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301ª Seduta pubblica
Mercoledì 6 agosto 2014 alle ore 09:35
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl costituzionale n. 1429, e connessi, nel testo proposto dalla Commissione recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, il contenimento dei costi delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della Costituzione.
Nella seduta di ieri si è svolto un dibattito sul procedimento legislativo, sono stati accantonati gli articoli 10, 11, 12 e 15 e sono stati approvati gli articoli 13, 14, 16, 17, 18, 19, 20.
Prima di decidere l'ammissibilità degli emendamenti, il Presidente Grasso ha consentito l'illustrazione di tutte le proposte di modifica riferite agli articoli riguardanti elezione e funzioni del Presidente della Repubblica.
Il sen. Gasparri (FI-PdL), nell'illustrare gli emendamenti che propongono l'elezione diretta del Capo dello Stato a funzioni invariate, ovvero l'elezione popolare qualora il Parlamento non riesca a raggiungere il quorum dei due terzi, ha precisato che Forza Italia approverà anche una riforma parziale che, senza intervenire sulla forma di governo, superi il bicameralismo paritario e rafforzi la decisione.
Al fine di salvaguardare la terzietà del Capo dello Stato, il sen. Casini (PI) ha avanzato, per l'Aula, una proposta in base alla quale, ove il Parlamento in seduta comune non raggiunga una maggioranza qualificata, dopo l'ottavo scrutinio il Presidente della Repubblica sia scelto dai cittadini tra le due personalità maggiormente votate. Il sen. Palma (FI-PdL) ha ritirato le sue proposte e ha sottoscritto l'emendamento 21.13. Favorevoli all'emendamento anche i sen. Palma (FI-PdL), Mineo (PD), Compagna (NCD).
Il sen. De Cristofaro (SEL), per riequilibrare un testo molto sbilanciato, ha proposto emendamenti che allargano la platea chiamata ad eleggere il Presidente della Repubblica con delegati regionali scelti con sistema proporzionale. Ha ribadito quindi la critica principale alla riforma: il combinato disposto di un monocameralismo di fatto e di una legge elettorale ipermaggioritaria consegna alla maggioranza relativa tutti gli organi di garanzia.
Per evitare una torsione plebiscitaria, e tenendo conto del ruolo di garanzia del Capo dello Stato, il sen. Gotor (PD) ha presentato un emendamento che propone di includere i parlamentari europei nella platea chiamata a eleggere il Capo dello Stato. Favorevole all'emendamento, in quanto più coerente rispetto al 21.13 con l'impianto della riforma, il sen. Lumia (PD).
Il sen. Crimi (M5S) si è pronunciato a favore degli emendamenti 21.13 del sen. Casini e 21.8 del sen. Gotor. Il sen. D'Anna (GAL) ha preannunciato voto favorevole all'emendamento 21.12 del sen. Gasparri. Anche il sen. Divina (LN) è favorevole alle proposte che sottraggono alla maggioranza relativa la scelta del Capo dello Stato.
Pur essendo favorevole ad un sistema semipresidenziale sul modello francese, il sen. Maran (SC) ritiene che gli emendamenti sull'elezione diretta del Presidente della Repubblica siano inammissibili. Dello stesso avviso il sen. Zanda (PD), il quale ha ricordato che questi emendamenti sono stati ritenuti inammissibili in Commissione, e il sen. Quagliarello (NCD), che sarebbe stato favorevole alla discussione della forma di governo se la Commissione avesse operato una scelta di questo tipo. Opposta la valutazione dei sen. Mauro (PI) e Caliendo (FI-PdL): gli emendamenti dei sen. Casini e Gasparri, che prevedono il ricorso al voto popolare in mancanza del conseguimento di elevati quorum, sono ammissibili perché la loro finalità non è mutare la forma di governo, bensì riequilibrare il testo sul tema delle garanzie.
Il Presidente Grasso, richiamando i criteri adottati dalla Commissione affari costituzionale e la rubrica degli articoli in esame, ha giudicato inammissibili gli emendamenti che prevedono il ricorso al voto popolare per l'elezione del Presidente della Repubblica. La decisione è stata contestata dai sen. Tosato (LN) e Palma (FI-PdL). Il sen. Minzolini (FI-PdL), criticando la conduzione dei lavori, ha preannunciato un ricorso alla Corte europea dei diritti.
Ritenendo fondati i rilievi sulle garanzie in ordine all'elezione del Capo dello Stato, la relatrice Finocchiaro (PD) ha espresso l'auspicio che la questione sia affrontata nella successiva lettura alla Camera. Ha chiesto quindi il ritiro dell'emendamento 21.8, in considerazione del fatto che le competenze dei parlamentari europei sono definite dai trattati dell'Unione.
