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381ª Seduta pubblica
Mercoledì 21 gennaio 2015 alle ore 09:35
In apertura di seduta, il Presidente Calderoli ha comunicato le rimodulazioni del calendario dei lavori, approvate a maggioranza dalla Conferenza dei Capigruppo. La seduta unica di domani avrà inizio alle ore 9,30, senza orario di chiusura. Pertanto, il sindacato ispettivo non avrà luogo. Venerdì è prevista una seduta dalle 9.30 alle 12. La proposta di ripristinare il calendario precedente, avanzata dal sen. Cioffi (M5S), è stata respinta.
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 1385, e connesso n. 1449, recante disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati, già approvato dall'altro ramo del Parlamento.
Nella seduta pomeridiana di ieri la Ministro per le riforme costituzionali Boschi ha espresso parere favorevole sull'emendamento 01.103 del sen. Stefano Esposito (PD) e contrario sui restanti emendamenti volti a premettere un articolo all'articolo 1.
Dopo una lunga discussione, è stato respinto l'emendamento 01.101 (testo 2), del sen. Gotor (PD), che proponeva il 30 per cento dei parlamentari nominato ed il 70 scelto con le preferenze. I senatori favorevoli all'emendamento Gotor hanno evidenziato che la proposta non mina la governabilità né sconvolge l'impianto della norma. In un sistema costituzionale che prevede una sola Camera elettiva, la maggioranza dei deputati dovrebbe essere scelta dai cittadini. Un'elevata percentuale di deputati nominati dalle segreterie dei partiti disattende, invece, la sentenza della Corte e svuota la rappresentanza democratica. Il meccanismo serve infatti a selezionare parlamentari deboli, privi di legame con gli elettori ed il territorio, obbedienti alle direttive del Capo del Governo. Hanno annunciato voto favorevole, evidenziando la ragionevolezza della proposta, i sen. De Cristofaro (SEL); Campanella (Misto-ILC); Divina (LN-Aut); Di Maggio e D'Anna (GAL); Endrizzi (M5S). In dissenso dai rispettivi Gruppi, hanno annunciato voto favorevole anche i sen. Tarquinio (FI-PdL), Fornaro e Ruta (PD). La sen. Bonfrisco (FI-PdL) ha sottolineato che l'Italicum è un suicidio politico assistito per Forza Italia. Il sen. Micheloni (PD), in dissenso dal Gruppo, ha annunciato voto di astensione. Hanno preannunciato invece voto contrario i sen. Pagliari (PD), Quagliariello (NCD-UDC) e D'Ambrosio Lettieri (FI-PdL). Il sen. Sposetti (PD) ha invitato a ritirare i numerosi emendamenti presentati, mantenendo in vita solo un numero ristretto di proposte atte a favorire un reale miglioramento del testo.
Respinto anche l'emendamento 01.102 (testo 2), del sen. Gotor (PD), volto ad introdurre la possibilità di apparentamento nel ballottaggio, SEL, M5S e LN hanno evidenziato che è cambiata la maggioranza che sostiene il Governo: la minoranza del PD è stata sostituita da Forza Italia.
Dopo un ampio dibattito, è stato approvato l'emendamento 01.103, del sen. Esposito (PD), con conseguente preclusione di circa 35.700 proposte emendative delle 47.000 presentate. Il testo prevede che: le liste di candidati sono presentate in 20 circoscrizioni, suddivise in 100 collegi plurinominali; l'elettore può esprimere fino a due preferenze per candidati di sesso diverso, tra quelli che non sono capolista; accedono alla ripartizione dei seggi le liste che ottengono, su base nazionale, almeno il 3 per cento dei voti; sono attribuiti 340 seggi alla lista che ottiene su base nazionale almeno il 40 per cento dei voti o, in mancanza, a quella che prevale nel ballottaggio tra le due con il maggior numero di voti; nel secondo turno sono esclusi apparentamenti; sono proclamati eletti i capolista e poi i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze; la Camera dei deputati è eletta secondo queste modalità a decorrere dal 1° luglio 2016. Sono state respinte le richieste di accantonamento e rinvio in Commissione, avanzata dal sen. Santangelo (M5S), e di votazione per parti separate, avanzata dal sen. Candiani (LN-Aut).
