Senato TV
539ª Seduta pubblica
Giovedì 19 novembre 2015 alle ore 09:35
L'Assemblea ha avviato l'esame dei ddl n. 2111, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2016), e n. 2112, Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018.
Nel rispetto degli obiettivi stabiliti nella Nota di aggiornamento del DEF (indebitamento netto al 2,2 per cento nel 2016), la legge di stabilità sostiene la ripresa, contenendo il carico fiscale, aumentando la domanda aggregata e stimolando gli investimenti. L'intervento determina un peggioramento dell'indebitamento netto pari a circa 14,6 miliardi nel 2016. Il Governo si avvale del margine di flessibilità per le riforme strutturali (0,5 per cento di Pil) e dell'ulteriore margine dello 0,3 per cento connesso alla clausola degli investimenti. Ove riconosciuta dalle istituzioni europee, la cosiddetta clausola migranti varrebbe 0,2 punti percentuali di Pil. Sul piano fiscale l'intervento di maggior rilievo è la neutralizzazione nel 2016 delle clausole di salvaguardia inserite nella legge di stabilità dello scorso anno: l'eliminazione degli aumenti di imposta e la riduzione delle agevolazioni fiscali hanno un impatto di circa 16,8 miliardi. L'intervento sulla fiscalità immobiliare - l'esenzione IMU sui terreni agricoli e sui macchinari imbullonati e l'esenzione TASI per la prima casa - ha un impatto di 4,5 miliardi annui. Altre norme rilevanti riguardano la riduzione dell'aliquota IRES dal 2017, il miglioramento del regime dei minimi e l'aumento degli importi deducibili dall'IRAP in favore di imprese di minori dimensioni, il bonus del 140 per cento sugli ammortamenti connessi agli investimenti in macchinari ed attrezzature, la proroga, in forma ridotta al 40 per cento, degli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato, la proroga delle detrazioni IRPEF per ristrutturazioni e riqualificazione energetica, il regime agevolato per cessioni e assegnazioni di beni ai soci. Si introduce una imposta sostitutiva pari al 10 per cento sui premi di produttività e si eleva la soglia della detrazione di imposta (no tax area) per i redditi di pensione. Il canone Rai è ridotto, per il 2016, a 100 euro e si introduce una nuova presunzione di possesso dell'apparecchio televisivo per l'accertamento di situazioni di evasione: la presenza di un contratto di fornitura dell'energia elettrica, nella cui fattura sarà addebitato il canone. Per quanto concerne le spese, si segnalano quelle in materia pensionistica relative alla cosiddetta opzione donna (160 milioni per il 2016), per le lavoratrici che intendano lasciare il lavoro con 35 anni contributivi a fronte di una decurtazione della pensione. Altri interventi sono destinati al tema del disagio sociale: l'istituzione del Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale (600 milioni nel 2016) e il finanziamento del Fondo per le non autosufficienze (90 milioni dal 2016). La spesa viene inoltre incrementata, per circa 0,7 miliardi, da nuove regole di finanza pubblica per gli enti territoriali che superano il Patto di stabilità interno. Per il 2016 sono previsti risparmi di spesa per circa 8,4 miliardi, che derivano da misure in materia di indicizzazione delle pensioni (0,5 miliardi nel 2017 ed 1,1 miliardi nel 2018), interventi di rafforzamento dell'acquisizione centralizzata di beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni (circa 160 milioni), rideterminazione del fabbisogno sanitario nazionale standard per l'anno 2016, cui è associata una minore spesa per circa 1,8 miliardi. Concorrono alle minori spese, i risparmi a carico delle Regioni (circa 4 miliardi nel 2017, che salgono a 5,5 miliardi nell'anno successivo) e gli effetti derivanti dal passaggio al pareggio di bilancio (1,8 miliardi nel 2016, che diminuiscono a 0,7 miliardi nel 2018).
