141ª Seduta pubblica
Martedì 26 novembre 2013 alle ore 09:35
Con 171 voti favorevoli, 135 contrari e nessun astenuto, il Senato ha accordato la fiducia al Governo, approvando il maxiemendamento interamente sostitutivo del disegno di legge di stabilità. Con il voto contrario di Forza Italia si è configurata una diversa maggioranza parlamentare.
Il Consiglio dei Ministri è convocato domani alle 8,30 per la stesura della Nota di variazioni e la Commissione bilancio è autorizzata a convocarsi. La votazione finale del ddl di bilancio è rinviata alla seduta di domani con inizio alle ore 9.
Questa mattina, non essendosi conclusi i lavori della Commissione bilancio, l'Assemblea ha avviato l'esame dei ddl n. 1121 (bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016) e n. 1120 (legge di stabilità 2014) nel testo originario e senza relazione.
Il disegno di legge di stabilità è articolato in sette titoli. Il titolo primo riguarda i risultati differenziali e le gestioni previdenziali; il secondo concerne le risorse per lo sviluppo e il finanziamento di esigenze indifferibili (infrastrutture e trasporti, tutela dell'ambiente e del territorio, misure fiscali per il lavoro e le imprese, fondo sociale per l'occupazione e la formazione, criteri del cofinanziamento nazionale dei programmi europei, rifinanziamento della partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace); il terzo reca norme in materia di razionalizzazione della spesa pubblica, con particolare riferimento al pubblico impiego e alla previdenza. Il quarto titolo disciplina i rapporti finanziari con gli enti territoriali e ridefinisce il patto di stabilità interno delle Regioni e degli enti locali. Il quinto dispone norme in materia di entrate tributarie (riordino delle agevolazioni tributarie e dei crediti di imposta e controlli preventivi sui rimborsi di imposte dirette a favore di persone fisiche da parte dei sostituti d'imposta). Il titolo sesto dispone norme in materia di tassazione immobiliare, prevedendo a partire dal 2014 l'istituzione del tributo sui servizi comunali (Trise), che si articola in due componenti, Tari e Tasi, finalizzate alla copertura dei costi per la gestione dei rifiuti urbani e per i servizi indivisibili dei comuni. Gli interventi della manovra ammontano a circa 12,4 miliardi di euro nel 2014. Tra le misure per lo sviluppo spicca la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, con misure che riguardano l'incremento della detrazione Irpef sui redditi da lavoro dipendente, gli sgravi contributivi per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, la riduzione dell'Irap sulla quota lavoro per i nuovi assunti a tempo indeterminato. Altri interventi riguardano la disciplina della deducibilità fiscale delle rettifiche sui crediti nel settore bancario e assicurativo, le agevolazioni per la capitalizzazione e il ricorso al capitale di rischio da parte delle imprese, la deducibilità del 20 per cento dell'Imu dalle imposte sui redditi delle imprese per gli immobili strumentali, la disciplina delle imposte sul patrimonio immobiliare, le detrazioni Irpef per le spese di ristrutturazione edilizia, la riqualificazione energetica e l'acquisto di mobili ed elettrodomestici. Tra gli interventi in conto capitale vi è la modifica della disciplina del Patto di stabilità interno con la concessione di maggiori spazi finanziari per spese d'investimento (1 miliardo nel 2014) e per il pagamento dei debiti pregressi in conto capitale degli enti locali.
Il Presidente della Commissione bilancio Azzollini (NCD), nel riferire sui lavori non conclusi in sede referente, ha ricordato le questioni che sono state affrontate: i fondi per l'alluvione in Sardegna; la garanzia dello Stato per l'accesso al credito di piccole imprese e famiglie; la ricostituzione e incremento del Fondo per l'assistenza domiciliare delle persone con gravi disabilità. La Commissione non ha potuto votare, invece, l'emendamento sulle detrazioni e le deduzioni fiscali relative all'abitazione principale.