Ha annunciato voto favorevole il sen. Cociancich (PD). Si sono pronunciati contro i sen. Candiani (LN-Aut); Loredana De Petris (SEL); Campanella e Paola De Pin (Misto); Crimi (M5S); Ferrara (GAL). In dissenso dai rispettivi Gruppi hanno votato contro i sen. Doris Lo Moro, Mucchetti, Mineo e Pegorer (PD); Anna Bonfrisco, Bruni e Tarquinio (FI-PdL). L'emendamento è un espediente truffaldino della maggioranza per far decadere le proposte dell'opposizione. Nel merito, la nuova legge elettorale è priva di riscontri nelle democrazie liberali e introduce surrettiziamente l'elezione diretta del Premier, al quale viene consegnata, grazie ai capilista bloccati e ad un premio di maggioranza abnorme, la selezione della rappresentanza e della composizione degli altri organi costituzionali.
Senatori di M5S e SEL hanno lamentato la mancata comunicazione preventiva da parte della Presidenza degli effetti preclusivi dell'emendamento, che avrebbe favorito un voto maggiormente consapevole.
La seduta è stata sospesa dalle ore 13,55 alle 19,30.
La Ministro Boschi ha reso parere favorevole sugli emendamenti 1.7000/1, 1.7000 e 1.7001 della sen. Finocchiaro (PD), 1.7000/257, del sen. Collina (PD), 1.7001/501 e 1.12290 del sen. Zeller (Aut), mentre ha reso parere contrario su tutti gli altri emendamenti e subemendamenti all'articolo 1.
Sono stati respinti tutti gli emendamenti all'articolo 1 fino all'1.900, da cui domani riprenderanno le votazioni.
È stato approvato l'ordine del giorno G1.8, del sen. Calderoli, che impegna il Governo ad individuare modalità che consentano l'esercizio del diritto di voto ai cittadini fuori sede. Si sono espressi favorevolmente i sen. Crimi (M5S); Uras (SEL); Falanga (FI-PdL). Il sen. Micheloni (PD) ha invocato una trattazione omogenea e congiunta degli emendamenti incentrati sul diritto di voto all'estero.
Alla ripresa dei lavori, i sen. Calderoli (LN-Aut), De Petris (SEL) ed Endrizzi (M5S) hanno denunciato la situazione paradossale che deriverebbe, dopo l'accoglimento della proposta Esposito, dall'eventuale mancata approvazione degli emendamenti della sen. Finocchiaro: in luogo di una legge, si avrebbe un preambolo di indirizzi. Il sen. Calderoli (LN-Aut) ha lamentato il fatto che nessuno degli emendamenti presentati dalla nuova maggioranza sia stato precluso, insinuando che il testo dell'emendamento 01.103 fosse già noto ad alcuni. Si è associato il sen. Endrizzi (M5S), che ha chiesto, senza esito, la possibilità di presentare nuove proposte emendative. Le opposizioni hanno chiesto, inoltre, una breve sospensione per valutare meglio le preclusioni e consentire di aggruppare gli emendamenti omogenei. La richiesta, che non ha avuto seguito, è stata rinnovata dopo la bocciatura degli emendamenti 1.428, che proponeva l'elezione della Camera dei deputati a suffragio universale, con voto diretto ed uguale, libero e segreto, e1.843, che inseriva il principio della parità di genere. La sen. De Petris (SEL) ha chiesto anche un'immediata convocazione della 5a Commissione per valutare gli emendamenti rimasti in vita. Il Presidente della Commissione bilancio Azzollini ha rilevato che la Commissione ha già reso il parere sugli emendamenti di carattere oneroso. Lapolemica si è riaccesa sull'emendamento 01.17, della sen. De Petris (SEL): i sen. Calderoli (LN-Aut) ed Endrizzi (M5S) hanno rilevato che lo stanziamento di 5 milioni di euro per il doppio turno è insufficiente.
Durante l'esame degli emendamenti, il sen. Giarrusso (M5S) ha chiesto chiarimenti sulla presenza oggi in Senato di Silvio Berlusconi, che, a seguito di condanna, è decaduto dalla carica di senatore. La Presidente Lanzillota ha fatto presente che agli ex senatori è consentito accedere alle sedi del Senato. La sen. Montevecchi (M5S) ha ritenuto non opportuno il turno di Presidenza del sen. Gasparri, che ha recentemente offeso due cooperanti rapite in Siria.
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