203ª Seduta pubblica
Giovedì 6 marzo 2014 alle ore 09:31
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 116 e connessi - nel testo proposto dalle Commissioni riunite affari costituzionali e giustizia - in materia di candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonché di assunzione di incarichi di governo.
Nella seduta pomeridiana di ieri i relatori, sen. Zanettin (FI-PdL) e Casson (PD), hanno riferito sui contenuti del testo unificato, proposto dalle Commissioni, che, in applicazione dei principi di imparzialità e indipendenza della magistratura, pone limiti in entrata e in uscita alla partecipazione dei giudici all'attività politica. Si tratta di una materia delicata, che comporta profili di costituzionalità: i relatori hanno giudicato molto equilibrato il testo licenziato all'unanimità dalle Commissioni di merito.
L'articolo 1 esclude che i magistrati possano candidarsi alle elezioni o assumere l'incarico di assessore in territori ricadenti nelle circoscrizioni elettorali dove hanno prestato servizio nei cinque anni precedenti. Si stabilisce il principio secondo cui il magistrato debba trovarsi in stato di aspettativa all'atto della candidatura. L'articolo 2 stabilisce che i magistrati debbano trovarsi in aspettativa anche all'atto di accettazione di cariche di governo. L'articolo 4 regolamenta lo status dei magistrati in costanza di mandato o di incarico di governo. Gli articoli 5, 6 e 7 si riferiscono ai magistrati candidati e non eletti e al ricollocamento dei magistrati cessati dal mandato parlamentare o dalla carica di governo. L'articolo 8 disciplina la ricostruzione della carriera per il transito in ruolo autonomo dell'Avvocatura dello stato o del Ministero della giustizia. L'articolo 9 disciplina il ricollocamento dei magistrati eletti negli enti territoriali. L'articolo 10 riguarda i magistrati onorari. L'articolo 11 detta principi in materia di elezioni regionali. L'articolo 12 detta una disciplina transitoria. L'articolo 13 inserisce tra le cause di astensione o ricusazione del giudice anche lo svolgimento di attività politica.
La discussione generale è proseguita con gli interventi dei sen. Buemi (Aut-PSI), Erika Stefani (LN-Aut), Stefano (Misto-SEL), Giarrusso (M5S), Caliendo (FI-PdL), Lumia (PD).
SEL ha espresso una riserva di metodo: avrebbe preferito infatti una riforma organica delle ineleggibilità e incompatibilità; secondo i Gruppi Lega Nord e Aut-PSI la piena attuazione dei principi di imparzialità e indipendenza della magistratura richiederebbe la separazione delle carriere di giudice e pubblico ministero. Movimento 5 Stelle ha preannunciato voto contrario se non sarà soppresso l'articolo 13, che modifica la normativa vigente in materia di astensione e ricusazione del giudice. Forza Italia, che considera il ddl uno spunto positivo sulla strada della modernizzazione del Paese, ritiene al contrario che l'articolo 13 svolga un ruolo essenziale di garanzia. Secondo il PD il testo licenziato dalle Commissioni ha raggiunto un buon equilibrio tra due valori costituzionali: l'indipendenza della magistratura e l'uguale esercizio dei diritti politici.
L'articolo 1 è stato approvato con l'emendamento 1.107 del sen. Caliendo (FI-PdL). Gli articoli 2, 4, 9, 10, 11 e 14 sono stati approvati senza modifiche. All'articolo 3 è stato approvato l'emendamento 3.100 del sen. Buemi (Aut-PSI); all'articolo 5 sono stati approvati gli emendamenti 5.102 (testo 2) del sen. Buemi (Aut-PSI) e 5.103 del sen. Palma (FI-PdL). Sono stati accantonati gli articoli 6, 8 e 12 e i relativi emendamenti. All'articolo 7 è stato approvato l'emendamento 7.101 del sen. Palma (FI-PdL).
Approvato l'emendamento 13.500 dei relatori che fissa in cinque anni, anziché dieci, il periodo di astensione e ricusazione e prevede che le diposizioni dell'articolo 13 non si applichino ai procedimenti in corso. Approvati anche gli emendamenti aggiuntivi del sen. Palma (FI-PdL) 13.0.100 e 13.0.101.
Dopo una sospensione, per consentire alla Commissione bilancio di riesaminare i profili finanziari degli emendamenti riferiti agli articoli 6 e 12, il Presidente della 5a Commissione sen. Azzollini (NCD) ha comunicato che il Governo trasmetterà la relazione tecnica martedì prossimo. La Presidente di turno Fedeli ha quindi rinviato il seguito dell'esame ad altra seduta.