188ª Seduta pubblica
Martedì 11 febbraio 2014 alle ore 16:04
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 1213 di conversione in legge del decreto legge 28 dicembre 2013, n. 149, recante abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore.
Nella seduta antimeridiana la relatrice, sen. De Monte (PD), ha riferito sui contenuti del provvedimento, che sostituisce la contribuzione pubblica diretta all'attività dei partiti con forme di contribuzione volontaria fiscalmente agevolata e di contribuzione indiretta, fondate sulle scelte espresse dai cittadini.
L'articolo 1 del decreto-legge dispone l'abolizione del sistema vigente di rimborso delle spese elettorali e di contribuzione pubblica per l'attività politica, secondo criteri di gradualità disciplinati dall'articolo 14. Condizione necessaria per beneficiare della contribuzione volontaria è l'adozione, da parte dei partiti, di uno statuto recante l'individuazione di alcuni elementi essenziali di democrazia interna e di controllo. Si prevede un regime transitorio in virtù del quale la contribuzione pubblica è progressivamente ridotta in misura pari al 25 per cento nel 2014, 50 per cento nel 2015, 75 per cento nel 2016 e cessa interamente dal 2017. L'articolo 10 disciplina i requisiti di accesso dei partiti alla contribuzione volontaria agevolata e introduce dei limiti alle erogazioni liberali. L'articolo 11 dispone che, a decorrere dal 2014, le erogazioni liberali in denaro in favore dei partiti beneficeranno di una detrazione dall'imposta sul reddito nella misura del 30 per cento per importi compresi tra 30 e 20.000 euro annui. A ciascun contribuente è riconosciuta la facoltà di destinare il 2 per mille dell'IRPEF in favore di un partito politico.
Nel lavoro in sede referente sono state approvate proposte di modifica che riguardano principalmente gli statuti dei partiti, i limiti alle erogazioni liberali, le controversie di competenza della giurisdizione amministrativa e il controllo della Corte dei conti.
La discussione generale, iniziata questa mattina, si è conclusa con gli interventi dei senatori: Crimi (M5S); Mazzoni (FI-PdL); Pagliari (PD).
Secondo Movimento 5 Stelle il provvedimento inganna i cittadini perché non elimina completamente il finanziamento pubblico dei partiti. Secondo Forza Italia l'abbandono del finanziamento pubblico diretto rappresenta, in una fase di crisi economica, una priorità e un banco di prova della capacità di autoriforma della politica. Secondo il PD il provvedimento chiude una stagione di abusi del denaro pubblico e consente ai partiti di recuperare legittimità, autorevolezza e indipendenza.
Dopo la replica della relatrice, sen. De Monte (PD), si è passati all'esame degli emendamenti. Respinti gli emendamenti riferiti agli articoli 1 e 2 del decreto-legge, all'articolo 3, riguardante lo statuto dei partiti, sono stati approvati gli emendamenti della Commissione 3.3, 3.4, 3.5 (testo 2), 3.8, 3.9 (testo 2), 3.10, 3.11, 3.17, 3.21 e 3.14 dei sen. Bisinella e Comaroli (LN-Aut). All'articolo 4, sul registro dei partiti politici, sono stati approvati gli emendamenti della Commissione 4.1 (testo 2), 4.4 (testo 2), 4.5 (testo 2 corretto), 4.100 (testo corretto), 4.10 (testo corretto) e l'emendamento della relatrice 4.100 (testo corretto)/100. All'articolo 5, recante norme per la trasparenza e la semplificazione, sono stati approvati gli emendamenti della Commissione 5.1 (testo 2), 5.200, 5.5. E' stato approvato anche l'emendamento 5.400, sulla tutela della privacy, presentato dalla relatrice.
All'articolo 6, sul consolidamento dei bilanci dei partiti, sono stati approvati gli emendamenti della Commissioni 6.1 (testo corretto) e 6.2 (testo 2). All'articolo 7, sulla certificazione esterna dei rendiconti dei partiti, sono stati approvati gli emendamenti della Commissione 7.1, 7.3 (testo corretto), 7.4 (testo 2), e l' emendamento 7.6 del sen. Pagliari (PD). All'articolo 8, sul controllo dei rendiconti dei partiti, sono stati respinti tutti gli emendamenti. All'articolo 9, sulla parità di accesso alle cariche elettive, sono stati approvati gli emendamenti della Commissione 9.100 e 9.7.
All'articolo 10, sui criteri per l'ammissione dei partiti alla contribuzione volontaria e i suoi limiti, sono stati approvati gli emendamenti 10.200 (testo 3), 10.300, 10.31, 10.34 della Commissione; 10.500 (testo corretto) del Governo; 10.3 (testo 2) del sen. Giuseppe Esposito (NCD); 10.102 (testo 2) della sen. De Pin (Misto-GAP).
All'articolo 11, sulle detrazioni per le erogazioni liberali in favore dei partiti, sono stati approvati gli emendamenti 11.500 della relatrice; 11.30, 11.5 (testo 2 corretto), 11.15, 11.19 (testo 2), 11.100 della Commissione; 11.5 (testo 2 corretto)/100 dei sen. Zeller (Aut-PSI) e altri. E' stato approvato anche l'emendamento 11.0.4 (testo 2 corretto) dei sen. Augello e Esposito (NCD) soppressivo della norma che estende agli immobili dei partiti l'esenzione dall'IMU.
All'articolo 12, sulla destinazione volontaria del due per mille dell'IRPEF, sono stati approvati gli emendamenti della Commissione 12.100 (testo 2); 12.750 della relatrice; 12.100a (testo 2) del sen. Pagliari (PD); 12.4 dei sen. Esposito e Augello (NCD). All'articolo 13, sulle raccolte telefoniche di fondi, non sono stati approvati emendamenti. Sono stati approvati invece gli emendamenti della Commissione 13.0.1 (testo 2), sulla giurisdizione delle controversie, 14.0.1 e 14.0.4, sulle norme in materia di controllo delle spese elettorali. All'articolo 15, sulla pubblicità della situazione patrimoniale dei tesorieri dei partiti, è stato approvato l'emendamento del sen. Bruno (FI-PdL) 15.300. Gli emendamenti riferiti all'articolo 16, sull'estensione ai partiti della cassa integrazione straordinaria, sono stati accantonati. Approvato l'emendamento 17.0.100 della Commissione, sulla rappresentanza e patrocinio della Commissione di garanzia degli statuti. All'articolo 18, recante disposizioni finali, è stato approvato l'emendamento 18.1 (testo 3) della Commissione.
Per consentire la valutazione degli emendamenti accantonati, il seguito dell'esame è stato rinviato alla seduta di domani.