Le relatrici, sen. Chiavaroli (AP) e Zanoni (PD), hanno riferito sul lavoro della Commissione bilancio, che si è svolto in un clima collaborativo e costruttivo. I principali emendamenti approvati riguardano il cosiddetto pacchetto casa: fissato un tetto alle aliquote di Imu e Tasi sulle abitazioni affittate a canone concordato; estese le esenzioni per le abitazioni non di lusso date in comodato registrato ai figli (a condizione che la casa sia stata usata come abitazione principale nel 2015); previsto un bonus per l'acquisto di mobili per le giovani coppie. La Commissione, inoltre, ha stanziato fondi per le scuole paritarie, previsto agevolazioni fiscali per gli studenti di ErasmusPlus e incentivi per il rientro dei cervelli. Altri interventi riguardano il ripristino del regime fiscale agevolato per piccoli agricoltori, il rifinanziamento della cassa integrazione per la pesca, l'istituzione di un fondo per le imprese vittime del fallimento di altre imprese, la contabilizzazione dei debiti pregressi delle Regioni, la rateizzazione in dieci anni del canone Rai e l'ampliamento della platea dei pensionati esentati, la riduzione del tetto all'uso del contante per i trasferimenti all'estero, il rifinanziamento del voucher per le baby-sitter, il finanziamento del fondo per l'acquisto di farmaci innovativi, la riduzione da 100 a 60 milioni del taglio ai Caf, il congedo di due giorni per i padri, la riduzione dell'Iva per le cooperative sociali, lo stanziamento per i parchi nazionali. La Commissione bilancio non è riuscita a intervenire su tre temi, largamente condivisi, che saranno affrontati alla Camera: il pacchetto per il Sud (maggiore decontribuzione per i neoassunti e credito d'imposta per gli investimenti), le pensioni, la finanza locale.
Il relatore di minoranza sen. D'Alì (FI-PdL) ha ricordato che il Governo ha presentato i documenti di bilancio con grave ritardo e ha poi compresso i tempi d'esame. Sulla manovra pende il giudizio della Commissione europea, che ha evidenziato rischi legati alla crescita del debito e del deficit. Al di là dell'esenzione della Tasi sulla prima casa e dell'innalzamento del tetto all'uso del contante, due rivendicazioni storiche del Gruppo FI, la manovra è fatta di piccoli interventi. Numerose le lacune: mancano interventi di spending review, che dovrebbero anzitutto ridurre i centri di spesa; mancano misure per gli esodati, interventi per il Sud, risorse per la sicurezza. La neutralizzazione dell'aumento delle accise e dell'Iva è limitata al 2016; l'agricoltura è penalizzata più che agevolata (l'esenzione IMU sui terreni agricoli è compensata dalla rivalutazione dei redditi dominicali e dall'abolizione delle agevolazioni per il gasolio); l'autonomia impositiva degli enti locali è fortemente limitata.
Alla discussione generale hanno partecipato i sen. Endrizzi, Buccarella, Paola Nugnes, Santangelo, Ciampolillo, Lucidi, Girotto, Daniela Donno, Cioffi, Nunzia Catalfo, Serenella Fucksia, Rosetta Blundo, Elena Fattori (M5S); Scilipoti Isgrò, Amidei, Carraro, Caliendo, Boccardi, Cerroni, Malan, Gasparri (FI-PdL); Del Barba, Bianco, Stefania Pezzopane, Cecilia Guerra, Lucherini, Mirabelli, Emilia De Biasi, Cuomo, Santini (PD); Monica Casaletto, Laura Bignami, Raffaela Bellot, Bocchino, Maurizio Romani (Misto); Divina, Tosato, Erika Stefani (LN); D'Anna, Mazzoni (AL); Di Biagio, Quagliarello (AP); Milo (CR); Panizza (Aut).
