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242ª Seduta pubblica
Mercoledì 7 maggio 2014 alle ore 09:34
Con 158 voti favorevoli e 122 contrari, l'Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando il maxiemendamento sostitutivo del ddl n. 1464 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese (decreto Poletti). Il testo torna dunque alla Camera dei deputati.
L'articolo 1 detta una nuova disciplina per il contratto a termine, che non prevede più il vincolo della motivazione sia per il primo contratto sia per le sue proroghe, ridotte da otto a cinque. In ciascuna azienda è previsto un limite massimo di rapporti di lavoro a termine pari al 20 per cento dell'organico stabile. Gli enti di ricerca sono esclusi dal limite del 20 per cento. Per le aziende che non rispettano il tetto è prevista una sanzione pecuniaria. L'articolo 2 detta una nuova disciplina per l'apprendistato. Il testo prevede che il contratto scritto contenga il piano formativo individuale in forma sintetica. Il decreto-legge riduce gli obblighi previsti per le nuove assunzioni degli apprendisti, riducendo al 20 per cento la percentuale minima di conversione di rapporti di apprendistato. L'obbligo di stabilizzazione è limitato alle aziende con più di 50 dipendenti. E' introdotta la possibilità di utilizzare l'apprendistato per attività stagionali. L'articolo 2-bis contiene norme di diritto transitorio. Fino al 31 dicembre, in aggiunta alla norma nazionale del 20 per cento, valgono le regole già scritte nei contratti vigenti. L'articolo 3 riguarda l'elenco anagrafico dei servizi pubblici per l'impiego, cui possono iscriversi anche i cittadini di altri Stati membri dell'Unione europea e i soggetti extracomunitari regolarmente soggiornanti in Italia. L'articolo 4 semplifica il sistema di adempimenti richiesti alle imprese per l'acquisizione del Documento unico di regolarità contributiva (DURC). L'articolo 5 prevede, a favore del datore di lavoro che stipula contratti di solidarietà, un beneficio consistente nella riduzione provvisoria della quota di contribuzione previdenziale a suo carico per i soli lavoratori interessati da una riduzione dell'orario di lavoro superiore al 20 per cento.
In sede di replica il relatore, sen. Ichino (SC), ha negato l'incostituzionalità del decreto in materia di contratto a termine e di apprendistato, sottolineando che esso allinea l'Italia ai Paesi europei più avanzati. Ha ribadito inoltre che il provvedimento segna uno spartiacque rispetto ad una cultura del lavoro anacronistica e anticipa una riforma del mercato del lavoro che dovrà contenere anche i servizi all'impiego, il contratto di ricollocazione, la ridefinizione degli ammortizzatori sociali.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Bobba ha sottolineato che il ricorso alla decretazione d'urgenza si giustifica con la necessità di raggiungere in tempi brevi tre obiettivi fondamentali: agevolare le assunzioni in tempi di crisi, allungare la durata dei contratti a termine, soppiantare i contratti di lavoro con minori tutele. Il Sottosegretario ha negato che il decreto introduca forme di schiavitù e che gli emendamenti approvati alla Camera vengano dal partito della CGIL: le modifiche introdotte in Parlamento sono migliorative ma non stravolgono il testo originario del Governo. Tra le novità positive ha ricordato il rinvio ai contratti nazionali per le condizioni di lavoro più favorevoli; la deroga al tetto del 20 per cento per gli enti di ricerca; il potenziamento dell'offerta formativa pubblica e l'apprendistato stagionale.
Dopo la posizione della questione di fiducia da parte del Ministro Maria Elena Boschi sull'approvazione del maxiemendamento 1.900 interamente sostitutivo dell'intero ddl, che fa salve le modifiche della Camera e recepisce quelle approvate in Commissione al Senato, il testo è stato trasmesso alla Commissione bilancio per la valutazione dei profili di copertura e il Presidente della 5a Commissione, sen. Azzollini (NCD), ha espresso in Aula parere favorevole.
Nella discussione sulla fiducia hanno preso la parola i sen. Alesssandra Bencini (Misto); Petrocelli, Cioffi, Buccarella (M5S); Centinaio (LN); Uras (SEL); Malan, Galimberti, Scilipoti, Paola Pelino (FI).
Nelle dichiarazioni di voto hanno preannunciato la fiducia i sen. Maran (SC), Mauro (PI), Berger (Aut-PSI), Sacconi (NCD), Annamaria Parente (PD).
Hanno invece negato la fiducia i sen. Barani (GAL), Emanuela Munerato (LN-Aut), Barozzino (Misto-SEL), Nunzia Catalfo (M5S), Bonfrisco (FI-PdL).
Il Presidente Calderoli ha sospeso brevemente la seduta quando i sen. di M5S si sono ammanettati e hanno esposto magliette con la scritta "Schiavi mai".
Sinistra Ecologia e Libertà e Movimento 5 Stelle hanno criticato anzitutto il ricorso al decreto-legge e al voto di fiducia su un tema fondamentale per la vita dei cittadini. Nel merito, hanno accusato il Governo Renzi di essersi spinto molto più in là del centrodestra nello smantellare i diritti dei lavoratori e nel diffondere la precarietà. L'evidenza empirica dimostra che la riduzione delle tutele dei lavoratori non crea occupazione e non aumenta la produttività, ma serve solo ad abbattere i salari. Per aumentare la produttività occorre piuttosto investire in ricerca e sviluppo. La flexsecurity è una chimera: l'Esecutivo si accinge a sostituire gli ammortizzatori sociali con assicurazioni private, non risolve il problema degli esodati ma concorre alla demolizione della democrazia nei luoghi di lavoro.
Secondo la Lega Nord e GAL il decreto-legge manca di coraggio e incisività: per creare nuove opportunità occupazionali, soprattutto per i giovani, è necessario ridurre la pressione fiscale sul lavoro e abrogare la legge Fornero. Secondo FI-PdL il decreto non segna una rottura con la cultura vetero-sindacale, rappresenta un passo indietro rispetto alla flexsecurity, non incentiva le imprese ad assumere e sarà fonte di ulteriore contenzioso.
Scelta Civica, Popolari per l'Italia e Nuovo Centrodestra hanno difeso un provvedimento che rende più fluido un mercato del lavoro ingessato da norme troppe rigide. Aut-PSI, pur lamentando la mancata approvazione di un ordine del giorno per l'estensione dell'utilizzo dei voucher in agricoltura, ha auspicato norme più semplici e chiare che tengano conto delle specificità dei singoli mercati e realtà produttive. Secondo il PD il decreto riflette un giusto equilibrio tra flessibilità e tutele e sarà completato dall'istituzione di un'Agenzia del lavoro e da nuovi ammortizzatori sociali.
Al termine della seduta, il Presidente di turno Calderoli ha richiamato l'attenzione del Governo su una notizia di agenzia secondo la quale il Presidente del Consiglio avrebbe commentato l'approvazione ieri sera di un ordine del giorno sulle riforme istituzionali in termini di "accozzaglia di valore pari a zero".
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