Senato TV
786ª Seduta pubblica
Mercoledì 15 marzo 2017 alle ore 15:32
Con 52 voti favorevoli, 161 voti contrari e due astensioni, l'Assemblea ha respinto la mozione di sfiducia individuale nei riguardi del Ministro dello sport Luca Lotti.
La sen. Taverna (M5S) ha illustrato la mozione n. 737, la quale ricorda in premessa che il Ministro Lotti risulta attualmente indagato dalla magistratura nell'ambito di un'inchiesta su fatti di corruzione relativi alla Consip, la centrale di acquisto di beni e servizi della pubblica amministrazione. L'inchiesta, partita da un'indagine della procura antimafia di Napoli, ha due filoni principali: nel primo, l'imprenditore Alfredo Romeo, arrestato lo scorso 1° marzo, è accusato di aver corrotto un funzionario di Consip per assicurarsi un appalto di tre miliardi e di aver promesso denaro a Tiziano Renzi, padre dell'ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nel secondo filone, il Ministro per lo sport è indagato per i reati di rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento. Romeo, peraltro, ha finanziato la fondazione e la campagna elettorale di Matteo Renzi. Ferme restando le responsabilità che dovranno essere accertate in sede giudiziaria, la mozione chiede le dimissioni del Ministro la cui credibilità è fortemente minata. Secondo M5S il problema non è l'avviso di garanzia bensì la gravità delle accuse che provengono da due renziani, Luigi Marroni e Filippo Vannone, che non hanno ragioni per calunniare il Ministro Lotti. Delle due l'una: l'amministratore delegato di Consip o il Ministro dichiarano il falso e il Governo non può difendere entrambi.
Nella discussione generale sono intervenuti i sen. Augello (CoR), Candiani (LN), Mancuso (AP), Falanga, D'Anna (ALA), Gotor (MDP), Quagliarello (GAL), Mineo, De Cristofaro (SI-Sel), Buemi (Aut), Gasparri (FI-PdL) e Marcucci (PD). I Gruppi PD, AP, Aut e ALA hanno annunciato voto contrario alla mozione invocando la presunzione di innocenza e l'equilibrio tra i poteri dello Stato. Secondo il PD la mozione non si basa su fatti documentati bensì su fughe di notizie. Il Ministro Lotti non è indagato per fatti corruttivi e l'indagine è ancora in fase preliminare. Secondo ALA la mozione utilizza strumentalmente vicende giudiziarie per intentare un processo politico a Renzi. Pur non convinti dell'efficacia o dei toni della mozione di sfiducia, LN e SI-Sel hanno annunciato voto favorevole: l'inchiesta su Consip mette a nudo il sistema di potere familistico e clientelare di Matteo Renzi e del suo entourage, il cosiddetto giglio magico, un sistema basato sull'intreccio tra interessi privati, affari e politica. Se Marroni, che è stato nominato da Renzi, ha dichiarato il falso, il Ministro Lotti dovrebbe querelarlo e il Ministro dell'economia dovrebbe rimuoverlo dall'incarico. LN ha ironizzato sul fatto che i componenti del Governo appartenenti al giglio magico, a differenza degli altri Ministri, sono inamovibili. SI-Sel ha rilevato che la presunzione di innocenza riguarda la responsabilità penale non la responsabilità politica: è grave confondere i due piani, invocando il garantismo per gli amici e sposando il giustizialismo per gli avversari politici. MDP ha invitato il Ministro a dimettersi per tutelare l'immagine del Governo; ove ciò non accada ha chiesto la sospensione delle deleghe alla programmazione economica fino al chiarimento della vicenda. Il Gruppo ha dichiarato di non sostenere la mozione perché si basa su argomenti giudiziari e tende a sfiduciare l'intero Governo. Pur ricordando che altri Ministri si sono dimessi per motivi di gran lunga meno gravi, i Gruppi CoR, GAL e FI-PdL hanno annunciato la non partecipazione al voto. Contrari ai processi sommari e coerentemente garantisti, anche con gli avversari politici, considerano improprio e incongruente lo strumento della sfiducia individuale, ma chiedono al Governo di fare chiarezza sulla vicenda e di sospendere gli appalti oggetto dell'inchiesta.
Il Ministro Lotti ha negato di aver informato Luigi Marroni, amministratore delegato di Consip, dell'indagine sugli appalti e ha ricordato di aver collaborato spontaneamente con la magistratura; si è dichiarato fiducioso nel corso della giustizia, ha rifiutato l'equazione tra avviso di garanzia e dimissioni, e ha affermato che la mozione tenta di colpire la politica riformistica degli ultimi anni.
Hanno svolto dichiarazione di voto i sen. Tarquinio (CoR), Centinaio (LN), Cecilia Guerra (MDP), Ferrara (GAL), Mazzoni (ALA), Zeller (Aut), Laura Bianconi (AP), Loredana De Petris (SI-Sel), Michela Montevecchi (M5S), Paolo Romani (FI-PdL) e Zanda (PD).
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