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582ª Seduta pubblica

Giovedì 25 febbraio 2016 alle ore 09:32

Comunicato di seduta

Con 173 voti favorevoli e 71 contrari, l'Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo approvando il maximendamento interamente sostitutivo del ddl n. 2081, recante regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze di fatto.

Il maxiemendamento 1.10000, presentato ieri dal Ministro per i rapporti con il Parlamento, richiama gli articoli 2 e 3 della Costituzione (diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali in cui si sviluppa la sua personalità, e principio di eguaglianza), non contiene l'articolo 5 sulla stepchild adoption (adozione del figlio del partner), sopprime i riferimenti agli articoli del codice civile sull'obbligo di fedeltà nel matrimonio, elimina l'assegno di mantenimento in caso di cessazione della convivenza di fatto.

In apertura di seduta il Presidente della Commissione bilancio, sen. Tonini (PD), ha riferito sui profili di copertura finanziaria del maxiemendamento. La relazione tecnica è stata bollinata dalla Ragioneria dello Stato. Gli oneri, che discendono dal minor gettito IRPEF per detrazione fiscali, dalle maggiori prestazioni per assegni al nucleo familiare e da maggiori prestazioni pensionistiche di reversibilità, sono stimati in 3,7 milioni di euro per il 2016 e crescono fino ad arrivare a 22,7 milioni di euro nel 2025.

Alla discussione sulla fiducia hanno preso parte i sen. Alessandra Bencini (Misto-IdV); Paola Nugnes, Martelli, Puglia, Ciampolillo, Lucidi, Laura Bottici, Buccarella, Scibona, Airola (M5S); Bocchino, Uras, De Cristofaro, Cervellini, Campanella, Alessia Petraglia (Misto-SEL); Carraro, D'Alì, Malan, Gasparri, Caliendo, Anna Maria Bernini (FI-PdL); Orellana, Panizza, Buemi (Aut); Candiani, Erika Stefani, Volpi, Calderoli (LN); Mario Mauro, Giovanardi, Quagliarello (GAL); Maurizio Romani (Misto-IdV); Bruni (CR); Serenella Fucksia (Misto); Azzollini (NCD); Casson, Monica Cirinnà (PD).

Secondo M5S il maxiemendamento è pasticciato e discriminatorio: in particolare la soppressione dell'obbligo di fedeltà è mortificante, perché veicola l'idea che una coppia omosessuale non sia una famiglia stabile. La posizione della questione di fiducia su un ddl di iniziativa parlamentare è l'ennesima forzatura di una maggioranza che cerca subdolamente di scaricare le sue responsabilità su M5S. Favorevole alla parità di diritti, senza distinzioni di sesso, il Gruppo ha lavorato costruttivamente ad un provvedimento degno, ne ha sollecitato più volte la calendarizzazione, non ha presentato emendamenti in Aula, ma non ha accettato di votare il supercanguro - un emendamento incostituzionale, poi dichiarato inammissibile dal Presidente - che non aveva ragione di esistere dopo il ritiro da parte della Lega di 5000 emendamenti. Il ddl Cirinnà avrebbe potuto essere approvato con una procedura parlamentare trasparente e libera; il PD ha preferito invece trovare un accordo al ribasso con NCD e AL e blindarlo con la fiducia.

Secondo SEL l'opposizione interna alla maggioranza, il prevalere di opportunismi e calcoli politici, la posizione della questione di fiducia su un testo che recepisce le istanze del centrodestra, rappresentano una sconfitta del Parlamento, un arretramento culturale, una lesione del pieno riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali. Il Gruppo ha assunto una posizione limpida, anteponendo l'approvazione di una buona legge a qualsiasi tatticismo e strumentalizzazione; M5S ha invece offerto l'alibi al PD per siglare un accordo al ribasso che, comunque, non era obbligato. Si sarebbe potuto approvare il ddl Cirinnà votando gli emendamenti, ma il Presidente del Consiglio ha sacrificato i diritti delle persone e ha scelto la fiducia per compattare la sua maggioranza.

Secondo FI-PdL il maxiemendamento non elimina la sovrapposizione tra unione civile e matrimonio, la discriminazione delle coppie eterosessuali conviventi, la possibilità per i tribunali di concedere le adozioni speciali. Il Gruppo ha ricordato le forzature sull'iter del ddl (il mancato esame in Commissione, la presentazione del supercanguro per imbavagliare il dissenso interno, l'ostruzionismo di maggioranza per impedire la votazione degli emendamenti) e l'incredibile voltafaccia del Governo che, dopo essersi dichiarato estraneo alla materia, ha affermato che l'approvazione del ddl rientrava nel suo programma. Favorevole alle unioni civili, la sen. Bernini ha affermato che la fiducia è inaccettabile e immotivata: la legge avrebbe potuto essere approvata in tre giorni con la procedure normale. Il maxiemendamento è un compromesso al ribasso, accompagnato da promesse che non saranno onorate.

