121ª Seduta pubblica
Mercoledì 9 ottobre 2013 alle ore 16:00
L'Assemblea ha accolto, con una modifica, la proposta di risoluzione di maggioranza che approva la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza del 2013. Sono rimaste precluse le proposte di risoluzione presentate dai Gruppi di opposizione.
La risoluzione di maggioranza n. 4 impegna il Governo ad adottare le misure per rispondere alle raccomandazioni del Consiglio europeo in tema di risanamento delle finanze pubbliche e rilancio della competitività; a presentare un collegato in materia di appalti, infrastrutture e trasporti; a predisporre interventi di sostegno ai redditi da lavoro e riduzione di imposte gravanti sul costo del lavoro; a prevedere un adeguato rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga; a completare i pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni; a valorizzare il ruolo dell'impresa manifatturiera e gli asset strategici; a favorire l'internazionalizzazione delle imprese; a garantire risorse finanziarie certe agli enti locali; a rivedere il Patto di stabilità interno per ridurre i vincoli sugli investimenti; a migliorare l'utilizzo dei fondi strutturali europei; a promuovere la concorrenza e la semplificazione burocratica. La proposta impegna inoltre il Governo ad adoperarsi in sede europea per assicurare maggiore spazio di operatività alle politiche per la crescita, per costruire un vero bilancio federale, per mutare il ruolo della BCE, per armonizzare la fiscalità europea, per adottare una politica comune dell'immigrazione.
E' stato accolto l'emendamento 4.3 del senatore Berger (Aut-PSI) che prevede l'impegno in sede europea affinché il cofinanziamento dei fondi strutturali sia escluso dal Patto di stabilità. Sono stati invece respinti gli emendamenti 4.1 e 4.2 del senatore Uras (Misto-Sel) in tema di difesa del suolo, politica energetica, reddito minimo garantito.
Il relatore, senatore Santini (PD), ha riferito oralmente sui contenuti della Nota di aggiornamento che evidenzia, a livello macroeconomico, una ripresa graduale e differenziata nelle diverse aree del mondo. In Italia si registra un rallentamento nella contrazione del Pil che nel 2013 è previsto ridursi dell'1,7 per cento, mentre dovrebbe crescere di un punto percentuale nel 2014. L'andamento negativo del fabbisogno è imputabile all'accelerazione dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni, ai più elevati rimborsi fiscali e alla crescita dei tassi d'interesse. Il Governo intende comunque intervenire tempestivamente per mantenere il deficit entro la soglia del 3 per cento. Il conseguimento del pareggio strutturale, che richiede stabilità politica, resta infatti una condizione indispensabile per assicurare la sostenibilità del debito pubblico. Alla manovra di bilancio 2014-2016 il Governo prevede di collegare diversi disegni di legge per intervenire sui fattori che limitano la competitività e la produttività e per aumentare crescita e occupazione.
Nella discussione hanno preso la parola i senatori: Vacciano, Barbara Lezzi, Ornella Bertorotta, Martelli (M5S); Fornaro, Bianco, Erica D'Adda, Tomaselli, Tonini (PD); Consiglio (LN-Aut); Uras (Misto-Sel); Luigi Marino (SCpI); D'Ambrosio Lettieri e D'Alì (PdL).
Il Movimento 5 Stelle ha denunciato l'insostenibilità del Fiscal compact e la scarsa attendibilità delle previsioni del Governo; ha rilevato l'elevato livello della spesa per interessi, che assorbe le risorse dell'avanzo primario; ha criticato in particolare l'aumento dell'Iva, il piano di dismissioni e privatizzazioni, le contraddizioni della politica energetica. La risoluzione n. 3 chiede al Governo di rinegoziare in sede europea i trattati europei in vista di una nuova alleanza fondata sul benessere dei cittadini; di riqualificare la spesa pubblica e ridurre i costi della politica, di diminuire la pressione fiscale e aumentare la tassazione sui redditi di natura finanziaria. Il testo prevede impegni specifici in materia di politiche della difesa, della sanità, dell'ambiente e del lavoro.