M5S ha giudicato inadeguata la manovra, criticando i mancati interventi per la disoccupazione, la flessibilità previdenziale, il sostegno al reddito, la politica industriale, la green economy. A fronte dell'aumento delle spese militari sono ridotte le risorse per la sicurezza interna e la giustizia. Forza Italia e Conservatori e Riformisti hanno ricordato le criticità evidenziate dall'ufficio del bilancio e il rischio di non conformità al Patto di stabilità. L'incertezza dell'economia mondiale, che può bloccare la ripresa europea, avrebbe dovuto suggerire prudenza: il Governo, invece, ha messo in campo una manovra elettoralistica, che non riduce la spesa corrente, non concentra le risorse in investimenti produttivi e rinvia al 2018 il pareggio di bilancio. Hanno sottolineato infine la necessità di stanziare risorse per le Forze dell'ordine, invitando il Governo ad onorare gli impegni assunti dopo gli attentati di Parigi. La Lega Nord ha espresso dubbi sulle previsioni ottimistiche del Governo, evidenziando l'aumento del debito di 17 miliardi, la mancata riduzione dell'apparato statale, i tagli alle Regioni che colpiscono il servizio sanitario, il taglio di 750 milioni al comparto della sicurezza, la riduzione del fondo per l'occupazione e la formazione. Anche hanno posto l'accento sulla instabilità dei conti pubblici e sulla scarsa incidenza dei risparmi. Alleanza Liberalpopolare ha preannunciato voto contrario, criticando l'aumento del debito, i tagli alla sanità, la mancata razionalizzazione della spesa. La sinistra del PD ha ribadito le sue proposte: ripristino del tetto di mille euro nell'uso del contante e maggiore equità nella tassazione degli immobili. Le sen. Casaletto e Bignami del Gruppo Misto hanno negato il carattere espansivo della manovra, che contrae ulteriormente il welfare senza eliminare gli sprechi. Molto critico l'intervento del sen. Quagliariello (AP), secondo il quale i timidi e incerti segnali di ripresa dipendono dalla politica monetaria espansiva della BCE. Il Governo ha immotivatamente respinto otto emendamenti volti ad aggredire la spesa improduttiva e a razionalizzare le società partecipate. In assenza di tagli di spesa, l'alleggerimento fiscale sarà finanziato con aumenti delle imposte.
In replica il Vice Ministro dell'economia e delle finanze Morando ha evidenziato che il carattere espansivo della manovra è attestato dall'aumento dell'indebitamento dall'1,8 al 2,2. Negli anni precedenti l'obiettivo principale dei Governi era il consolidamento dei conti pubblici: la svolta verso la crescita è stata resa possibile dal mutato orientamento della Commissione europea, dalla politica monetaria della BCE e dalle riforme strutturali dell'ultimo anno e mezzo. I margini della politica di riqualificazione della spesa pubblica, iniziata nel 2011, si sono esauriti: per realizzare una nuova revisione della spesa, a partire dal 2018, occorrerebbe quantificare gli obiettivi di risparmio dei decreti delegati per la riforma della pubblica amministrazione. Il Vice Ministro ha assunto, infine, impegni sul Mezzogiorno e sulla sicurezza, esprimendo però la convinzione che il tema della sicurezza debba avere una dimensione europea, sia dal punto di vista finanziario sia dal punto di vista degli interventi.
Dopo l'approvazione, senza modifiche, dei 17 articoli del ddl di bilancio e delle annesse tabelle, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Pizzetti ha chiesto una sospensione fino alle ore 20 per una verifica della Ragioneria dello Stato. Alle ore 20 il Sottosegretario di Stato per l'economia Baretta ha chiesto un'ulteriore sospensione fino alle 21,30. Alla ripresa dei lavori, il Ministro per il rapporti con il Parlamento ha presentato un maxiemendamento interamente sostitutivo degli articoli del ddl di stabilità, sull'approvazione del quale ha posto la questione di fiducia. Il Presidente Grasso ha trasmesso il maxiemendamento alla Commissione bilancio e ha convocato la Conferenza dei Capigruppo, che ha organizzato la discussione. Domani mattina la seduta avrà inizio alle ore 9. La chiama avrà luogo intorno alle ore 12. Dopo la presentazione e l'esame della Nota di variazioni, sarà votato il ddl di bilancio nel complesso.
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