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161ª Seduta pubblica

Mercoledì 8 gennaio 2014 alle ore 09:32

Comunicato di seduta

L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 1188 di conversione del decreto-legge 30 novembre 2013, n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia.

I relatori, senatori Olivero (PI) e Fornaro (PD), hanno riferito sui contenuti del provvedimento che, all'articolo 1 abolisce il versamento della seconda rata dell'IMU per alcune tipologie di immobili che sono state oggetto dell'esclusione della prima rata del tributo. Al fine di assicurare ai comuni il ristoro del minor gettito dell'imposta municipale propria, il comma 3 prevede lo stanziamento di 2.164 milioni per l'anno 2013. Il comma 5 prevede un contributo a carico dei contribuenti nella misura del 40 per cento in caso di maggiorazione di aliquota disposta dai comuni per gli anni 2012 e 2013. I comuni beneficiari del trasferimento compensativo sono autorizzati ad apportare le necessarie variazioni di bilancio entro il 15 dicembre 2013.

L'articolo 2, comma 1, aumenta al 128,5 per cento la misura dagli acconti IRES e IRAP per gli enti creditizi, finanziari e assicurativi e per la Banca d'Italia. Nei confronti degli stessi soggetti il comma 2 prevede un'addizionale all'aliquota IRES di 8,5 punti percentuali. Il termine di scadenza per il versamento della seconda o unica rata di acconto IRES è prorogato al 10 dicembre.

L'articolo 3 è finalizzato al più efficace perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica da attuare attraverso operazioni di dismissione di immobili pubblici. Al fine di aumentare il valore degli immobili e di assicurare le entrate stimate, si consente all'acquirente dell'immobile pubblico di usufruire della possibilità di sanare irregolarità edilizie.

Ai sensi dell'articolo 4 la Banca d'Italia è autorizzata ad aumentare il proprio capitale mediante utilizzo delle riserve statutarie all'importo di 7,5 miliardi di euro. Ai partecipanti possono essere distribuiti esclusivamente dividendi annuali, a valere sugli utili netti, per un importo non superiore al 6 per cento del capitale. Sono inoltre individuate le categorie di investitori che possono acquisire le quote di partecipazione al capitale dell'Istituto: banche, imprese di assicurazione e di riassicurazione aventi sede legale in Italia o in uno Stato membro dell'Unione europea, fondazioni bancarie, enti e istituti di previdenza e assicurazione aventi sede legale in Italia e fondi pensione. Ciascun partecipante non può possedere una quota di capitale superiore al 5 per cento, né direttamente né indirettamente. Per le quote in eccesso non spetta il diritto di voto ed i relativi dividendi sono imputati alle riserve statutarie della Banca d'Italia. All'Istituto è consentito di acquistare temporaneamente le proprie quote di partecipazione e stipulare contratti aventi a oggetto le medesime.

Il comma 1 dell'articolo 5 stabilisce che l'Assemblea dei partecipanti e il Consiglio superiore della Banca d'Italia non hanno ingerenza nelle materie relative all'esercizio delle funzioni istituzionali. Ai sensi del successivo comma 2 il Consiglio superiore della Banca d'Italia si compone del Governatore e di tredici consiglieri, nominati nelle assemblee dei partecipanti presso le sedi della Banca. L'articolo 6, comma 1, sopprime i poteri di sospensione e di annullamento da parte del delegato governativo sulle delibere dell'Assemblea e del Consiglio. Il comma 2 abroga disposizioni che risultano incompatibili con le modifiche apportate alla disciplina della Banca d'Italia.

L'articolo 7 contiene disposizioni di coordinamento in materia di accise, mentre l'articolo 8 reca la copertura finanziaria del provvedimento, disponendo in particolare che la copertura degli oneri recati dagli articoli 1 e 2, quantificati complessivamente in 2.163,097 milioni di euro per l'anno 2013, viene assicurata dalle maggiori entrate derivanti dallo stesso articolo 2.

I relatori hanno sottolineato la delicatezza e la complessità delle disposizioni in materia di Banca d'Italia che, senza l'aumento di capitale previsto nel provvedimento, rischia di essere la meno capitalizzata di tutta l'Europa. Hanno quindi valorizzato il lavoro svolto in Commissione, che ha proposto significative modifiche in vista della massima condivisione e trasparenza delle disposizioni.

L'Assemblea ha respinto, con unica votazione, le questioni pregiudiziali illustrate dai senatori Scilipoti (FI-PdL), Molinari (M5S), Uras (Misto-SEL), con le quali si proponeva di non procedere all'esame del provvedimento per la disomogeneità delle disposizioni afferenti a materie non legate tra loro dal nesso oggettivo o funzionale richiesto dalla Corte costituzionale e per l'assenza dei presupposti di necessità ed urgenza, soprattutto con riferimento all'assetto proprietario e alla governance della Banca d'Italia. Sulle questioni pregiudiziali hanno preso la parola i senatori D'Alì (NCD), Carraro (FI-PdL) e Doris Lo Moro (PD).

Nella discussione generale sono intervenuti i senatori Vacciano (M5S); Paola De Pin (Misto-GAP); Arrigoni, Centinaio (LN-Aut); Scilipoti (FI-PdL); Guerrieri Paleotti, Mucchetti (PD); Linda Lanzillotta (SC); Di Biagio (PI), Loredana De Petris (Misto-SEL); D'Alì (NCD).

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