Senato TV
754ª Seduta pubblica
Giovedì 2 febbraio 2017 alle ore 09:33
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 2068, nel testo proposto dalle Commissioni affari costituzionali e ambiente, recante Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale della protezione civile, già approvato dalla Camera dei deputati.
Il ddl è composto da un solo articolo; il comma 1 stabilisce che la delega debba essere esercitata entro nove mesi e ne delinea gli ambiti, tra i quali la definizione delle attività di protezione civile; l'organizzazione di un sistema policentrico, che consenta la definizione dei livelli di coordinamento; la distinzione tra le funzioni di carattere politico e quelle di gestione amministrativa; la partecipazione dei cittadini alle attività di protezione civile; la disciplina dello stato di emergenza e la previsione del potere di ordinanza in deroga a norme vigenti; la previsione di modalità di intervento volte a garantire l'effettività delle misure adottate; il finanziamento attraverso il Fondo della protezione civile, il Fondo per le emergenze nazionali e il Fondo regionale di protezione civile; le procedure finanziarie e contabili che devono rispettare i commissari delegati titolari di contabilità speciale. Il comma 2 definisce i principi e i criteri direttivi, tra i quali l'identificazione delle tipologie dei rischi per i quali si esplica l'azione di protezione civile; l'omogeneizzazione, su base nazionale, delle terminologie e dei codici adottati per classificare le diverse attività; l'introduzione di strumenti di semplificazione volti alla riduzione degli adempimenti amministrativi. Il comma 3 prevede che i decreti legislativi provvedano anche alla semplificazione normativa. Il comma 6 reca una clausola di invarianza finanziaria. Il comma 7 prevede che il Governo possa adottare disposizioni integrative o correttive entro due anni dall'entrata in vigore dei decreti legislativi.
Tutti gli emendamenti, illustrati nella seduta di ieri (v. comunicato n. 753) sono stati respinti. Sono stati accolti, invece, numerosi ordini del giorno (v. allegato A del resoconto stenografico).
Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto contrario i sen. Bruni (CoR), Quagliarello (GAL) e Scilipoti Isgrò (FI-PdL). Hanno annunciato l'astensione i sen. Arrigoni (LN), Loredana De Petris (SI-Sel) e Vilma Moronese (M5S). Con diversi accenti hanno annunciato voto favorevole i sen. Compagnone (ALA), Buemi (Aut), Marinello (AP), Vaccari (PD). In dissenso dal Gruppo, il sen. Cuomo (PD) non ha partecipato al voto per denunciare la mancata considerazione del rischio vulcanico; per lo stesso motivo il sen. Falanga (ALA) ha annunciato l'astensione.
I Gruppi CoR, GAL e FI-PdL hanno rilevato che la delega è strumento inadeguato a dare risposte immediate, i criteri per l'emanazione dei decreti attuativi sono poco definiti e l'accelerazione dell'iter del provvedimento ha un valore meramente simbolico. Anziché affrontare i problemi che hanno ingessato il sistema e ridotto l'efficienza della protezione civile (il depotenziamento della catena di comando, la frammentazione delle competenze, la burocratizzazione e procedimentalizzazione degli interventi), il ddl ripropone uno schema policentrico confuso e non individua risorse certe per i tre fondi della protezione civile, rendendo impossibile lo svolgimento di attività di prevenzione. La Lega Nord ha osservato che il ddl non consente di superare i limiti evidenziati dalle recenti calamità: per restituire efficienza e rapidità agli interventi sarebbe necessario attribuire poteri straordinari al capo dipartimento della protezione civile, ridurre di un quarto i termini amministrativi, limitare le responsabilità amministrative e penali alla sola colpa grave, assegnare gli appalti con procedura negoziata. Pur condividendo il passaggio da un modello accentrato, emergenziale e derogatorio a un modello policentrico, condiviso e controllato, SI-Sel ha criticato il ricorso alla delega e il mancato scorporo dal patto di stabilità dei fondi per la protezione civile e vigilerà affinché i decreti delegati rispondano effettivamente al principio di partecipazione dei diversi livelli di governo del territorio. M5S ha criticato la clausola di invarianza finanziaria e ha insistito sulla necessità di una riforma strutturale e articolata, che preveda tra l'altro la valutazione periodica dei piani di protezione civile. I Gruppi di maggioranza hanno evidenziato che il ddl non stravolge la legge n. 225 del 1992 ma interviene sulla stratificazione e sovrapposizione di disposizioni particolari per ricostruire un quadro normativo unitario e omogeneo.
La votazione finale è stata rinviata alla prossima seduta dopo che per due volte è mancato il numero legale.
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