Il sen. Gotor (PD) ha ritenuto non convincente l'obiezione della relatrice, che ha paventato una violazione dei trattati europei. Nel dichiarare voto favorevole all'emendamento 21.8, il sen. Chiti (PD) ha invitato il Senato a non rinviare alla Camera tutti i nodi irrisolti. Annunciando voto favorevole all'emendamento, che pure non è risolutivo, il sen. Casini (PI) ha chiesto al Governo di pronunciarsi sul ruolo di garanzia del Capo dello Stato. Favorevoli all'emendamento i sen. Bocchino (Misto), Divina (LN), Di Maggio (PI), De Cristofaro (SEL), Ferrara (GAL), Palermo (Aut). Il sen. Susta (SC) ha chiesto al Governo di accogliere un ordine del giorno che lo impegna a risolvere la questione alla Camera. I sen. Gasparri (FI-PdL) e Zanda (PD), ritenendo l'emendamento non risolutivo, hanno annunciato voto contrario. Il sen. Quagliarello (NCD), nell'annunciare voto contrario, ha chiesto al Governo di riconoscere l'esistenza di un problema insoluto. Il sen. Buemi (Aut) ha annunciato voto contrario, preferendo ad un pannicello caldo che il problema permanga nella sua crudezza.
La sen. Finocchiaro (PD), dopo aver precisato i limiti del lavoro dei relatori, ha ricordato la modifica introdotta in Commissione, che prevede la maggioranza assoluta dal nono scrutinio.
Il Ministro per le riforme costituzionali Boschi ha annunciato la disponibilità del Governo ad individuare alla Camera modalità di elezione del Presidente della Repubblica volte a rafforzarne il ruolo di garanzia e di terzietà.
Alla luce delle dichiarazioni del Ministro i sen. Susta (SC) e Di Biagio (PI) hanno annunciato voto contrario all'emendamento 21.8, che è stato respinto.
Sull'ordine del giorno di Scelta Civica, che è stato approvato dall'Assemblea, il relatore Calderoli (LN) ha espresso parere contrario: il problema dell'elezione del Presidente della Repubblica nasce dal peso di accordi extraparlamentari e dalla mancata riduzione del numero dei deputati. La sua soluzione, quindi, non può essere rinviata all'altro ramo del Parlamento.
E' stato quindi approvato senza modifiche l'articolo 21, che prescrive per l'elezione del Capo dello Stato la maggioranza dei tre quinti dopo il quarto scrutinio e la maggioranza assoluta dopo l'ottavo. Approvato senza modifiche anche l'articolo 22: quando il Presidente della Camera esercita le funzioni del Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato convoca e presiede il Parlamento in seduta comune. Approvati senza modifiche anche gli articoli 23 e 24 , che riguardano lo scioglimento della Camera dei deputati.
Approvati senza modifiche l'articolo 25, che attribuisce alla sola Camera dei deputati l'accordo e la revoca della fiducia al Governo, e l'articolo 26 che attribuisce alla sola Camera l'autorizzazione a procedere per i reati ministeriali. Respinti gli emendamenti aggiuntivi con i quali si proponeva di modificare l'articolo 97 della Costituzione, sull'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito delle pubbliche amministrazioni, sopprimendo il riferimento alla coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea. Con il solo voto contrario del Gruppo Misto, è stato approvato l'articolo 27, che abroga l'articolo 99 della Costituzione sul CNEL.
L'Assemblea è passata all'esame degli articoli riguardanti il titolo V. E' stato approvato senza modifiche l'articolo 28, che sopprime le province.
La sen. Dirindin (PD) ha ricordato che in Commissione non è stato possibile discutere la riforma del titolo V, anche perché il Governo non ha ancora indicato i temi sui quali è disposto ad accogliere modifiche. Alla richiesta di svolgere un dibattito generale sul tema si è associato il sen. Santini (PD). Il Presidente Grasso ha consentito l'illustrazione congiunta degli emendamenti riferiti agli articoli 29 e 30.
L'articolo 29 riguarda il cosiddetto federalismo differenziato. Esso sostituisce l'articolo 116 della Costituzione, sulle autonomie speciali, prevedendo che forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie dell'articolo 117, possono essere attribuite ad altre Regioni con legge dello Stato, purché siano in condizione di equilibrio di bilancio. L'articolo 30 modifica l'articolo 117 della Costituzione, enumerando le materie di competenza esclusiva dello Stato, sopprimendo la legislazione concorrente e indicando le materie attribuite alla potestà legislativa regionale. Tra le materie statali - oltre alla politica estera, la difesa, la moneta, gli organi dello Stato, l'ordinamento amministrativo, l'ordine pubblico, la giurisdizione, la cittadinanza, la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali, le disposizioni generali sull'istruzione, la previdenza sociale, l'ordinamento degli enti locali - le disposizioni generali sul governo del territorio, la tutela dei beni culturali, la produzione, trasporto e distribuzione dell'energia, le infrastrutture strategiche. L'articolo stabilisce anche una clausola di supremazia: su proposta del Governo,la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell'interesse nazionale.
