93ª Seduta pubblica
Giovedì 8 agosto 2013 alle ore 09:34
L'Assemblea ha approvato in via definitiva, con il voto contrario di Lega Nord e Movimento 5 Stelle, il ddl n. 896-B di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° luglio 2013, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena.
Noto come svuota-carceri il decreto, al fine di ridurre gli ingressi in carcere e di dare attuazione a una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, estende il beneficio della sospensione della pena e dell'applicazione di misure alternative alla detenzione, ampliando la possibilità per i detenuti di prestare attività a titolo volontario e gratuito in progetti di pubblica utilità. Le principali modifiche apportate dalla Camera, sulle quali ha riferito nella seduta pomeridiana di ieri il relatore, senatore D'Ascola, riguardano: l'applicabilità anche al reato di finanziamento illecito dei partiti della custodia cautelare, che può essere disposta solo per i delitti per i quali è prevista la reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni; l'elevazione a cinque anni della pena massima per reati persecutori; l'esclusione del furto pluriaggravato dal novero dei reati cui si applicano i benefici del provvedimento; il ripristino della disciplina di maggior favore per i condannati cui è applicata la recidiva reiterata specifica; la soppressione della disposizione che consentiva al commissario straordinario per le infrastrutture carcerarie di derogare a norme in materia urbanistica.
Le dichiarazioni di voto a favore del provvedimento sono state svolte dai senatori: Barani (GAL), che ha criticato le modifiche di stampo giustizialista e dal sapore demagogico introdotte alla Camera; De Cristofaro (Misto-SEL), che ha invece espresso apprezzamento per le modifiche e ha auspicato ulteriori interventi per cambiare la normativa in materia di immigrazione e di sostanze stupefacenti e per introdurre il reato di tortura; Susta (SCpI), che ha giudicato positivamente un provvedimento che pure non risolve definitivamente il problema dell'efficacia della pena e della riforma del sistema sanzionatorio; Buemi (Aut-PSI), che ha richiamato i dati statistici sulla recidiva sottolineando gli effetti positivi dell'indulto. Il senatore Torrisi (PdL) ha valutato positivamente l'innalzamento del limite per applicare la custodia cautelare e la previsione di misure alternative alla detenzione in carcere per i reati di minore entità, auspicando che il provvedimento rappresenti il primo passo verso una riforma della giustizia. Il senatore Lumia (PD) ha ricordato che il provvedimento non tocca i reati di mafia e di corruzione ed esclude dai benefici i condannati per delitti che provocano allarme sociale.
Con argomentazioni diverse, hanno svolto dichiarazione di voto contraria al provvedimento la senatrice Stefani (LN-Aut), che ha invocato la certezza della pena e la tutela delle vittime dei reati, criticando gli interventi d'urgenza sul sistema penale; e il senatore Buccarella (M5S) che ha criticato la norma sul commissario e il mancato inserimento del favoreggiamento tra i reati ostativi, ma ha negato che il provvedimento costituisca un indulto e ha condannato affermazioni che alimentano la paura.
Prima di passare al punto successivo dell'ordine del giorno, il senatore Caliendo (PdL) ha richiamato le norme regolamentari sulla riservatezza dei lavori nella Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari. In replica, il senatore Crimi (M5S) ha ricordato che sono previsti strumenti di pubblicità delle sedute della Giunta. Al termine della seduta il senatore Calderoli (LN-Aut) ha dato atto al senatore Crimi (M5S) di essersi limitato a diffondere il contenuto di atti parlamentari.
L'Assemblea ha deliberato all'unanimità l'urgenza, richiesta ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento, in ordine ai ddl in materia elettorale n. 356, dei senatori Anna Finocchiaro e Zanda (PD); n. 396, della senatrice De Petris (Misto-SEL) e altri; n. 406, del senatore Fravezzi (Aut-PSI) e altri; n. 432, del senatore Stefano Esposito (PD) e altri; n. 559, del senatore Calderoli (LN-Aut); n. 674, della senatrice Di Giorgi (PD) e altri; n. 685 della senatrice Finocchiaro (PD).
La richiesta è stata illustrata dal senatore Marcucci (PD) il quale ha auspicato il ritorno al Mattarellum, ricordando i difetti dell'attuale sistema elettorale che, con l'introduzione delle liste bloccate e il superamento dei collegi uninominali, ha tradito la svolta maggioritaria degli anni Novanta. Il senatore Nencini (Aut-PSI) ha evidenziato che il cosiddetto Porcellum, contro le intenzioni del legislatore, ha minato bipolarismo e stabilità governativa. Il senatore Mario Mauro (GAL) ha sottolineato la necessità di una legge elettorale coerente con le riforme istituzionali e capace di coniugare rappresentatività e stabilità. La senatrice De Petris (Misto-SEL), che considera la riforma elettorale prioritaria rispetto alle riforme costituzionali, ha ricordato che la Corte costituzionale ha dato ragione ai promotori del referendum abrogativo. Il senatore Calderoli (LN-Aut), cui è stata attribuita la paternità della legge vigente perché nel 2005 era Ministro per le riforme, ha chiesto la votazione per parti separate dei ddl che dettano una disciplina transitoria; ha sollecitato l'incardinamento delle legge elettorale in Commissione e ha rivelato che il Porcellum ha avuto il tacito favore di centrodestra e centrosinistra. Secondo il senatore Maran (SCpI) la legge elettorale dovrebbe ridurre la frammentazione e garantire la stabilità governativa. Secondo il senatore Morra (M5S) il Porcellum, privando l'elettore della diritto di scegliere i candidati, ha aumentato l'astensionismo, ma anche il sistema di elezione dei sindaci presenta limiti evidenti. Il senatore Bruno (PdL) si è dichiarato contrario alla votazione per parti separate; ha auspicato il varo di una norma di emergenza per accogliere i rilievi della Corte costituzionale e per garantire una maggioranza omogenea al Senato, sottolineando però che la legge elettorale a regime dovrà essere coerente con le riforme istituzionali.
L'Assemblea ha respinto invece la richiesta di dichiarazione d'urgenza in ordine al ddl n. 452 del senatore Crimi (M5S) in materia di criteri di candidabilità, revoca e decadenza del mandato parlamentare.
Il senatore Crimi (M5S) ha richiamato il contenuto del provvedimento "Parlamento pulito", che prevede l'ineleggibilità perpetua dei condannati in via definitiva, l'incandidabilità dei cittadini che abbiano svolto la funzione parlamentare per due legislature, la reintroduzione nella legge elettorale del voto di preferenza. A favore dell'urgenza è intervenuto il senatore De Cristofaro (Misto-SEL) secondo il quale ricostruire un rapporto di fiducia tra cittadini e rappresentanti parlamentari costituisce un'emergenza democratica. Contro la dichiarazione d'urgenza si sono pronunciati i senatori: Compagna (GAL), Della Vedova (SCpI), Bruno (PdL), Anna Finocchiaro (PD), secondo la quale il provvedimento si inscrive nella materia elettorale e sollecita un intervento più ampio sulla democrazia interna ai partiti.
E' stato rinviato, srichiesta della senatrice De Petris (Misto SEL), l'esame del ddl n. 884 di ratifica e esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto "Trans Adriatic Pipeline", fatto ad Atene il 13 febbraio 2013.
L'Assemblea tornerà a riunirsi il 4 settembre per l'esame di mozioni.