70ª Seduta pubblica
Mercoledì 17 luglio 2013 alle ore 16:36
L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 825, recante istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, già approvato dalla Camera dei deputati.
Il ddl riproduce essenzialmente il testo della legge n. 192 del 2008, istitutiva della Commissione antimafia nella XVI legislatura, che ampliò l'oggetto di analisi alle associazioni criminali straniere. Le principali variazioni concernono l'utilizzo dell'espressione "mafie" al plurale e la disposizione relativa al caso di sopravvenienza, in capo ad un componente della Commissione, delle situazioni previste nella proposta di autoregolamentazione.
I compiti della Commissione consistono nella verifica, indagine e formulazione di proposte migliorative su diversi temi e profili: l'attuazione della legge La Torre, che ha introdotto nel codice penale il delitto di associazione di tipo mafioso; la normativa sui collaboratori di giustizia; l'applicazione dell'articolo 41-bis del regolamento penitenziario agli imputati condannati per reati mafiosi; l'azione di prevenzione e cooperazione giudiziaria a livello europeo internazionale; i connotati socioculturali delle organizzazioni criminali; il rapporto tra mafia e politica con specifico riguardo all'infiltrazione negli organi amministrativi, alla selezione di candidature e gruppi dirigenti, all'infiltrazione negli appalti e nelle opere pubbliche.
I poteri della Commissione sono analoghi a quelli dell'autorità giudiziaria, anche se la Commissione non può adottare provvedimenti attinenti la libertà e la segretezza della corrispondenza né limitazioni della libertà personale. Resta vigente la disciplina in tema di segreto professionale bancario; non sono invece opponibili il segreto d'ufficio e il segreto di Stato. I 50 componenti della Commissione e il personale addetto sono vincolati al segreto, che è sanzionato penalmente.
Nel riferire sui contenuti del provvedimento il relatore, senatore Gotor (PD), ha evidenziato che i nodi problematici dell'attuale normativa in materia antimafia riguardano l'autoriciclaggio, la vendita dei beni confiscati, la verifica dell'adeguatezza delle strutture preposte alla prevenzione e contrasto dei fenomeni criminali.
Nella discussione generale sono intervenuti i senatori: Paola De Pin (Misto); Di Biagio, Maran (SCpI); Santangelo, Giarrusso (M5S); Torrisi, Giovanardi (PdL); Lumia, Pagliari (PD); Erika Stefani (LN-Aut); Barani (GAL).
Nel passaggio all'esame degli articoli si è svolto un lungo dibattito, nel quale sono intervenuti i senatori Caliendo (PdL), Casini (SCpI), Giarrusso (M5S), Finocchiaro (PD), Ferrara (GAL), Buemi (Aut-PSI), Palma (PdL), De Cristofaro (Misto-SEL), sulla proposta di inserire, tra i compiti della Commissione, l'indagine delle cause e responsabilità delle stragi e dei fatti connessi a fenomeni eversivi e mafiosi verificatisi in Italia. Considerata l'opportunità di non dilatare eccessivamente la competenza dell'organo parlamentare, anche in considerazione del fatto che l'indagine sulle stragi politico-mafiose è già menzionata all'articolo 1, il senatore Lumia (PD) ha ritirato l'emendamento 1.200. L'identico emendamento 1.201 del senatore Giarrusso (M5S) è stato invece respinto.
Il seguito della discussione è rinviato alla seduta antimeridiana di domani.