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205ª Seduta pubblica
Martedì 11 marzo 2014 alle ore 16:32
L'Assemblea ha approvato con modificazioni il ddl n. 116 e connessi - nel testo proposto dalle Commissioni riunite affari costituzionali e giustizia - in materia di candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonché di assunzione di incarichi di governo. Il ddl passa all'esame della Camera dei deputati.
In applicazione dei principi di imparzialità e indipendenza della magistratura, il testo unificato pone limiti in entrata e in uscita alla partecipazione dei giudici all'attività politica. L'articolo 1 esclude che i magistrati possano candidarsi alle elezioni o assumere l'incarico di assessore in territori ricadenti nelle circoscrizioni elettorali dove hanno prestato servizio nei cinque anni precedenti. Si stabilisce il principio secondo cui il magistrato debba trovarsi in stato di aspettativa all'atto della candidatura. L'articolo 2 stabilisce che i magistrati debbano trovarsi in aspettativa anche all'atto di accettazione di cariche di governo. L'articolo 4 regolamenta lo status dei magistrati in costanza di mandato o di incarico di governo. Gli articoli 5, 6 e 7 si riferiscono ai magistrati candidati e non eletti e al ricollocamento dei magistrati cessati dal mandato parlamentare o dalla carica di governo. L'articolo 8 disciplina la ricostruzione della carriera per il transito in ruolo autonomo dell'Avvocatura dello stato o del Ministero della giustizia. L'articolo 9 disciplina il ricollocamento dei magistrati eletti negli enti territoriali. L'articolo 10 riguarda i magistrati onorari. L'articolo 11 detta principi in materia di elezioni regionali. L'articolo 12 detta una disciplina transitoria. L'articolo 13 inserisce tra le cause di astensione o ricusazione del giudice anche lo svolgimento di attività politica.
Nella seduta antimeridiana del 6 marzo è iniziata la votazione degli emendamenti e, per approfondire i profili finanziari, sono stati accantonati gli articoli 6, 8 e 12. Al fine di recepire le indicazioni della Commissione bilancio, i relatori hanno presentato gli emendamenti 6.1000 e 12.1000 che prevedono la possibilità di collocamento a riposo con contribuzione volontaria, comprensiva anche degli oneri a carico dell'amministrazione, a totale carico del richiedente.
All'articolo 6 sono stati approvati gli emendamenti 6.104 del sen. Caliendo (FI-PdL), 6.105 (testo 2) del sen. Lumia (PD) e altri e 6.1000 dei relatori. All'articolo 8 è stato approvato l'emendamento dei relatori 8.1000, che rinvia ad un regolamento la disciplina delle modalità di inquadramento nel ruolo autonomo del Ministero della giustizia. All'articolo 12 sono stati approvati gli emendamenti dei relatori 12.500 e 12.1000.
Con diversi accenti hanno svolto dichiarazione di voto finale a favore del provvedimento i sen. Susta (SC) e Lumia (PD), che hanno sottolineato l'equilibrio raggiunto tra la doverosa imparzialità dei giudici e il diritto di tutti i cittadini di accedere alle cariche pubbliche; la sen. Erika Stefani (LN-Aut), che ha giudicato il ddl un primo passo verso la necessaria separazione tra politica e giustizia; il sen. De Cristofaro (Misto-Sel), secondo cui servirebbe una riforma organica delle incompatibilità e ineleggibilità; il sen. D'Ascola (NCD), che ha valutato il testo molto prudente e rispettoso della magistratura e ha richiamato al necessità di recuperare forza e dignità alla politica; il sen. Crimi (M5S), che ha sottolineato il miglioramento del testo originario ma ha espresso perplessità sulla ricollocazione del magistrato, alla fine del mandato elettivo, presso il Ministero della giustizia; il sen. Palma (FI-PdL) ha ricordato che la disciplina è stata voluta anche dal Presidente della Repubblica e ha valutato il provvedimento giusto ma non coraggioso. Più severo il giudizio del sen. Barani (GAL), secondo il quale il testo è insufficiente perché il Parlamento è sotto scacco di magistratura democratica; e del sen. Buemi (Aut-PSI), secondo cui il magistrato che si candida a cariche elettive compromette la sua imparzialità.
Ha svolto invece dichiarazione di voto contraria il sen. Di Maggio (PI), il quale ha ritenuto non dignitoso il punto di equilibrio conseguito nel testo, richiamando la necessità di un'applicazione più rigorosa della separazione dei poteri.
In dissenso dal Gruppo, il sen. Falanga (FI-PdL) ha annunciato l'astensione.
In apertura di seduta, il sen. Calderoli (LN-Aut) ha chiesto l'inserimento all'ordine del giorno del ddl n. 1224 in materia di equilibrio di genere nelle elezioni europee. Contro la richiesta, per ragioni di metodo, si è pronunciato il sen. Bruno (FI-PdL). Il sen. Zanda (PD) ha chiesto la convocazione immediata della Conferenza dei Capigruppo, sede deputata alla programmazione dei lavori. Il sen. Santangelo (M5S) ha preannunciato voto contrario alla richiesta, che ritiene però legittima. A favore della richiesta del sen. Calderoli si sono pronunciati invece il sen. Mario Mauro (PI) e la sen. De Petris (MistoSel), la quale ha chiesto le ragioni della mancata convocazione della Conferenza dei Capigruppo, che avrebbe dovuto riunirsi oggi.
Il Presidente del Senato ha quindi convocato la Conferenza dei Capigruppo che ha approvato modifiche e integrazioni al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori fino al 27 marzo. Domani mattina inizierà la discussione del ddl sulle misure cautelari; nella seduta pomeridiana inizierà la discussione del ddl sulla parità di genere. La prossima settimana sono previste comunicazioni del Presidente del Consiglio sul Consiglio europeo. Dal 25 al 26 sarà esaminato il decreto-legge sul rientro dei capitali, ove approvato dalla Camera.
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