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320ª Seduta pubblica

Martedì 30 settembre 2014 alle ore 15:04

Comunicato di seduta

Il Ministro dello sviluppo economico Guidi ha reso un'informativa sull'impatto economico per le imprese nazionali, in relazione alle sanzioni commerciali della Federazione russa nei confronti dell'Unione europea.

La Ministro Guidi ha ricordato che dopo i fatti dell'Ucraina, USA e UE hanno decretato sanzioni contro la Russia, la quale ha adottato contromisure di ritorsione che hanno colpito il 40 per cento delle esportazioni agricole. L'interdipendenza tra UE e Federazione russa ha raggiunto livelli elevatissimi: l'interscambio commerciale è di 320 miliardi di euro (30,8 miliardi con l'Italia). L'Italia è il secondo partner della Russia in ambito europeo e importa dalla Federazione circa il 50 per cento del gas. A fronte della complessità e volatilità della situazione energetica, il Ministero ha previsto piani di emergenza per superare periodi di interruzione della fornitura fino a tre mesi. La bolletta energetica ha comunque già risentito delle tensioni tra Russia e Ucraina.

Per l'export italiano (ortofrutta, carne, formaggio) si stima una perdita di cento milioni, anche se le autorità russe potrebbero rimodulare le sanzioni. Gli Stati più colpiti dall'embargo sono quelli che hanno assunto una posizione più netta sulla crisi ucraina: Lituania, Polonia, Germania, Olanda. Per il settore agroalimentare il Ministero sta supportando iniziative per sostenere l'esportazione dei prodotti made in Italy in mercati alternativi, puntando soprattutto sulla grande distribuzione e sull'ecommerce negli Stati Uniti. Ci sono poi danni all' industria tessile e del pellame e danni indiretti alle banche. Entro il 31 ottobre l'Ue sottoporrà le sanzioni a revisione in base all'evoluzione della crisi ucraina. L'Italia si adopererà per evitare che le imprese nazionali perdano quote di mercato faticosamente raggiunte.

Secondo il sen. Susta (SC) gli accordi con gli alleati vanno rispettati, le sanzioni non devono essere occasione di un'ennesima critica nei confronti dell'UE, che deve continuare a stipulare accordi di libero scambio con USA e Mercosur.

Sebbene le sanzioni europee abbiano prodotto una tregua tra Russia e Ucraina, secondo il sen. Marino (PI), considerata l'elevata interdipendenza tra UE e Federazione, la strada delle ritorsioni è pericolosa: occorre riprendere le trattative diplomatiche.

Secondo il sen. Compagnone (GAL) le sanzioni comportano costi elevati per le imprese italiane e sono inefficaci: anche la Russia troverà canali commerciali alternativi (Cina, Turchia, Brasile). L'Italia non può combattere una guerra altrui: l'Europa dovrebbe interrogarsi meglio sui suoi interessi e sulla strategia commerciale da adottare nei confronti della Cina.

Secondo il sen. Panizza (Aut-PSI) si sta verificando il più importante riassestamento degli equilibri internazionali dopo l'89, che vede Usa e Ue da una parte e Russia e Cina dall'altra. L'Europa non deve dare un'impressione di debolezza: deve difendere la democrazia ma evitare l'isolamento della Russia e deve prevedere aiuti per le imprese danneggiate.

Secondo il sen. Consiglio (LN) le sanzioni contro la Russia, volte a compiacere il Presidente USA, avrebbero richiesto un supplemento di riflessione in sede europea e non sono la strada giusta per costruire una prospettiva di pace ad est. Il Governo italiano dimostra di non aver imparato granché dalla crisi libica. Nel 2014 si prevede una perdita di export per 2,4 miliardi. Il danno economico maggiore riguarderà le imprese settentrionali e investirà i settori agricolo, meccanico, tessile e turistico. Rispetto all'erogazione degli aiuti europei, occorrerà tutelare le imprese nazionali. Il sen. Consiglio ha espresso infine dubbi sulla capacità italiana di fronteggiare un'interruzione della fornitura di gas.

Il sen. Uras (SEL) ha rilevato che le tensioni internazionali con la Russia e in Medio Oriente aggravano la crisi economica italiana e peseranno sulla prossima manovra finanziaria. Il problema non può essere risolto con piccoli aiuti: occorre mutare la politica estera che deve sostituire le sanzioni e l'esportazione di conflitti con la diplomazia e le buone pratiche di pace.

Secondo il sen. Formigoni (NCD) l'Unione europea deve adoperarsi affinché la Russia non si isoli e gli USA tornino ad un'idea di sicurezza fondata su una relazione stabile con la Federazione russa. Le sanzioni sono inefficaci: vi è il rischio che la Russia aumenti l'autosufficienza e sostituisca le importazioni italiane. Infine, sono insufficienti gli aiuti europei per il settore ortofrutticolo.

Il sen. Endrizzi (M5S) ha espresso delusione per un'informativa che ha confermato dati già noti. La vicenda delle sanzioni dimostra la leggerezza di un Governo che a luglio, occupato a mettere le mani sul Senato e a candidare il Ministro Mogherini alla guida della politica estera europea, non ha acconsentito alla richiesta di un dibattito sulla situazione ucraina e ha avallato le sanzioni contro la Russia. Il Governo appare inoltre incapace di tutelare gli interessi nazionali, danneggiati da un euro forte e dagli accordi bilaterali tra UE e Paesi nordafricani. Movimento 5 Stelle chiede la discussione di una mozione sulle regole del commercio internazionale.

Secondo la sen. Pelino (FI-PdL) le decisioni dei vertici Nato e UE hanno irresponsabilmente rimesso in discussione l'accordo del 2002 che segnò il superamento della guerra fredda. La Federazione russa è un partner fondamentale nella difesa dell'Occidente contro il fondamentalismo. Le sanzioni sono inefficaci: la Russia può trovare sbocchi alternativi, mentre non è da sottovalutare la ricaduta negativa dell'embargo sul settore turistico e sull'approvvigionamento di gas. La sen. Pelino ha auspicato infine un maggior protagonismo dell'Italia per riaprire la trattativa diplomatica.

Il sen. Tomaselli (PD) ha ricordato che le sanzioni sono state decise dall'Unione europea, non dal Governo italiano, e sono state la conseguenza di inaccettabili violazioni del diritto internazionale e dell'ingerenza russa nella crisi ucraina. Ha poi rilevato che le sanzioni hanno effetti negativi anche sull'economia russa: ha quindi auspicato, anche alla luce di segnali distensivi, una strategia di pace che revochi le sanzioni. Ha espresso infine la convinzione che l'embargo non toccherà la fornitura di gas, ma ha invitato il Governo a diversificare le fonti energetiche.

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