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915ª Seduta pubblica
Martedì 12 dicembre 2017 alle ore 11:05
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 2801, recante norme in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento (Dat), già approvato dalla Camera dei deputati.
Il ddl, che si compone di 8 articoli, disciplina il consenso informato del paziente ai trattamenti sanitari e agli accertamenti diagnostici, interviene in tema di terapia del dolore, divieto di ostinazione irragionevole nelle cure e dignità nella fase finale della vita, introduce l'istituto delle disposizioni anticipate di volontà e lo strumento della pianificazione condivisa delle cure. In particolare, l'articolo 1 prevede che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. Ognuno ha il diritto di conoscere le proprie condizioni di salute, di essere informato in modo completo, aggiornato e comprensibile, di rifiutare qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario, di revocare il consenso prestato. Il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare o rinunciare al trattamento sanitario ed è esente da responsabilità civile o penale.
Nella seduta del 6 dicembre si è conclusa la discussione generale. Oggi è iniziata la votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1, sui quali il rappresentante del Governo si è rimesso all'Aula. Sono state respinte tutte le proposte di modifica, tra cui quelle tese a vietare l'eutanasia, a non considerare l'idratazione e l'alimentazione artificiali come forme di accanimento terapeutico, a sopprimere il riferimento al diritto di autodeterminazione e a richiamare la realizzazione dell'alleanza terapeutica. Le votazioni riprenderanno domani dall'emendamento 1.5004.
Dopo le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2017, rese dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, l'Assemblea ha approvato la proposta di risoluzione di maggioranza, presentata dai sen. Zanda (PD), Zeller (Aut), Bianconi (AP) e Barani (ALA). Sono state, invece, respinte le proposte di risoluzione delle opposizioni.
Il Presidente del Consiglio Gentiloni ha evidenziato che il prossimo Consiglio europeo prenderà decisioni su temi specifici (Brexit, difesa, cultura) e proseguirà la discussione su temi strategici (politiche migratorie e unione bancaria). La prima fase del negoziato con il Regno Unito si è conclusa con soddisfazione dei negoziatori europei e nella sostanziale unità dei 27 Paesi dell'Unione; sono stati definiti i dossier relativi alla questione irlandese, alle somme dovute al bilancio europeo, allo status dei cittadini comunitari che vivono in Gran Bretagna. La seconda fase del negoziato sarà complessa, ma è interesse dell'Italia e dell'Europa definire il nuovo regime di relazioni con il Regno Unito. In tema di cooperazione rafforzata, sebbene il contesto geopolitico richieda impegni maggiori, il varo di progetti industriali di difesa comune è un primo passo e dà attuazione al principio dei diversi livelli di integrazione europea. La terza decisione di rilievo riguarda l'istruzione: sono previste l'introduzione di due lingue straniere nei percorsi scolastici, l'istituzione della carta europea dello studente, la destinazione di fondi più significativi a Erasmus Plus, l'individuazione di una rete di università europee. Alla discussione sulle politiche migratorie l'Italia - ha dichiarato il Premier - si presenta con le carte in regola e a testa alta per i risultati ottenuti nel contenimento dei flussi migratori: dopo il trattato bilaterale con la Libia, gli arrivi sono stati ridotti del 33 per cento su base annua e sono aumentati i rimpatri volontari. In tema di unione monetaria e bancaria, l'Italia caldeggia la creazione di un meccanismo comunitario di riserva rispetto alle crisi bancarie ed è favorevole alla previsione di un Ministro delle finanze europeo a condizione che lavori per la convergenza e la crescita, non per il controllo dei conti dei Paesi mediterranei. Infine, l'Italia sostiene la costituzione di capitoli del bilancio europeo da destinare a investimenti pubblici, assicurazione sociale contro gli shock asimmetrici, politiche migratorie.
Nelle dichiarazioni di voto, il sen. Monti (Misto) ha sottolineato che la Brexit non ha avuto gli effetti disgreganti che erano stati paventati. Il sen. Compagna (FL) ha criticato la posizione filopalestinese assunta da Federica Mogherini rispetto alla decisione degli Stati Uniti di spostare l'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Il sen. Centinaio (LN) si è soffermato sul tema migratorio, ricordando che rimpatri e ricollocamenti sono molto limitati; con riferimento alla Catalogna, ha invitato l'Europa a scoraggiare l'uso della forza in caso di rivendicazione di indipendenza. Il sen. Barani (ALA) ha evidenziato l'opportunità di definire una politica comune per l'asilo, di stringere accordi di cooperazione con i Paesi africani e di rivedere il Fiscal compact. Secondo il sen. Corsini (Art.1-MDP) il Presidente del Consiglio è stato eccessivamente ottimista sul tema migratorio, mentre ha eluso tre questioni importanti: la scelta irresponsabile degli USA di trasferire l'ambasciata a Gerusalemme, il summit tra UE e Paesi dell'Africa centrale, gli squilibri commerciali all'interno dell'Unione. Secondo il sen. Liuzzi (GAL) la crisi di Gerusalemme pone con urgenza il tema di una politica estera europea; il Gruppo ritiene che si debba ridiscutere la politica finanziaria e bancaria dell'Unione e dare sostanza al pilastro sociale europeo. Il sen. De Cristofaro (SI-Sel) ha denunciato la complicità dell'Unione rispetto alle violazioni dei diritti umani in Libia e ha chiesto al Governo italiano di proporre in sede europea il riconoscimento dello Stato di Palestina. Il sen. Endrizzi (M5S) ha posto l'accento sui progetti di difesa comune che sovvenzionano l'industria degli armamenti, sulla xenofobia crescente nel Regno Unito, sulla riforma di Dublino che scarica sull'Italia la gestione dei migranti economici. Secondo il sen. Alicata (FI-PdL) occorre condizionare l'attribuzione di fondi europei al rispetto delle norme sull'asilo, spostare l'asse prioritario della politica di cooperazione verso il Mediterraneo, agire presso la Tunisia per interrompere la rotta migratoria illegale, normalizzare i rapporti con la Federazione russa. I sen. Zeller (Aut), Di Biagio (AP) e Sangalli (PD) hanno annunciato voto favorevole alla risoluzione di maggioranza.
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