spesa pubblica, sposta la tassazione dal lavoro alla rendita e prosegue la spending review in vista di un'amministrazione più sobria e più efficiente, è un tassello fondamentale per garantire equità, rilanciare i consumi, sostenere la crescita.
Nuovo Centrodestra ha motivato la fiducia richiamando il valore della stabilità politica, la necessità di realizzare investimenti nell'area mediterranea durante il semestre di Presidenza europea, l'agenda di governo e l'impegno in sede di legge di stabilità ad estendere la platea dei beneficiari del bonus fiscale alle famiglie monoreddito con più figli a carico e a esentare le partite Iva dal pagamento dell'Irap.
Scelta Civica ha espresso apprezzamento particolare per la realizzazione della spending review, l'eliminazione di alcuni privilegi, l'aumento della trasparenza nella pubblica amministrazione, e ha sollecitato l'approvazione della delega fiscale e delle riforme istituzionali. Per l'Italia ha espresso perplessità sulle modalità di copertura e sulla revisione dei contratti della pubblica amministrazione; ha ricordato che il decreto privilegia il rilancio dei consumi e ha sollecitato ulteriori interventi a sostegno dell'apparato produttivo (taglio della bolletta energetica e patrimonializzazione delle imprese). Gruppo per le Autonomie ha ringraziato il Governo per la sensibilità dimostrata in tema di produzione di energia da fonti rinnovabili, contributo delle autonomie speciali, servizi di informazione regionale della RAI.