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505ª Seduta pubblica
Mercoledì 16 settembre 2015 alle ore 09:30
L'Assemblea ha votato i documenti definiti dalla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari. In relazione ad un procedimento penale per il reato di diffamazione a mezzo stampa, ha approvato la proposta della Giunta di deliberare che le dichiarazioni rese da Franco Turigliatto, senatore all'epoca dei fatti, costituiscono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni e ricadono pertanto nell'ipotesi di cui all'articolo 68 della Costituzione.
In relazione ad un procedimento penale per i reati di diffamazione aggravata da finalità discriminazione razziale nei confronti del senatore Roberto Calderoli, l'Assemblea, con votazione per parti separate, ha approvato la proposta della Giunta di ritenere il fatto insindacabile per l'aggravante di istigazione all'odio razziale, mentre ha respinto l'insindacabilità per l'ipotesi di diffamazione. Il relatore, sen. Malan (FI-PdL), ha ricordato che la vicenda trae origine da frasi pronunciate nei confronti del Ministro Kyenge nel corso di un comizio. La Giunta, respingendo la proposta del sen. Crimi (M5S), ha rilevato che la dichiarazione rappresentava una critica politica alla politica migratoria del Ministro. Il sen. Zanda (PD) ha chiesto un rinvio per approfondire la questione. Secondo il sen. Crimi (M5S) la richiesta di rinvio è uno strumento di ricatto nei confronti del sen. Calderoli che ha presentato cinquecentomila emendamenti sulla riforma costituzionale. Il sen. Calderoli (LN) ha sollecitato la decisione dell'Assemblea, evidenziando che, nonostante il voto in Giunta, il procedimento penale è proseguito e l'ultima udienza è stata fissata il 3 ottobre prossimo. La sen. De Petris (SEL) si è dichiarata contraria al rinvio, che può essere considerato un mezzo di indebita pressione. Anche il sen. Gasparri (FI-PdL) si è dichiarato contrario. Il sen. Augello (AP) ha ricordato che la Giunta, lo scorso febbraio, ha votato ad ampia maggioranza l'insindacabilità: il rinvio non è giustificato e rappresenterebbe un atto di debolezza. Secondo il sen. D'Ambrosio Lettieri (CR) il voto del Senato è urgente e serve ad evitare un conflitto con la magistratura. Il sen. Ferrara (GAL) ha chiesto al sen. Zanda di ritirare la richiesta di rinvio. Il sen. Buemi (Aut) ha evidenziato la necessità di dare certezza al sen. Calderoli in ordine alla sua posizione processuale. Dopo che la proposta di rinvio è stata respinta, il sen. Calderoli (LN) ha ricordato di non aver avuto alcuna intenzione di offendere e di essersi subito pentito della battuta infelice: il Ministro Kyenge ha accettato le sue scuse, non l'ha querelato e non si è costituita parte civile nel processo. L'Assemblea ha approvato la richiesta del relatore di votare per parti l'aggravante per istigazione razziale e la diffamazione, dopo che il sen. Stefano (SEL), richiamando il Regolamento, ha argomentato la sua contrarietà.
In relazione alla domanda di autorizzazione all'utilizzazione di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni telefoniche di Antonio Papania, senatore all'epoca dei fatti, nell'ambito di un procedimento pendente nei suoi confronti, l'Assemblea ha approvato la proposta della Giunta di concedere l'autorizzazione per le sole intercettazioni effettuate fino al 1° novembre 2010 e di rigettare la richiesta per tutte le comunicazioni successive. Dopo la relazione del sen. Alicata (FI-PdL), i sen. Santangelo e Giarrusso (M5S) si sono dichiarati favorevoli all'autorizzazione di tutte le intercettazioni effettuate.
In relazione a un procedimento civile nei confronti del senatore Antonio Gentile, dopo la relazione della sen. Filippin (PD), l'Assemblea ha approvato la proposta della Giunta di ritenere che il fatto è insindacabile, concernendo opinioni espresse nell'esercizio della funzione parlamentare.
Con votazione a scrutinio segreto, l'Assemblea ha respinto per la seconda volta le dimissioni presentate dal senatore Vacciano.
Il sen. Vacciano (Misto), dopo l'uscita dal Gruppo Movimento 5 Stelle, ha ribadito la volontà di abbandonare il mandato per rispetto della volontà degli elettori. I sen. Castaldi, Laura Bottici e Airola (M5S) hanno annunciato voto favorevole, invitando l'Assemblea a non strumentalizzare la vicenda. Il sen. Carraro (FI-PdL) ha annunciato voto favorevole per rispetto personale. Il sen. Buemi (Aut) ha annunciato invece voto contrario, ritenendo che le ragioni delle dimissioni siano politiche e non personali. Pur non condividendo i motivi della scelta, il sen. Campanella (Misto) ha annunciato voto favorevole, le sen. Bencini e Simeoni (Misto) hanno invece dichiarato voto contrario. I sen. Falanga e D'Anna (AL) hanno annunciato voto contrario in nome del divieto di vincolo del mandato parlamentare.
L'Assemblea ha avviato, infine, l'esame del ddl n. 1559, recente norme per la riorganizzazione dell'attività di consulenza finanziaria.
La relatrice, sen. Ricchiuti (PD), ha illustrato il provvedimento, finalizzato alla razionalizzazione del sistema di vigilanza sui promotori finanziari e sui consulenti finanziari mediante mirate modifiche al testo unico della finanza. La proposta consta di un unico articolo ed è volta all'istituzione di un albo unico gestito da un solo organismo con personalità giuridica di diritto privato. L'albo si articola in tre distinte sezioni con riguardo al tipo di attività svolta dai soggetti, che assumono le seguenti denominazioni: consulenti finanziari abilitati all'offerta fuori sede (attuali promotori finanziari); persone fisiche consulenti finanziari indipendenti (attuali consulenti finanziari); società di consulenza finanziaria.
In discussione generale è intervenuto il sen. Gianluca Rossi (PD). Il seguito dell'esame è stato rinviato, in attesa del parere della Commissione bilancio.
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