127ª Seduta pubblica
Giovedì 17 ottobre 2013 alle ore 09:05
L'Assemblea ha approvato la mozione unitaria n. 160 (testo 2) sugli assetti societari di Telecom Italia, che impegna il Governo ad adottare urgentemente disposizioni che consentono di esercitare il golden power e a introdurre una seconda soglia per l'Opa. Della mozione n. 165 del M5S sono stati approvati i punti due e tre, sullo sviluppo delle reti in fibra e sulla valorizzazione dell'occupazione e delle competenze di Telecom, mentre è stato respinto il capoverso cinque riguardante il controllo pubblico della rete.
Sottoscritta da tutti i Gruppi, ad eccezione del Movimento Cinque Stelle, la mozione n. 160 (testo 2), illustrata dal primo firmatario, senatore Mucchetti (PD), fa riferimento all'accordo stipulato il 24 settembre scorso tra i soci della società Talco, che consentirà l'acquisizione da parte dell'azionista telefonica Espana della maggioranza delle azioni e, dunque, la titolarità del controllo di fatto di Telecom Italia (senza che sia prevista alcuna offerta pubblica di acquisto). In premessa si sottolinea che Telecom Italia è una delle poche grandi imprese italiane a potenziale sviluppo globale e che il decreto legge n. 21 del 2012 prevede la possibilità di un intervento dello Stato rispetto a reti e impianti di rilevanza strategica per l'interesse nazionale nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni. Rilevato che l'accordo Telco costituisce l'ennesimo episodio di esclusione dei soci di minoranza, l'attuale soglia unica non tutela le società ad azionariato diffuso e un'eventuale modifica della normativa sull'Opa non avrebbe effetti retroattivi, la mozione impegna il Governo ad attivarsi al fine di introdurre con la massima urgenza, anche attraverso l'adozione di un decreto-legge, necessarie modifiche al testo unico della finanza (TUF), in modo da rafforzare i poteri di vigilanza della Consob nell'accertamento di situazioni di controllo di fatto di singoli soci; ad aggiungere alla soglia fissa del 30 per cento, già prevista per l'Opa obbligatoria, una seconda soglia legata all'accertata situazione di controllo di fatto; a completare con la massima urgenza l'adozione di regolamenti di attuazione del decreto-legge n. 21 per l'esercizio da parte dello Stato della golden rule per imprese di interesse strategico, specialmente quando sono in gioco infrastrutture da cui dipende la sicurezza del Paese.
La mozione n. 165 del Movimento 5 Stelle, illustrata dal senatore Ciampolillo (M5S), sottolinea in premessa che, nell'ambito delle comunicazioni, lo sviluppo della rete costituisce strumento indispensabile per assicurare uguaglianza, libertà, democrazia e lo Stato ha il dovere di assicurare beni essenziali per i cittadini. Essa impegna il Governo, non solo ad adottare disposizioni che consentono di esercitare il golden power e a introdurre una seconda soglia per l'Opa, ma anche ad assicurare un più rapido sviluppo delle reti in fibra di nuova generazione, coerentemente con gli obiettivi dell'Agenda digitale europea; ad assicurare piena tutela e valorizzazione dell'occupazione e del patrimonio di conoscenze e competenze di Telecom Italia; ad adottare le misure per assicurare che l'infrastruttura di rete sia pubblica o sotto il controllo pubblico.
Nella discussione sono intervenuti il senatore Cervellini (Misto-Sel), il quale ha dichiarato chiusa l'epoca dei capitani coraggiosi e ha criticato il Governo per aver sottolineato, all'indomani dell'accordo, il carattere privato dell'azienda; i senatori Paola Pelino (PdL) e Gasparri, i quali hanno ringraziato i Presidenti delle Commissioni lavori pubblici e industria, senatori Matteoli (PdL) e Mucchetti (PD), hanno sottolineato l'assenza in Aula del Ministro dell'economia e hanno sollecitato maggiore chiarezza e coraggio da parte del Governo a tutela dell'integrità della società e dell'interesse nazionale. Secondo il senatore Cioffi (M5S) la vicenda Telecom dimostra il fallimento di privatizzazioni che hanno provocato il dissesto delle aziende.
La Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio De Camillis ha segnalato alcune criticità: la soglia del 30 per cento recepisce una direttiva comunitaria e una modifica della normativa sull'Opa richiederebbe una valutazione di impatto. Le verifiche sul controllo di fatto della società richiedono tempi lunghi e il carattere discrezionale dei poteri della Consob espone a impugnative.
