Senato TV
325ª Seduta pubblica
Martedì 7 ottobre 2014 alle ore 16:00
In apertura di seduta, il sen. Petrocelli (M5S) ha invitato il Governo a non ricorrere alla questione di fiducia sul ddl delega in materia di lavoro, annunciando la disponibilità a ritirare numerosi degli emendamenti presentati. La sen. De Petris (SEL) ha precisato di aver già ritirato molti emendamenti al fine di non offrire alibi ad un Governo che, per arroganza e debolezza, si appresta a porre la fiducia su una legge di delegazione. Il sen. Divina (LN) ha rilevato che l'annunciata fiducia vanifica la discussione generale ed è in contrasto con il principio costituzionale di divisione dei poteri.
Non avendo ricevuto comunicazioni dal Governo, la Presidenza si è attenuta all'ordine del giorno.
L'Assemblea ha quindi ripreso l'esame del ddl n. 1428 (jobs act) e connessi, recante deleghe in materia di lavoro.
L'articolo 1 conferisce una delega al Governo in materia di ammortizzatori sociali. L'articolo 2 contiene una delega in materia di servizi per il lavoro e politiche attive. L'articolo 3 delega il Governo a semplificare le procedure e gli adempimenti. L'articolo 4 contiene una delega per riordinare la disciplina dei rapporti di lavoro, delle forme contrattuali e dell'attività ispettiva. L'articolo 5 prevede una delega per tutelare esigenze di cura, di vita e di lavoro.
La discussione generale è ripresa con gli interventi dei sen. Cecilia Guerra, Lucrezia Ricchiuti, Josefa Idem, Tocci, Verducci (PD); Emanuela Munerato, Candiani, Raffaela Bellot , Silvana Comaroli, Consiglio, Crosio (LN); Maurizio Romani, Campanella (Misto); Uras, Alessia Petraglia (SEL); Ivana Simeoni (M5S).
Secondo la sinistra del PD, prima di revisionare i contratti e semplificare le procedure, occorre costruire una rete di sostegno di tipo assicurativo, basato su politiche attive e ammortizzatori sociali. I decreti legislativi ex articoli 1 e 2 devono quindi precedere i decreti delegati ex articolo 4. La rete di sostegno assicurativa , basata sui contributi versati dai lavoratori, deve essere affiancata da un pilastro assistenziale, necessario per contrastare la povertà. La delega è timida nel porre al centro il lavoro a tempo indeterminato e nel limitare tipologie che hanno favorito la precarietà (co.co.pro e voucher): il contratto a tutele crescenti è vago e non rapportato ad altre tipologie contrattuali. Occorre fare chiarezza sui licenziamenti tutelati dall'articolo 18, che nulla hanno a che fare con la flessibilità in uscita: limitare il reintegro al licenziamento illegittimo per motivi disciplinari apre la strada a licenziamenti indiscriminati per motivi economici. Gli investimenti non sono ostacolati dall'articolo 18, bensì dalla corruzione e dalla lunghezza del processo civile. Il demansionamento non può essere una decisione unilaterale del datore di lavoro. La sen. Ricchiuti (PD) ha criticato il ricorso alla questione di fiducia, che riduce il dissenso al silenzio e cancella le questioni di merito. Ha annunciato che il suo voto dipenderà dai contenuti dell'emendamento governativo.
Secondo la Lega Nord il Presidente del Consiglio, abile manipolatore mediatico, sta perseguendo un disegno personale: accumulare un consenso fluido, indipendentemente dagli interessi del paese e perfino dal suo partito, chiamato, sotto ricatto, a un mero ruolo di ratifica. La riforma del lavoro è pura apparenza, priva di effetti sull'economia reale. La politica economica del Governo sta favorendo la svendita dell'industria nazionale e finirà per consegnare il paese alla speculazione finanziaria. L'articolo 18 è un diversivo ideologico: in presenza di una disoccupazione a livelli record, la questione è assumere non licenziare. Anziché annunciare riforme inesistenti, il Governo dovrebbe concentrare i suoi sforzi sulla riduzione della pressione fiscale, sulla soppressione della riforma Fornero, sulla revisione delle sanzioni contro la Russia, sulla restituzione dei debiti dovuti alle imprese. Il Gruppo, infine, ha espresso perplessità su una revisione degli ammortizzatori sociali che rischia di scaricare sulle imprese i costi dell'Aspi e ha proposto di sopprimere i centri per l'impiego.
Secondo Movimento 5 Stelle, anziché prevedere il reddito di cittadinanza e rilanciare i consumi, il Governo sta proseguendo politiche di deregolamentazione, di privatizzazione, di precarizzazione che hanno ridotto i salari e hanno smantellato diritti conquistati dai lavoratori a prezzo di dure lotte. Queste politiche, subalterne ai diktat della Germania, non favoriranno la crescita, ma impoveriranno il Paese. Secondo SEL il Governo sta spendendo il consenso della sinistra per realizzare politiche di destra che hanno aumentato profitti speculativi e rendite finanziarie a scapito della produzione. La fiducia impedisce al Parlamento di precisare i contenuti del ddl, avallando la pratica incostituzionale di una delega priva di criteri direttivi. Si continua a proporre la politica dei due tempi - prima precarizzazione, poi ammortizzatori sociali - nell'illusione che lo smantellamento dei diritti dei lavoratori favorisca una ripresa che è legata invece ad un mutamento della struttura produttiva. Per promuovere occupazione bisogna abbandonare le politiche di austerità, realizzare investimenti in ricerca e sviluppo, varare una politica industriale e un piano straordinario per il lavoro. Secondo il Gruppo Misto il Governo chiede al Parlamento una delega dai contorni indefiniti. Non si comprende se le forme di lavoro precario aumenteranno o diminuiranno. Per rendere più conveniente il contratto a tempo indeterminato sono necessari incentivi fiscali onerosi: il Governo dovrebbe indicare come reperirà le risorse. Il Gruppo ha ricordato inoltre che l'economia della conoscenza richiede una ridefinizione del ruolo dello Stato: nei contesti più dinamici lo Stato non è passivo e non si limita a rimediare ai fallimenti del mercato, gioca invece un ruolo attivo, promuovendo conoscenze e investimenti in nuove tecnologie.
Sulla votazione delle proposte - avanzate rispettivamente dal sen. Petrocelli (M5S) e dalla sen. De Petris (SEL) - di inserire in calendario informative urgenti del Ministro dell'interno sulla mancata registrazione dell'apparato di videosorveglianza nella procura di Palermo e del Ministro della salute sulla diffusione dell'ebola, è mancato il numero legale.
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