Secondo LN il maxiemendamento era irricevibile, mascherando un ddl d'iniziativa governativa privo dell'autorizzazione del Presidente della Repubblica. Blindare un tema etico con la fiducia è un atto di forza. La maggioranza ha avuto paura dei voti segreti, non ha saputo fare sintesi e il Governo ha mortificato i suoi stessi parlamentari puntando sui voti del Gruppo di Verdini. Il Senato è stato bloccato per più di un mese, mentre la congiuntura economica peggiora e l'Europa si disgrega. Nel merito, il maxiemendamento lascia aperta per via giurisprudenziale la possibilità di adottare figli nati fuori dalla famiglia. La norma sulla pensione di reversibilità è priva di copertura finanziaria e, anziché estendere un diritto, aprirà la strada all'abolizione di tutte le pensioni di reversibilità.

Secondo GAL, che sarebbe stato favorevole ad un testo unico sulle convivenze di fatto, la procedura del ddl è illegittima e la posizione della questione di fiducia contrasta con i principi liberaldemocratici. La bollinatura della Ragioneria generale dello Stato dipende dall'annunciata volontà del Governo di mettere mano alle pensioni di reversibilità, restringendo i diritti esistenti.

Secondo CR l'accordo di maggioranza è stato raggiunto scardinando le regole della dialettica parlamentare. La mediazione sullo stralcio dell'articolo 5 è ambigua: fa salve le norme vigenti che consentono l'adozione del figliastro e non scongiura l'ipotesi dell'utero in affitto.

Secondo Aut si sarebbe dovuto cercare fin dall'inizio una sintesi interna alla maggioranza, anziché tentare la strada pericolosa dell'accordo con M5S. La posizione della questione di fiducia solleva riserve, ma è stata resa inevitabile dalle opposizioni. Una parte del Gruppo giudica positivamente la soppressione della norma sulle adozioni, che avrebbe aperto la strada alla maternità surrogata.

Secondo NCD, che è favorevole al riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali ma non all'omologazione al matrimonio, il maxiemendamento è un buon testo nelle condizioni date: la mediazione raggiunta salvaguarda il diritto del minore alla genitorialità eterosessuale. Il Gruppo avrebbe preferito un altro iter: un accordo preventivo di maggioranza, da estendere ad altre forze politiche, senza voto di fiducia. L'atteggiamento ondivago del PD, che ha tentato l'accordo con M5S, ha costretto il Governo a seguire una procedura non esemplare. Qualche senatore del Gruppo non parteciperà alla fiducia non per motivi politici, ma per ragioni di coscienza.

Secondo la sen. Cirinnà (PD) il maxiemendamento è un buon risultato, sulla base dei numeri in Senato, ma rappresenta soltanto un primo passo della riforma del diritto di famiglia. Il venir meno del sostegno di M5S al supercanguro, che conteneva i principi fondamentali della legge, avrebbe condannato all'immobilismo; il Gruppo ha preso una decisione durissima, ha sacrificato un punto fondamentale del suo programma - l'adozione per le coppie gay -, per non consegnare la legge alla roulette russa del voto segreto. Il maxiemendamento non contiene l'articolo 5, ma riconosce il lavoro della magistratura a tutela dei bambini delle coppie omosessuali e il Gruppo si è impegnato ad approvare una riforma organica della legge sulle adozioni. Infine, l'obbligo di fedeltà non è previsto in molti ordinamenti europei: la sua presenza nel codice civile italiano è un retaggio della cultura maschilista.

Il sen. Casson (PD) ha annunciato a titolo personale la non partecipazione al voto per ragioni di merito e di metodo. Il maxiemendamento è gravemente monco, perché non contempla le adozioni gay, e il ricorso alla fiducia su materie eticamente sensibili non è condivisibile.

Nelle dichiarazioni di voto hanno negato la fiducia i sen. Laura Bignami (Misto-X), Maria Mussini (Misto), Anna Cinzia Bonfrisco (CR), Centinaio (LN), Ferrara (GAL), Loredana De Petris (SEL), Nunzia Catalfo (M5S) e Palma (FI-PdL). In dissenso dal Gruppo, il sen. Villari (GAL) ha votato la fiducia. Hanno annunciato la fiducia i sen. Alessandra Bencini (Misto-IdV), Barani (AL), Zeller (Aut), Schifani (NCD) e Zanda (PD). In dissenso dal Gruppo, il sen. Sacconi (AP) non ha partecipato al voto per ragioni di metodo e di merito: la questione di fiducia è una violazione sostanziale delle regole democratiche; l'impianto del testo consente a colpi di sentenze di assimilare l'unione civile al matrimonio. In dissenso dal Gruppo, il sen. Manconi (PD) non ha partecipato al voto per la sperequazione ai danni dei figli destinati all'adozione delle coppie omosessuali. Il testo privilegia le garanzie economiche a scapito del riconoscimento giuridico morale delle unioni civili.

Al termine della seduta il sen. Calderoli (LN) ha chiesto al Presidente di verificare la conformità del testo approvato con quello licenziato. Il sen. Marinello (NCD) ha segnalato che la copertura della norma sulle pensioni di reversibilità è parziale perché riguarda la previdenza pubblica ma non le casse autonome.

La Conferenza dei Capigruppo è convocata martedì 1° marzo alle ore 15 per l'approvazione del nuovo calendario.

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