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285ª Seduta pubblica

Lunedì 21 luglio 2014 alle ore 16:06

Comunicato di seduta

L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl costituzionale n. 1429, e connessi, recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, il contenimento dei costi delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della Costituzione.

Nella seduta antimeridiana si è conclusa la discussione generale; hanno avuto luogo le repliche dei relatori di maggioranza e minoranza e del Ministro delle riforme Boschi.

L'Assemblea ha respinto la proposta di non passaggio agli articoli, avanzata dal sen. Petrocelli (M5S) e sostenuta anche da SEL e Gruppo Misto.

Dichiarando voto favorevole alla proposta, il sen. Crimi (M5S) ha rilevato che la Commissione non ha potuto discutere i paletti imposti dal Governo e definiti in sede extraparlamentare. Ha poi ricordato che, in base ad una legge elettorale dichiarata incostituzionale, il partito di maggioranza relativa è sovrarappresentato. Ha auspicato infine un referendum consultivo di indirizzo in materia costituzionale.

Il sen. Campanella (Misto) ha chiesto un ritorno in Commissione per proporre un testo realmente condiviso.

Secondo la sen. Bonfrisco (FI-PdL) la richiesta di non passaggio agli articoli è legittima, ma è più ragionevole provare a modificare il testo licenziato dalla Commissione, anche tenendo conto della preferenza popolare per un Senato con funzioni differenziate ed eletto direttamente.

In attesa che il Governo fornisca risposte a proposte alternative, il sen. Centinaio (LN-Aut) ritiene necessario un passaggio veloce in Commissione. Non si tratta di bloccare il ddl, bensì di affrontare nella sede più idonea le ulteriori modifiche auspicate dai relatori. Anche secondo il sen. Mauro (PI) un passaggio in Commissione potrebbe accelerare i lavori d'Aula. Secondo il sen. D'Anna (GAL) la fissazione di scadenze da parte del Governo risponde ad esigenze estranee al lavoro parlamentare e l'intestardirsi sul Senato non elettivo ostacola l'approvazione di un testo largamente condiviso.

L'Assemblea è quindi passata all'illustrazione dei circa cinquanta emendamenti riferiti all'articolo 1, che ridefinisce le funzioni del Senato. L'articolo prevede che il Parlamento si compone della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Quest'ultimo rappresenta le istituzioni territoriali, concorre alla funzione legislativa, esercita la funzione di raccordo tra l'Unione europea, lo Stato e gli altri enti della Repubblica, partecipa alla formazione degli atti normativi comunitari, valuta l'attività delle pubbliche amministrazioni, verifica l'attuazione delle leggi dello Stato, controlla le politiche pubbliche, concorre all'espressione di pareri su nomine governative.

La Lega Nord ha posto l'accento sugli emendamenti che affermano il carattere federale della Repubblica, accentuano il profilo di rappresentanza delle Regioni da parte del Senato, riducono a 500 o 400 il numero dei deputati, prevedono un'attribuzione dei seggi in proporzione alla popolazione, mantengono la circoscrizione estero.

Movimento 5 Stelle ha criticato la pretesa del Governo di blindare la sua maggioranza in materia costituzionale e ha richiamato gli emendamenti che accentuano il profilo del Senato quale organo di garanzia, attribuendogli funzioni di controllo sulle pubbliche amministrazioni e sulla ripartizione delle risorse, l'esame dei candidati alle cariche di nomina governativa, la partecipazione alla formazione degli atti normativi e delle decisioni sulle politiche dell'Unione europea. Il rifiuto di proposte che determinano una riduzione reale dei costi svela che l'autentico obiettivo del Governo è la riduzione della rappresentanza.