Nella discussione generale sono intervenuti i senatori: Nencini, Laniece, Panizza, Fravezzi (Aut-PSI); Serenella Fucksia, Lucidi, Molinari, Sara Paglini, Michela Montevecchi, Morra, Rosetta Blundo, Nunzia Catalfo (M5S); Candiani, Consiglio, Arrigoni (LN-Aut); Magda Zanoni, Moscardelli, Lepri, Emilia Grazia De Biasi (PD); D'Anna, Compagna, Giovanni Mauro, Compagnone (GAL); Alessia Petraglia, Barozzino (Misto-Sel); Carraro, Caliendo, Ceroni, D'Ambrosio Lettieri, Mandelli, Scilipoti, Zanettin (FI); Di Biagio (SCpI); Chiavaroli (NCD).
In sede di replica il Vice Ministro dell'economia Fassina ha ricordato che il ddl di stabilità si inscrive in un quadro macroeconomico difficile ed è condizionata da scelte di politica economica che devono essere riviste a livello europeo. La manovra ha comunque un segno anticiclico, marcando un'inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni. Il ddl di stabilità allenta, infatti, per un miliardo il patto di stabilità interno, alleggerisce il carico fiscale sul lavoro e sulle imprese, impegna 1,5 miliardi per gli ammortizzatori sociali, prevede un sistema nazionale di garanzia per il credito alle imprese, potenzia i consorzi fidi, elimina la Tares, prevede detrazioni per l'abitazione principale e riduce di un quarto la tassazione sulla casa, aiuta i lavoratori socialmente utili, avvia la sperimentazione del reddito minimo di inserimento in alcune città. Il Vice Ministro ha auspicato che nel passaggio alla Camera siano rivalutate le pensioni minime e siano rafforzate le misure per il sostegno all'economia reale e per l'equità.
Approvati i 17 articoli del ddl di bilancio con le annesse tabelle, il Governo ha chiesto una sospensione. Alla ripresa dei lavori, il Ministro per i rapporti con il Parlamento Franceschini ha depositato il maxiemendamento 1.900, interamente sostitutivo del ddl di stabilità, sul quale ha posto la questione di fiducia al fine di accelerare l'esame della manovra e di verificare in modo trasparente la maggioranza. Il maxiemendamento comprende le proposte approvate in Commissione e gli emendamenti non posti in votazione dei relatori e del Governo.
Dopo l'esame dei profili finanziari del maxiemendamento presso la Commissione bilancio, il Presidente della Commissione Azzollini (NCD) ha chiesto al Governo di allegare le tabelle e di evidenziare i saldi nel prospetto finale, chiarendo la destinazione delle risorse e le fonti di copertura. Dopo gli interventi dei senatori Ferrara (Gal) Bonfrisco (FI), Calderoli (LN-Aut), che hanno lamentato lacune nella relazione tecnica, il Ministro Franceschini ha accolto le richieste del Presidente Azzollini.
Nella discussione sulla questione di fiducia hanno preso la parola i senatori: Camilla Fabbri, Francesca Puglisi, Verducci, Rosa Maria Di Giorgi, Santini (PD); Gibiino, Gasparri, Malan, Floris, Cinzia Bonfrisco (FI); Cervellini (Misto-Sel); Linda Lanzillotta (SCpI); Bitonci, Crosio (LN-Aut); Ornella Bertorotta, Elisa Bulgarelli (M5S); Scavone (Gal); D'Alì (NCD).
Nelle dichiarazioni di voto finali hanno annunciato la fiducia i senatori: Zeller (Aut-PSI), Luigi Marino (SCpI), Sacconi (NCD), Guerrieri Paleotti (PD).
Hanno invece negato la fiducia i senatori: Ferrara (Gal), Uras (Misto-Sel), Silvana Comaroli (LN-Aut), Barbara Lezzi (M5S), Paolo Romani (FI).
