Senato TV
672ª Seduta pubblica
Lunedì 1 agosto 2016 alle ore 16:33
L'Assemblea ha approvato il ddl n. 2217, recante disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura (caporalato). Il testo passa alla Camera.
Nella seduta antimeridiana del 28 luglio la relatrice, sen. Gatti (PD), ha illustrato il ddl e si è svolta la discussione generale.
Il provvedimento riscrive il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, che ha incontrato difficoltà applicative, prevedendo la responsabilità diretta del datore di lavoro, la semplificazione degli indici di sfruttamento e la possibilità di commissariamento dell'azienda; detta inoltre disposizioni sulla Rete del lavoro agricolo di qualità e prevede un piano di interventi a supporto dei lavoratori che svolgono attività stagionale di raccolta dei prodotti agricoli.
L'articolo 1 modifica l'articolo 603-bis del codice penale, prevedendo la pena della reclusione da uno a sei anni per l'intermediario e per il datore di lavoro che sfrutti i lavoratori approffittando del loro stato di bisogno; se i fatti sono commessi mediante violenza e minaccia la pena aumenta da cinque a otto anni ed è previsto l'arresto in flagranza. Si precisa che costituisce indice di sfruttamento la reiterata corresponsione di retribuzioni difformi dai contratti collettivi, la reiterata violazione delle norme sull'orario di lavoro e sui periodi di riposo, le violazioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, la sottoposizione a metodi di sorveglianza o situazioni alloggiative degradanti. L'articolo 2 prevede la confisca obbligatoria e una circostanza attenuante per chi collabori con la polizia e l'autorità giudiziaria. L'articolo 3 consente al giudice di disporre, in luogo del sequestro, il controllo giudiziario dell'azienda.
I primi sette articoli sono stati approvati nel testo licenziato dalla Commissione. All'articolo 8, in materia di Rete agricolo di qualità, sono stati approvati gli emendamenti 8.214 e 8.224 della sen. Bertuzzi (PD) e l'emendamento 8.251 (testo 2) del sen. Panizza (Aut), che riguarda le scadenze di pagamento rispetto all'attuazione del libro unico del lavoro. All'articolo 9, riguardante il lavoro stagionale di raccolta dei prodotti agricoli, sono stati approvati gli emendamenti 9.203, della sen. Donno (M5S), identico al 9.204 della sen. De Petris (SI-SEL), e 9.207 a prima firma della sen. Bertuzzi (PD). Approvato, infine, l'emendamento aggiuntivo 9.0.203 (testo 2) della sen. Padua (PD), riguardante l'interpretazione autentica di una norma sugli accordi provinciai di riallineamento retributivo. L'articolo 10, sull'invarianza finanziaria, è stato approvato senza modifiche.
Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole i sen. Stefano (Misto), Tarquinio (CoR), Ruvolo (AL-A), Panizza (Aut), Barozzino (SI-SEL), Formigoni (AP), Daniela Donno (M5S) e Maria Teresa Bertuzzi (PD). I sen. Candiani (LN) e Amidei (FI-PdL) hanno annunciato l'astensione. Secondo il sen. Stefano (Misto) il ddl, espressione di una sana dialettica tra Parlamento e Governo, è un punto di partenza: il problema del caporalato riguarda anche i settori dell'edilizia, dei trasporti, dei call center e delle cooperative spurie. Il sen. Barozzino (SI-SEL), che avrebbe auspicato un intervento più incisivo sulle agenzie private di intermediazione, ha rilevato una contraddizione tra il ddl e le norme sui voucher contenute nel Jobs Act: per contrastare lo sfruttamento occorre combattere la precarizzazione del lavoro. Pur annunciando voto favorevole, i sen. Tarquinio (CoR), Panizza (Aut) e Ruvolo (AL-A) hanno espresso alcune perplessità: il caporalato si supera con la modernizzazione; il ddl è troppo sbilanciato sul versante repressivo, comporta un appesantimento burocratico per le imprese agricole sane, fissa criteri troppo rigidi per l'iscrizione alla Rete del lavoro agricolo di qualità. La sen. Donno (M5S) ha posto l'accento sull'opportunità di varare piani di sviluppo rurale, di stipulare convenzioni, di prevedere incentivi e sgravi per le imprese che regolarizzano i lavoratori, di istituire un marchio di qualità per la Rete del lavoro agricolo di qualità. Secondo i sen. Candiani (LN) e Amidei (FI-PdL) il problema del caporalato non può essere risolto per via legislativa e il ddl rischia di penalizzare l'intero settore agricolo; occorrerebbe peraltro stabilire standard qualitativi a livello internazionale per impedire l'importazione di prodotti ottenuti attraverso lo sfruttamento del lavoro. Il sen. Formigoni (AP) e Maria Teresa Bertuzzi (PD), invece, reputano il testo equilibrato e innovativo.