Il senatore Mucchetti (PD) non ha accolto la richiesta della rappresentante del Governo di espungere dalla mozione unitaria il riferimento all'adozione di un decreto-legge. Il senatore Ciampolillo (M5S) ha mantenuto in votazione il capoverso della mozione n. 165, sul quale il Governo ha espresso parere contrario, riguardante il controllo pubblico dell'infrastruttura di rete.
Nelle dichiarazioni di voto, a favore delle mozioni, sono intervenuti i senatori: Cervellini (Misto-Sel), Consiglio (LN-Aut), Linda Lanzillotta (SCpI), Martelli (M5S), Gibiino (PdL), Filippi (PD).
La Lega Nord ha criticato il Governo per l'incapacità di opporsi alla perdita di asset strategici e ha invocato la necessità di un piano industriale che scorpori la rete dai servizi. Scelta Civica ha posto l'accento sulla miopia del capitalismo industriale del Paese e sulle finalità non protezionistiche della doppia soglia, che mira ad attirare investitori esteri. Il PD ha evidenziato che Telecom, al di là della situazione debitoria, è un'azienda sana e ha espresso perplessità su ipotesi di scorporo, ricordando che i partner europei investono ingenti risorse pubbliche nella rete.
L'Assemblea ha poi approvato il ddl n. 884 di ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013. Il testo passa ora alla Camera dei deputati.
Il relatore, senatore Paolo Romani (PdL), ha segnalato che l'Accordo, risultato di un'intensa attività negoziale tra Italia, Albania e Grecia, mira a realizzare un gasdotto transfrontaliero e a rafforzare le collaborazioni in essere tra i due Paesi in materia di approvvigionamento energetico, anche in vista del previsto calo di produzione in Europa nei prossimi 15-20 anni. Per la realizzazione del gasdotto, lungo circa 800 chilometri e capace di trasportare 10 miliardi di metri cubi di gas all'anno, è stata costituita la società Trans Adriatic Pipeline (TAP), la cui compagine societaria è ancora in fase di definizione.
Sono state respinte la questione pregiudiziale di costituzionalità, avanzata dal senatore Martelli (M5S), secondo cui l'Accordo viola le prerogative delle autonomie territoriali, e la questione sospensiva, avanzata dalla senatrice De Petris (Misto-Sel), che chiedeva il rinvio in attesa che si concluda la valutazione di impatto ambientale.
Rispondendo a una richiesta della Nord, la Vice Ministro degli affari esteri Dassù ha fornito chiarimenti sulla struttura azionaria della società TAP e sulla vendita, avvenuta lo scorso 19 settembre, di volumi di gas per un importo di 200 miliardi di dollari.
Nella discussione generale sono intervenuti i senatori: Barbara Lezzi, Daniela Donno, Cioffi, Petrocelli, Martelli, Lucidi (M5S); Collina (PD); Mancuso, Giovanardi (PdL).
In replica il relatore, senatore Romani (PdL), ha posto l'accento sulla diversificazione delle fonti di approvvigionamento e sull'opportunità di ridurre i costi energetici. Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico De Vincenti ha sottolineato che gas e fonti rinnovabili sono i pilastri della politica energetica. Ha fornito assicurazioni sui benefici economici dell'Accordo e sul rispetto della valutazione di impatto ambientale.
Hanno svolto dichiarazione di voto contro la ratifica le senatrici De Petris (Misto-Sel) e De Pietro (M5S). In dissenso dal Gruppo è intervenuto il senatore Battista (M5S). Hanno dichiarato invece voto favorevole alla ratifica i senatori Crosio (LN-Aut), Romano (SCpI), Amoruso (PdL), Russo (PD).
Movimento 5 Stelle ha criticato il Governo per la mancanza di una strategia energetica coerente e per lo scarso investimento sulle fonti rinnovabili. La Lega Nord ha sottolineato la mancata partecipazione dell'Italia alla società incaricata di costruire e gestire il gasdotto e la difficile cooperazione fiscale con la Confederazione elvetica. Sel ha chiesto una consultazione pubblica con i cittadini e ha negato che il gasdotto sia un'opera di interesse strategico nazionale.
Il Sottosegretario De Vincenti ha chiesto infine un rinvio dell'esame della mozione sul processo di democratizzazione in Myanmar.