Senato TV
479ª Seduta pubblica
Mercoledì 8 luglio 2015 alle ore 09:31
L'Assemblea ha respinto la richiesta di dichiarazione d'urgenza del ddl costituzionale n. 1969 sull'indizione di un referendum popolare per l'adozione di una nuova moneta nazionale. Il sen. Crimi (M5S), illustrando la finalità del ddl di iniziativa popolare, ha posto l'accento sul fallimento dell'euro, legato al potere della finanza e a politiche di austerità che hanno aggravato la crisi e le divergenze tra i Paesi europei. Secondo il sen. Campanella (Misto-SEL) il tema è mal posto: il passaggio dall'Unione delle banche all'Unione dei popoli deve avvenire a livello europeo. Secondo il sen. Maran (PD), che ha annunciato voto contrario, l'euro ha garantito la pace tra i popoli e un'Europa frammentata non avrebbe chances in un mondo di sfide globali: occorre trasformare l'unione monetaria in unione politica. Il sen. Candiani (LN) ha annunciato invece voto favorevole, richiamando il diritto del popolo a scegliere il proprio destino. La sen. Bonfrisco (CR) ha annunciato, per senso di responsabilità, voto contrario: un referendum sull'euro rappresenterebbe un rischio, ma la richiesta di M5S impone una riflessione: in mancanza di un cambio di rotta, l'Unione europea non avrà più ragione di esistere. Secondo il sen. D'Alì (FI-PdL) la richiesta di M5S ha un carattere populista e può comportare turbolenze sui mercati finanziari. Per rafforzare l'economia europea occorrono una maggiore integrazione fiscale e un riequilibrio tra paesi continentali e paesi mediterranei.
L'Assemblea ha respinto anche la richiesta di dichiarare l'urgenza del ddl costituzionale di iniziativa popolare sull'indizione di un referendum di indirizzo per la rifondazione di un'Unione europea democratica e federale basata sui popoli e sulle regioni, per l'adesione all'Area Euro limitata ai territori che rispettano il pareggio di bilancio e per il coinvolgimento del popolo nelle procedure di approvazione dei trattati europei. Il sen. Candiani (LN), illustrando la richiesta, ha ricordato il referendum di indirizzo del 1989, che dava mandato a costruire un'Europa politica. Negli anni successivi, l'Unione europea, senza legittimazione democratica, ha esteso progressivamente i suoi poteri, condizionando pesantemente le scelte dei Governi nazionali. Il sen. De Cristofaro (SEL) ha annunciato la non partecipazione al voto: l'esempio greco non va strumentalizzato, il tentativo di Syriza è di delineare una via alternativa all'Europa della finanza e ai nazionalismi. Il sen. Morra (M5S) ha annunciato voto favorevole alla richiesta, criticando però il richiamo al pareggio di bilancio per l'adesione all'area dell'euro. Il sen. Chiti (PD), nell'annunciare voto contrario, ha evidenziato la contraddittorietà del quesito referendario, che cela ambiguamente una spinta alla frammentazione. Ha però riconosciuto la necessità di un contributo italiano per superare un'Europa priva di solidarietà e basata sulla diarchia Germania Francia. Il sen. Malan (FI-PdL) ha invece annunciato voto favorevole alla richiesta della Lega: il referendum darebbe forza al tentativo di costruire un'Europa più democratica, solida, equilibrata. La sen. Bonfrisco (CR), nell'annunciare voto favorevole, ha evidenziato il fallimento dell'euroburocrazia che ha sta minando l'Unione. Il sen. Mario Mauro (GAL), nell'annunciare voto favorevole, ha evidenziato la necessità, sui temi europei, di un progetto condiviso nel centrodestra.
Il Ministro dell'interno Alfano ha reso un'informativa sul CARA di Mineo e sull'immigrazione. Premesso che l'immigrazione non può essere territorio di caccia di affaristi e speculatori, il Ministro ha ricostruito la vicenda di CARA di Mineo distinguendo tre fasi: lo stato di emergenza dichiarato nel 2012, il passaggio alla gestione ordinaria alla fine del 2013, le inchieste della magistratura e i successivi interventi dell'Autorità nazionale anticorruzione e dei prefetti di Roma e Catania che hanno commissariato le due cooperative coinvolte. In risposta ad un'affermazione del sen. Airola (M5S), il Ministro ha smentito, infine, che sia in atto lo sgombro dei migranti di Ventimiglia.
Secondo il sen. Di Maggio (CR) è singolare che la prefettura non si sia interrogata sulla partecipazione di una sola società alla gara d'appalto. Il sen. Tosato (LN) ha ricordato che i rilievi dell'Autorità anticorruzione sono stati ignorati dal Governo: l'industria dei migranti a Mineo ha fruttato un elevato consenso a NCD e PD, che stanno trasformando il Paese in un campo profughi. Secondo il sen. Buemi (Aut) l'immigrazione non può essere affrontata con strumenti emergenziali. Secondo il sen. De Cristofaro (SEL) Cara di Mineo è il simbolo del fallimento delle politiche di accoglienza basate su grandi centri, gestiti con criteri affaristici. Secondo il sen. Schifani (AP) occorre distinguere il rispetto delle procedure di appalto dalla gestione dei centri di accoglienza. M5S - ha ricordato la sen. Bertorotta (M5S) - ha chiesto conto della mala gestione del Cara di Mineo un anno primo che l'inchiesta mafia capitale facesse luce sugli interessi criminali coinvolti nei centri di accoglienza. La sen. Repetti (Misto) ha espresso apprezzamento per gli indirizzi del Ministro dell'interno. La sen. Pelino (FI-Pdl) ha ribadito la contrarietà del Gruppo alla gestione dell'ondata migratoria, ponendo l'accento sulla debolezza del Governo italiano a livello europeo. Il sen. Russo (PD) ha ricordato che i fenomeni migratori sono in aumento e ha ringraziato numerosi sindaci impegnati sul fronte dell'accoglienza.
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 1568, recante disposizioni in materia di agricoltura sociale, già approvato dalla Camera dei deputati.
Nella seduta di ieri, il relatore, sen. Dalla Tor (AP), ha riferito sui contenuti del provvedimento. Il ddl è volto a promuovere l'agricoltura sociale, così come definita dall'articolo 2: si tratta di attività, esercitate da imprenditori agricoli o cooperative sociali, dirette a realizzare l'inserimento di lavoratori svantaggiati o con disabilità, a erogare servizi per le comunità locali e prestazioni che affiancano terapie mediche, a realizzare progetti finalizzati all'educazione ambientale e alimentare e alla salvaguardia della biodiversità. L'articolo 3 prevede che Regioni e province autonome adottino, entro sei mesi, disposizioni per il riconoscimento degli operatori del settore che, in base all'articolo 4, possono costituire organizzazioni di produttori. L'articolo 5 prevede che i fabbricati destinati all'agricoltura sociale mantengano o acquisiscano il riconoscimento della ruralità. L'articolo 6 prevede interventi di sostegno, mentre l'articolo 7 istituisce l'osservatorio sull'agricoltura sociale.
Nella discussione generale sono intervenuti i sen. Venera Padua (PD) e Liuzzi (CR).
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