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852ª Seduta pubblica

Mercoledì 5 luglio 2017 alle ore 16:33

Comunicato di seduta

Alle ore 18,30 il Ministro dell'interno Minniti ha reso un'informativa sulla gestione dei flussi migratori. Riferendosi all'afflusso straordinario di migranti verificatosi il 27 giugno scorso, il Ministro ha evidenziato che l'arrivo di 10.000 persone dal Mediterraneo centrale ha messo a dura prova il sistema di approdo e di accoglienza. Il Governo si è immediatamente attivato presso la Commissione europea per chiedere una gestione comune dell'emergenza, ottenendo un passo avanti da parte di Francia e Germania sul tema delle ricollocazioni e la piena convergenza sui temi del codice di comportamento delle Ong, della responsabilità della guardia costiera libica nelle acque territoriali, del coordinamento giudiziario nella lotta ai trafficanti di esseri umani. Dall'inizio dell'anno, mentre l'afflusso di migranti sulla rotta balcanica si è interrotto, dalla Libia si è registrato un aumento del 18 per cento: la sproporzione è inaccettabile, occorre una politica comune degli investimenti, dei rimpatri e dei visti. Il Ministro ha enunciato la necessità, entro l'anno, di aprire un centro di coordinamento per il soccorso marittimo a Tripoli; ha poi evidenziato la necessità di garantire la sicurezza dei confini meridionali della Libia e ha annunciato che nei prossimi giorni andrà a Tripoli per discutere con i sindaci progetti di cooperazione e sviluppo al fine di costruire un circuito economico alternativo al traffico di migranti. Il 24 luglio a Tunisi si terrà la seconda riunione del secondo gruppo di contatto tra Europa e Africa: lo stanziamento europeo di 150 milioni non è sufficiente, occorrono investimenti maggiori da parte degli Stati. Domani, a Tallinn al vertice informale dei Ministri dell'Unione, l'Italia porrà questi temi e chiederà una ridefinizione della missione Triton. Richiamando l'etica della responsabilità e il nesso tra mancata integrazione e terrorismo, il Ministro ha affermato infine che l'accoglienza ha un limite invalicabile nella capacità di integrazione.

Il sen. Quagliarello (FI) ha criticato al politica nei confronti dell'Egitto, le mancate pressioni su Malta, il ddl sulla cittadinanza. Il sen. Arrigoni (LN) ha evidenziato che l'Italia, con la sua politica permissiva, non riesce a condizionare l'Europa: ha quindi invitato il Ministro a diminuire i fattori di attrazione di migranti economici, che in Italia sono l'80 per cento, a eliminare la protezione umanitaria, a aumentare i tempi di trattenimento, a potenziare il contrasto degli irregolari, a fornire i numeri reali dell'accoglienza. Il sen. Compagnone (ALA) ha auspicato un'iniziativa più incisiva in sede europea. Il sen. Battista (Art.1-MDP) ha rilevato che l'Italia potrà far valere con maggior forza le istanze di cooperazione quando, a novembre, assumerà la presidenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Secondo il sen. Tarquinio (GAL) occorrerebbe schierare le navi ai confini delle acque libiche e alzare la voce affinché l'Europa onori gli impegni e condivida le responsabilità. Il sen. Zeller (Aut) ha evidenziato la collaborazione tra Italia e Austria e ha negato la necessità di rafforzare i controlli al Brennero. Il sen. Casini (AP), rilevato che l'Italia è al limite della possibilità di accoglienza, ha invitato il Ministro a preparare un piano alternativo, ove le sue richieste non siano accolte al vertice di Tallinn. Secondo la sen. De Petris (SI-Sel) l'Italia non ha ottenuto alcun passo da un'Europa prigioniera degli egoismi; il Governo non dovrebbe alimentare paure su un'invasione inesistente, lanciando un'offensiva alle Ong e minacciando di chiudere i porti. Il sen. Cappelletti (M5S) ha ricordato che tutte le iniziative assunte dal Ministro, dal codice per le Ong alla revisione di Triton, erano suggerite da tempo da M5S; ha poi evidenziato che il Governo italiano a Tallinn non può accontentarsi di 150 milioni. Il sen. Paolo Romani (FI-PdL), dopo aver ricordato che l'accordo europeo sulle ricollocazioni riguarda i richiedenti asilo, non i migranti economici, ha posto l'accento sulla necessità di bloccare le partenze dalla Libia e di operare respingimenti. Il sen. Latorre (PD) ha invitato a non trascurare i piccoli passi in sede europea.

