126ª Seduta pubblica
Mercoledì 16 ottobre 2013 alle ore 09:32
L'Assemblea ha ripreso l'esame in seconda deliberazione del ddl costituzionale n. 813-B, che reca istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali.
Il disegno di legge prevede l'istituzione di un Comitato parlamentare, composto da venti deputati e venti senatori, nominati dai Presidenti delle Camere tra i componenti delle Commissioni affari costituzionali dei due rami del Parlamento. Il Comitato esamina in sede referente i progetti di legge costituzionale relativi ai Titoli I, II, III e V della parte seconda della Costituzione e i conseguenti progetti di legge ordinaria di riforma dei sistemi elettorali. E' fissato un termine di diciotto mesi per la conclusione dei lavori: al Comitato sono riservati sei mesi per completare l'esame in sede referente; ciascun ramo del Parlamento ha poi tre mesi di tempo per esaminare i progetti di legge; l'intervallo tra la prima e la seconda deliberazione è ridotto a quarantacinque giorni. E' prevista, infine, la possibilità di un referendum confermativo anche nel caso in cui il testo di legge sia approvato a maggioranza dei due terzi delle Camere.
Si è conclusa la discussione generale, iniziata nella seduta di ieri, nella quale hanno preso la parola i senatori: Crimi, Rosetta Blundo, Airola, Battista, Ornella Bertorotta, Paola Nugnes, Castaldi, Vilma Moronese, Petrocelli, Elisa Bulgarelli, Marton, Nunzia Catalfo, Ciampolillo, Cioffi, Bocchino, Elena Fattori, Lucidi, Daniela Donno, Gaetti, Vacciano, Girotto, Martelli, Giovanna Mangili, Romano, Maria Mussini, Morra, Endrizzi, Orellana, Pepe, Sara Paglini, Scibona, Michela Montevecchi, Manuela Serra, Serenella Fucksia, Laura Bottici (M5S), i quali hanno difeso la Costituzione del 1948, criticando la procedura derogatoria rispetto all'articolo 138 della Costituzione, da cui traspare la volontà di indebolire il Parlamento, e il comportamento del Capo dello Stato che appare garante delle larghe intese più che della Costituzione. Secondo Movimento 5 Stelle il progetto di riforma costituzionale, oltre a distogliere il legislatore dalle autentiche priorità del Paese - reddito di cittadinanza e sostegno alle piccole imprese -, recepisce le indicazioni della burocrazia di Bruxelles al fine di rendere le istituzioni più funzionali alle esigenze dei poteri forti. Al contrario di destra e sinistra che si inchinano ai mercati finanziari, e perseguono un progetto di semplificazione autoritaria, il Movimento 5 Stelle intende tutelare i valori della comunità, del lavoro e della democrazia diretta.
I senatori Barozzino, Loredana De Petris, Alessia Petraglia, Cervellini, Uras (Misto-SEL) hanno rivendicato l'attualità dei diritti garantiti dalla Costituzione vigente e hanno richiamato la partecipata manifestazione di sabato scorso in difesa della Carta del '48, criticando la relazione della Commissione di esperti, da cui emerge la volontà di ridurre i partiti a comitati elettorali e la confusione tra lotta agli sprechi e riduzione degli spazi di democrazia. Hanno evidenziato infine la complessità della procedura straordinaria e le conflittualità insite nella composita maggioranza che non consentiranno di rispettare i tempi previsti. La Lega Nord - ha ricordato senatrice Patrizia Bisinella (LN-Aut) - ha accordato un'apertura di credito al Governo affinché vari entro tempi certi riforme volte a ridurre il numero dei parlamentari e attuare il federalismo fiscale.
Secondo i senatori Nencini, Laniece, Palermo (Aut-PSI) il percorso delle riforme non può prescindere da un leale atteggiamento del Governo verso le autonomie speciali. I senatori D'Ascola, Mazzoni, Carraro, Gasparri, D'Alì (PdL) hanno criticato l'idea della intangibilità della seconda parte della Costituzione, ponendo l'accento sull'ineludibilità di riforme che conducano a una migliore funzionalità delle istituzioni, a processi decisionali più rapidi, al ripristino del giusto equilibrio tra potere politico e ordine giudiziario. Hanno criticato la moltiplicazione dei centri di spesa provocata dalla riforma del Titolo V e hanno richiamato l'opportunità di legare la legge elettorale alla scelta della forma di governo. I senatori Di Biagio e Della Vedova (SCpI) hanno accusato di conservatorismo il Movimento 5 Stelle, hanno criticato l'ipotesi avanzata dalla commissione di esperti di sopprimere la circoscrizione Estero e hanno auspicato una revisione ambiziosa della legge elettorale, ancorata al mutamento della forma di governo. Il senatore Barani (GAL) ha posto l'accento sulla necessità di aggiornare e europeizzare la Costituzione, anche attraverso una revisione delle norme sul Titolo V che hanno prodotto numerose disfunzioni soprattutto nella sanità.
I senatori Nerina Dirindin, Gotor e Lepri (PD) hanno espresso preoccupazione per il mancato riferimento, nella relazione dei saggi, ai livelli essenziali di assistenza; hanno ricordato l'impegno profuso dal Presidente della Repubblica nelle riforme costituzionali che hanno l'obiettivo di garantire efficienza, stabilità, competitività, superando derive assembleariste e contrapposizioni aspre. Hanno sottolineato infine i punti condivisi dalla maggioranza: superamento del bicameralismo perfetto, riduzione del numero dei parlamentari, semplificazione dei processi decisionali, rapporto rafforzato con il Parlamento europeo, modifiche del Titolo V, superamento della cooptazione e della frammentazione in materia elettorale. Hanno espresso infine una preferenza per il governo parlamentare del Primo Ministro.
Le repliche e le dichiarazioni di voto finale si svolgeranno nella seduta antimeridiana del 23 ottobre.