L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 2495 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio, già approvato dalla Camera dei deputati.
La relatrice, sen. Zanoni (PD), ha illustrato il provvedimento che si inserisce in un quadro di interventi volti a ripristinare condizioni di normalità, fornendo agli enti locali certezze per la predisposizione dei bilanci.
Per quanto riguarda le regioni, il ddl dstina 74,5 milioni al fondo per il trasporto pubblico locale, assegna alle regioni che hanno rispettato il vincolo del pareggio di bilancio le risorse provenienti dalle sanzioni a carico delle regioni che non lo hanno rispettato; dà attuazione agli accordi tra lo Stato e le Regioni Sicilia e Valle d'Aosta. Per quanto riguarda le città metropolitane e le province, il decreto disapplica le sanzioni per il mancato rispetto del Patto di stabilità nel 2015; stanzia 48 milioni per le funzioni fondamentali e 100 milioni per la manutenzione delle strade. Per quanto riguarda i comuni, il provvedimento prevede un nuova modalità perequativa di ripartizione del fondo di solidarietà; stanzia 80 milioni per quelli colpiti da calamità natuali; sblocca il turn over del personale; prevede un piano triennale per la stabilizzazione del personale delle scuole dell'infanzia e degli asili nido. Altre misure riguardano l'Agenzia del farmaco e la spesa sanitaria, la bonifica delle discariche abusive e la depurazione delle acque reflue, il sostegno ai produttori di latte, alle imprese viticole e al settore cerealicolo. Infine, alcune disposizioni riguardano i minori stranieri non accompagnati, il nuovo piano di rateizzazione dei debiti fiscali, il sostegno alle fondazioni lirico-sinfoniche, la proroga delle concessioni demaniali, lo stanziamento di 10 milioni per i familiari delle vittime del disatro ferroviario di Andria.
La Commissione ha approvato ordini del giorno sulle questioni che non hanno trovato spazio nel provvedimento: la semplificazione della tassazione locale, la conclusione della fase di transizione delle province e città metropolitane, il ripensamento del federalismo fiscale.
I sen. Erika Stefani (LN), Anna Maria Bernini (FI-PdL), Loredana De Petris (SI-SEL), Bruni (CoR) e Morra (M5S) hanno avanzato pregiudiziali di costituzionalità: in violazione degli articoli 70 e 77 della Costituzione, il decreto omnibus - una minifinanziaria estiva, piena di misure clientelari e microsettoriali - espropria il Parlamento della funzione legislativa e contiene norme prive dei requisiti di omogeneità, necessità e urgenza. Il sen. D'Alì (FI-PdL) ha rilevato che l'accordo con la Regione siciliana, che limita gli introiti fiscali per un valore di 7 miliardi, viola le norme statutarie.
Respinte con unica votazione le questioni pregiudiziali, il Ministro per i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha posto la questione di fiducia sull'approvazione dell'articolo unico di conversione del decreto-legge, nel testo approvato dalla Camera dei deputati.
Alla discussione sulla fiducia hanno preso parte i sen. Tosato (LN), Campanella (SI-SEL); Elena Montevecchi, Rosetta Blundo, Gaetti (M5S); Boccardi, Mandelli (FI-PdL); Manuela Granaiola, Nerina Dirindin, Lucrezia Ricchiuti (PD); Perrone (CoR).
Le dichiarazioni di voto inizieranno domani alle ore 9,30.
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