Prima dell'informativa, l'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 2134, recante modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, già approvato dalla Camera dei deputati.

Il testo proposto dalla Commissione si compone di 36 articoli, suddivisi in 7 capi. I capi I e II prevedono una nuova disciplina delle misure di prevenzione personali e patrimoniali. In particolare, l'articolo 1 inserisce tra i destinatari delle misure di prevenzione gli indiziati di prestare assistenza agli associati di organizzazioni mafiose e gli indiziati di reati contro la pubblica amministrazione. La Commissione giustizia ha esteso la previsione agli indiziati di delitti con finalità di terrorismo e ai soggetti coinvolti nei reati di stalking. L'Assemblea, approvando l'emendamento 1.500 dei relatori, ha modificato la norma sui reati contro la pubblica amministrazione, circoscrivendo l'ambito di applicazione delle misure di prevenzione personale e patrimoniale agli indiziati di truffa aggravata per conseguimento di erogazioni pubbliche o di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione (escluso il peculato d'uso).

Nella seduta antimeridiana di oggi, durante l'esame dell'articolo 36, che prevede l'invarianza finanziaria, sono emersi rilievi sulla copertura dell'articolo 32, comma 4 (delega al Governo per la tutela del lavoro nelle imprese confiscate); la seduta è stata tolta per consentire alla Commissione bilancio i necessari approfondimenti. Alla ripresa dei lavori, il presidente della Commissione bilancio, sen. Tonini (PD), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, ha chiesto una modifica, in sede di coordinamento, dell'articolo 32, comma 4, che ripartisca per ciascuna annualità (7 milioni per il 2018, 7 milioni per il 2019 e 6 milioni per il 2020) la spesa di 20 milioni, stanziata per il triennio a valere sul Fondo sociale per l'occupazione. Secondo il sen. Azzollini (FI-PdL), poiché l'articolo 32 è già stato votato, la condizione della Commissione bilancio non può essere recepita né con un emendamento né con una proposta di coordinamento: il testo va corretto dalla Camera dei deputati. Approvato l'articolo 36 con l'emendamento 36.200 dei relatori, che esclude dall'invarianza finanziaria gli articoli 27, comma 1, e 32, sono iniziate le dichiarazioni di voto finale.

Hanno annunciato voto favorevole al ddl i sen. Alessandra Bencini (Misto-IdV) e Casson (Art.1-MDP), che ha difeso la norma contro la corruzione. Il sen. D'Ascola (AP), annunciando la libertà di voto del Gruppo, ha evidenziato che l'obiettivo principale del ddl è favorire la gestione produttiva delle aziende confiscate e ha ricordato l'introduzione del diritto alla prova nel processo di prevenzione. I sen. Giovanardi (FL), Erika Stefani (LN), Falanga (ALA), hanno richiamato le perplessità espresse dal presidente dell'Autorità anticorruzione e dall'ex presidente della Corte costituzionale e hanno criticato la maggioranza che alla Camera ha esteso le misure preventive ai reati contro la pubblica amministrazione, dividendo così il Parlamento su un provvedimento largamente condiviso e introducendo nel codice antimafia una norma contraria ai principi della Costituzione e della giurisprudenza europea. Il sen. Di Maggio (GAL), annunciando voto contrario, ha lamentato il mancato accoglimento di norme volte a recuperare lo spirito originario del 41-bis e a sburocratizzare la gestione delle aziende confiscate.

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