La sen. Dirindin (PD) ha proposto la soppressione dell'articolo 29, ritenendo che non sia possibile subordinare il riconoscimento di forme speciali di autonomia all'equilibrio di bilancio. Propone inoltre di inserire nella competenza legislativa esclusiva dello Stato gli indirizzi generali delle politiche sociali. Ritiene, infine, che il richiamo a "disposizioni generali e comuni" all'articolo 117 non consentirà di superare i conflitti di attribuzione originati dalla potestà legislativa concorrente.
Il sen. Mandelli (FI-PdL) ha proposto di inserire la tutela della salute nella competenza esclusiva dello Stato. La sen. Guerra (PD) ha proposto che le Regioni possano adottare norme cedevoli, in caso di inerzia dello Stato nell'adottare disposizioni generali. La sen. De Petris (SEL) ha proposto di reintrodurre la potestà legislativa concorrente delle Regioni. Il sen. Divina (LN) ha proposto di riconoscere forme particolari di autonomia alle aree montane. Il sen. Tosato (LN) ha proposto di riconoscere l'autonomia speciale al Veneto. Il sen. Barani (GAL) ha proposto di istituire macroregioni. Secondo il sen. Martini (PD), al fine di salvaguardare l'autonomia regionale, la Commissione ha corretto il testo originario del Governo, che aveva una curvatura centralista..
La relatrice Finocchiaro (PD) ha precisato che la tutela della salute non è materia delegabile alle Regioni e ha invitato a ritirare tutti gli emendamenti.
Sull'ordine dei lavori, il sen. Bocchino (Misto) ha chiesto di convocare la Conferenza dei Capigruppo per rimodulare i tempi, essendo impossibile parlare per un minuto su un tema così complesso. I sen. Crimi (M5S) e D'Anna (GAL) hanno segnalato alla Presidenza che per le votazioni sono disponibili ancora settanta ore; hanno chiesto quindi di consentire le dichiarazioni di voto.
Alla luce dei dati ISTAT che hanno certificato la recessione economica per due trimestri consecutivi, il Capogruppo di M5S, sen. Petrocelli, ha chiesto la convocazione della Conferenza dei Capigruppo per calendarizzare provvedimenti economici urgenti. Il Presidente Grasso ha precisato che sono in corso contatti con il Ministro dell'economia per un'informativa. Le proposte di modifica del calendario si votano al termine della seduta.
Accantonato l'emendamento 29.25, a prima firma del sen. Santini (PD), che prevede la possibilità di concedere forme particolari di autonomia anche in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici. Sull'emendamento 29.25 il relatore Calderoli (LN) aveva espresso parere favorevole. Tutti gli altri emendamenti all'articolo 29 sono stati respinti.
All'articolo 30 è stato approvato l'emendamento 30.5000 della relatrice Finocchiaro (PD), che attribuisce alla competenza esclusiva dello Stato la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; l'ambiente e l'ecosistema; l'ordinamento sportivo, le disposizioni generali e comuni sulle attività culturali e sul turismo. Contrari Autonomie e Lega Nord. Approvato a scrutinio segreto anche l'emendamento 30.123, a prima firma della sen. De Petris (SEL), che attribuisce alle Regioni la potestà legislativa in materia di rappresentanza in Parlamento delle minoranze linguistiche.
Sono stati respinti i restanti emendamenti, fra i quali gli emendamenti, a prima firma dei sen. Tremonti (GAL), Candiani (LN) e Loredana De Petris (SEL) che proponevano di sopprimere, all'articolo 117 della Costituzione, il riferimento ai "vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario", al fine di garantire un'applicazione più flessibile del patto di stabilità interno. Respinto a scrutinio segreto l'emendamento 30.33, a prima firma della sen. De Petris (SEL), volto a inserire la rappresentanza in Parlamento delle minoranze linguistiche tra le materie di competenza statale. Respinto anche l'emendamento 30.46, a prima firma della sen. Dirindin (PD), volto ad attribuire alla competenza esclusiva dello Stato le norme generali per la tutela della salute, le politiche sociali, la sicurezza alimentare e la tutela del lavoro.
Approvato l'articolo 30, il sen. Petrocelli (M5S) ha chiesto ancora la convocazione della Conferenza dei Capigruppo. Il sen. Romani (FI-PdL) ha fatto presente che i Gruppi oggi intervenuti, che hanno esaurito i tempi, hanno utilizzato più di tre ore. Ha chiesto quindi alla Presidente di turno Fedeli di avanzare una proposta per organizzare al meglio i lavori. Il sen. Zanda (PD) ha chiesto la convocazione della Conferenza dei Capigruppo per garantire l'approvazione del ddl entro la data stabilita. La Lega Nord non ha fatto ostruzionismo: secondo il sen. Centinaio (LN) la Conferenza non va convocata. Il sen. Sacconi (NCD) si è rimesso alla valutazione del Presidente.
Convocata la Conferenza dei Capigruppo, la seduta è stata tolta.
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