187ª Seduta pubblica
Martedì 11 febbraio 2014 alle ore 11:04
L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 1213 di conversione in legge del decreto legge 28 dicembre 2013, n. 149, recante abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore.
La relatrice, sen. De Monte (PD), ha riferito sui contenuti del provvedimento, che sostituisce la contribuzione pubblica diretta all'attività dei partiti con forme di contribuzione volontaria fiscalmente agevolata e di contribuzione indiretta, fondate sulle scelte espresse dai cittadini. La Commissione ha approvato proposte di modifica, che riguardano principalmente gli statuti dei partiti, i limiti alle erogazioni liberali, le controversie di competenza della giurisdizione amministrativa e il controllo della Corte dei conti.
L'articolo 1 del decreto-legge dispone l'abolizione del sistema vigente di rimborso delle spese elettorali e di contribuzione pubblica per l'attività politica, secondo criteri di gradualità disciplinati dall'articolo 14. Si prevede un regime transitorio in virtù del quale la contribuzione pubblica è progressivamente ridotta in misura pari al 25 per cento nel 2014, 50 per cento nel 2015, 75 per cento nel 2016 e cessa interamente dal 2017.
L'articolo 2 ribadisce la definizione dei partiti quali libere associazioni attraverso cui i cittadini concorrono con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Condizione necessaria per beneficiare della contribuzione volontaria è l'adozione, da parte dei partiti, di uno statuto recante l'individuazione di alcuni elementi essenziali di democrazia interna e di controllo. L'articolo 3 specifica i requisiti dello statuto il cui rispetto è essenziale per l'iscrizione nel registro nazionale dei partiti politici. Ai sensi dell'articolo 5 la trasparenza e l'accesso alle informazioni in merito a statuto, funzionamento interno e ai bilanci sono assicurati anche attraverso la loro pubblicazione sui siti internet dei partiti politici. Gli articoli 6 e 7 sono dedicati al consolidamento dei bilanci e alla certificazione esterna dei rendiconti. L'articolo 9 prevede uno specifico meccanismo sanzionatorio per i partiti politici che non favoriscano il principio della parità nell'accesso alle cariche elettive.
L'articolo 10 disciplina i requisiti di accesso dei partiti alla contribuzione volontaria agevolata e introduce dei limiti alle erogazioni liberali. L'articolo 11 dispone che, a decorrere dal 2014, le erogazioni liberali in denaro in favore dei partiti beneficeranno di una detrazione dall'imposta sul reddito nella misura del 30 per cento per importi compresi tra 30 e 20.000 euro annui. A ciascun contribuente è riconosciuta la facoltà di destinare il 2 per mille dell'IRPEF in favore di un partito politico. Gli articoli da 14 a 19 contengono le disposizioni transitorie e finali. Le economie di spesa derivanti dall'abolizione del finanziamento pubblico diretto sono destinate al fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato.
Nella discussione generale sono intervenuti i senatori: Nencini, Panizza (Aut-PSI); Paola Taverna, Endrizzi, Elena Fattori (M5S); Sposetti (PD); Divina (LN-Aut); Barani, Scavone, D'Anna (GAL); Maran (SCpI); De Petris (Misto-SEL); D'Alì (NCD).
Movimento 5 Stelle ha posto l'accento sui limiti di un provvedimento che si limita a sostituire, con gradualità, il finanziamento pubblico diretto con forme di contribuzione indiretta. Positivo invece il giudizio della Lega Nord sul passaggio ad un sistema basato su forme a contribuzione volontaria. Molto critico il sen. Sposetti (PD): il provvedimento cavalca l'antipolitica, non risolve la crisi della forma partito, favorisce una partecipazione fondata sul censo. Condividendo questi argomenti GAL ha preannunciato voto contrario. Per il Nuovo Centrodestra e per Scelta Civica la normativa, pur lasciando irrisolti alcuni problemi, costituisce invece un passo avanti verso la trasparenza e il risparmio di risorse pubbliche. SEL ha posto l'accento sulla mancata regolamentazione delle lobby. Aut-PSI ha lamentato l'eccessiva complessità delle norme sulle erogazioni liberali e, più in generale, la mancanza di una cornice generale per le riforme istituzionali.