Forza Italia ha votato contro perché il Governo ha disatteso gli impegni sulla tassazione degli immobili e ha mancato gli obiettivi della pacificazione, dello sviluppo e delle riforme. La manovra è un'occasione perduta: nessuna inversione di tendenza rispetto alle politiche di inasprimento fiscale, nessuna ristrutturazione della spesa, nessun sostegno alla domanda interna. Ignorate le proposte del Gruppo in tema di uso del contante, valorizzazione degli stabilimenti balneari, sostegno al comparto sicurezza. La Lega Nord, nel denunciare il carattere clientelare di molte disposizioni, ha sottolineato l'irrilevanza delle risorse per il taglio del cuneo fiscale e l'aleatorietà di una riduzione della spesa delegata al commissario straordinario. Gal ha criticato la manovra per l'impostazione antiliberale, burocratica, ostile alla ricchezza, indifferente al Mezzogiorno. Alcuni senatori del Gruppo hanno però votato la fiducia. Movimento 5 Stelle ha denunciato la miopia di una manovra che rinuncia a interventi incisivi per rilanciare la crescita, per eliminare privilegi e garantire una distribuzione più equa del carico fiscale. Sel ha definito imbarazzante una manovra che, privatizzando beni e servizi pubblici ed eludendo scelte strategiche in tema di lavoro, risanamento ambientale, investimenti in formazione e ricerca, non segna alcuna svolta per la ripresa economica, per il contrasto della disoccupazione e della povertà.
Nuovo Centro Destra, nonostante le forti divergenze con il PD sulla decadenza del senatore Berlusconi, ha votato la fiducia, sottolineando la necessità di evitare una crisi al buio. Invocato un patto di coalizione a termine, che coinvolga tutti i moderati, il Gruppo ha ricordato gli aspetti positivi della manovra: la minore tassazione dei salari, la piattaforma di garanzia per imprese, mutui casa e progetti di ricerca, i fondi per l'autotrasporto, le detrazioni relative alla service tax, l'applicazione dal 2015 dei costi standard. Scelta Civica, nel ribadire la fiducia al Governo, ha ricordato i vincoli che gravano sulla manovra e ha espresso l'auspicio che la neonata maggioranza sia più coesa e determinata nel dare attuazione al programma di riforme. Ha auspicato infine approfondimenti alla Camera sui temi della riduzione della spesa, della produttività e delle liberalizzazioni. Il Gruppo delle Autonomie ha espresso apprezzamento per la riduzione del cuneo fiscale e ha dato atto al Governo di aver riesaminato la questione del contributo al risanamento delle autonomie speciali. La componente PSI ha invitato l'Esecutivo ad affrontare alla Camera i temi della lotta all'evasione fiscale, della patrimoniale sulle grandi ricchezze e del sostegno ai redditi più bassi. Il PD ha ricordato che la manovra ha un carattere espansivo e contiene, entro i vincoli dati, significative misure di carattere sociale e ambientale. Ha giudicato equilibrata la soluzione raggiunta sulla tassazione degli immobili, ha negato che la legge di stabilità comporti una stangata fiscale e ha sollecitato interventi ulteriori a sostegno delle famiglie monoreddito, dei giovani, dell'università.
Prima della votazione del maxiemendamento, l'Assemblea ha approvato, per alzata di mano, una modifica di coordinamento proposta dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Legnini (cfr. Resoconto stenografico).
In apertura di seduta il Presidente Grasso ha comunicato il calendario dei lavori, approvato all'unanimità dalla Conferenza dei Capigruppo, fino al 5 dicembre. Domani sarà discussa e votata la decadenza del senatore Berlusconi. Secondo i senatori Calderoli (LN-Aut) e Romani (FI) l'organizzazione della discussione della fiducia, in assenza del testo del maxiemendamento, ha rappresentato una forzatura procedurale.