Il sen. Mucchetti (PD) ha illustrato l'emendamento 1.0.3 che, al fine di mantenere una proporzione numerica tra le due Camere, prevede una riduzione del numero dei deputati a 315. Prevede inoltre la garanzia della parità di genere e la ripartizione dei seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione. Molto simile l'emendamento 1.0.2 del sen. Turano (PD) che prevede anche l'elezione di otto deputati nella circoscrizione Estero. Il sen. Corsini (PD), nell'illustrare l'emendamento 1.0.11 che riduce a 470 il numero dei deputati, ha ricordato che la riduzione del numero dei parlamentari, oltre ad essere prevista dal programma del PD, è condivisa da centrosinistra e centrodestra. Ha evidenziato che il testo in esame consegna alle segreterie dei partiti la scelta dei senatori, mentre la maggioranza degli italiani preferirebbe un Senato elettivo. Ha ricordato infine alla relatrice che la bozza Violante prevedeva una legge elettorale proporzionale e al Ministro Boschi che dal '48 ad oggi la Costituzione è stata modificata, in peggio, quarantatre volte. Anche il sen. Buemi (Aut-PSI) ha giudicato incomprensibile il rifiuto ostinato del Governo ad una proposta di riduzione dei parlamentari che comporterebbe un risparmio di 180 milioni anziché di 50.

Il sen. Minzolini (FI-PdL) ha invitato l'Assemblea ad avere più coraggio nel sostenere proposte di modifica e a non ratificare sull'onda della paura un testo asfittico e contraddittorio, che disegna un Senato delle Regioni mentre elimina la competenza concorrente. Il sen. Scilipoti (FI-PdL) ha sottolineato la squilibrata composizione delle Camere rispetto all'elezione del Presidente della Repubblica. La sen. Bonfrisco (FI-PdL) ha illustrato emendamenti sulla parità di genere. Il sen. Ferrara (GAL) ha proposto la costituzionalizzazione di un sistema elettorale omogeneo per tutti gli organi elettivi.

SEL condivide il superamento del bicameralismo perfetto, ma ritiene che il ddl in esame sia incapace di segnare un'inversione di tendenza rispetto allo scollamento delle istituzioni dai cittadini. Gli emendamenti del Gruppo prevedono un migliore bilanciamento dei poteri, con un Senato escluso dal circuito fiduciario che esercita una funzione di garanzia e di controllo, una riduzione equilibrata del numero di deputati e senatori, un controllo di legittimità preventivo sulle leggi approvate dalla Camera, una competenza legislativa bicamerale in materie che toccano i diritti fondamentali, una legge elettorale proporzionale. La restrizione degli spazi di democrazia e di partecipazione e l'affievolimento della solidarietà intaccano i principi fondamentali della Costituzione.

Il Gruppo Misto ha posto l'accento su emendamenti, volti a rafforzare le garanzie e a conseguire risparmi effettivi, che prevedono il superamento del bicameralismo paritario attraverso una differenziazione delle funzioni delle due Camere, l'elezione a suffragio universale diretto del Senato e un Parlamento composto da centocinquanta senatori e da trecento deputati.

Il sen. D'Alì (NCD) ha illustrato l'emendamento 1.1444 che, oltre a ridurre a trecento il numero dei deputati e a centocinquanta il numero dei senatori elettivi, prevede l'elezione di un'Assemblea costituente per elaborare, entro la fine della legislatura, una riforma organica, al riparo da conflitti di interesse e da polemiche politiche. Ha illustrato inoltre l'emendamento 1.1555 che prevede la soppressione del Senato, in luogo di una sua trasformazione implicita in Conferenza unificata Stato-Regioni.

Al termine della seduta il sen. Petrocelli (M5S) ha proposto una modifica del calendario, nel senso di prevedere domani un'informativa urgente del Ministro degli affari esteri sulla situazione a Gaza. A favore della richiesta si è pronunciato il sen. De Cristofaro (Misto-SEL). Il sen. Tonini (PD) ha chiesto di non strumentalizzare la tragedia, proponendo un'informativa in Commissione. Il sen. Candiani (LN-Aut) ha chiesto la verifica del numero legale.

Considerato l'orario, la Presidente di turno Fedeli ha rinviato al votazione della proposta alla seduta di domani mattina.

In apertura di seduta i sen. Maria Mussini (Misto), Puglia (M5S), Scilipoti (FI-PdL) e Candiani (LN-Aut) avevano criticato il comportamento della Vice presidente Lanzillotta che nella seduta pomeridiana di giovedì scorso, a fronte di una richiesta delle opposizioni che avrebbe messo in difficoltà la maggioranza, non ha dato la parola ai senatori che chiedevano di intervenire e ha tolto bruscamente la seduta.

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