La Lega Nord ha escluso la possibilità di una ripresa nel 2014 in considerazione dell'aumento della pressione fiscale, giunta al 44 per cento. La proposta di risoluzione n. 2 chiede al Governo di ridurre la spesa pubblica, di dare piena attuazione alla legge delega sul federalismo fiscale, di migliorare il coordinamento della finanza pubblica, di riformare il Patto di stabilità interno, di ripristinare la gestione decentrata delle tesorerie di Regioni ed enti locali.
Sel ha negato che sia in atto una ripresa; ha criticato l'impostazione centralista del DEF, il mancato coinvolgimento delle parti sociali, la continuità con le politiche di austerità recessiva che hanno provocato un aumento delle diseguaglianze e perfino del debito pubblico. La proposta di risoluzione n. 1 chiede al Governo, in sede europea, di promuovere una vera unione politica, di proporre il superamento del Fiscal compact, di concordare misure per lo sviluppo sostenibile, di rinegoziare la golden rule; propone inoltre, sul piano nazionale, di superare le politiche di austerità con misure a sostegno della domanda e interventi a favore del lavoro, degli investimenti, della lotta alla povertà.
Secondo il PD la Nota di aggiornamento fotografa realisticamente la situazione del Paese. Il Governo deve spingere maggiormente su equità e crescita, utilizzando le risorse provenienti dall'emersione del sommerso per ridurre il carico fiscale. Alcuni interventi hanno sottolineato l'opportunità di salvaguardare il carattere universalistico della sanità pubblica.
Il PdL ha posto l'accento sulla diminuzione della pressione fiscale e sulla riduzione dello stock del debito attraverso la valorizzazione del patrimonio pubblico, sull'aumento della produttività, ricordando che la revisione della spesa richiede tempo per produrre effetti. Ha sollecitato inoltre misure specifiche a favore della riqualificazione edilizia, delle infrastrutture, della delegificazione. Ha criticato infine l'ipotesi di una riforma del sistema sanitario basata sul carattere selettivo delle prestazioni.
Scelta Civica per l'Italia ha sottolineato la necessità di una legge di stabilità a sostegno delle attività produttive, esprimendo il timore di una sopravvalutazione dell'impatto economico dei provvedimenti adottati finora. Ha quindi sollecitato il Governo a ridurre la spesa pubblica, a varare riforme strutturali, a stanziare risorse adeguate per ridurre il cuneo fiscale, ad aggiungere ai collegati norme sulle liberalizzazioni e sul mercato del lavoro.
In fase di dichiarazioni di voto, il Gruppo per le Autonomie ha posto l'accento sulle riforme strutturali e sulla revisione del Patto di stabilità interno. GAL ha espresso perplessità sull'efficacia di un piano di dismissioni e cartolarizzazioni e ha auspicato un piano per il Mezzogiorno che contrasti la desertificazione industriale.
In replica il relatore ha auspicato la condivisione nazionale di un piano per il risanamento e la crescita. Il Vice Ministro dell'economia Casero, nell'accettare la proposta di risoluzione n. 4, ha rinnovato l'impegno a mantenere il rapporto deficit Pil entro il 3 per cento. Ha quindi evidenziato la necessità di sostenere la manifattura, di defiscalizzare lavoro e impresa, di promuovere investimenti e di riqualificare la spesa. Ha condiviso infine la necessità di un'azione a livello europeo per una maggiore integrazione e armonizzazione fiscale.
Hanno svolto dichiarazione di voto a favore della risoluzione di maggioranza i senatori: Fravezzi (Aut-PSI), Scavone (GAL), Lanzillotta (SCpI), Azzollini (PdL) e Sangalli (PD).
A favore delle rispettive proposte di risoluzione sono intervenuti i senatori: Molinari (M5S), Silvana Comaroli (LN-Aut) e Uras (Misto-Sel). In dissenso dal Gruppo, la senatrice Bulgarelli (M5S) ha annunciato l'astensione sulla risoluzione di maggioranza.