Martedì 14 Luglio 2015 - 483ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 16:30)
L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 1993 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 21 maggio 2015, n. 65, recante disposizioni urgenti in materia di pensioni, di ammortizzatori sociali e di garanzie TFR, già approvato dalla Camera dei deputati.
La relatrice, sen. D'Adda (PD), ha riferito sui contenuti del provvedimento. L'articolo 1 determina la misura della rivalutazione automatica delle pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo INPS, relativamente agli anni 2012 e 2013 (con effetti anche sugli anni successivi). L'intervento consegue alla recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità dell'esclusione, per gli anni 2012 e 2013, della perequazione automatica per i trattamenti pensionistici di importo superiore a tre volte il minimo. Poiché il ripristino della rivalutazione automatica avrebbe un impatto negativo sui saldi di finanza pubblica, e comporterebbe l'apertura di una procedura d'infrazione per deficit eccessivo, il Governo ha deciso di tutelare le pensioni più deboli. Il comma 1 riconosce solo una parte della perequazione: con riferimento al 2012 ed al 2013, si attribuiscono quote variabili nel corso degli anni; resta ferma la perequazione al cento per cento per i trattamenti di importo complessivo inferiore o pari a tre volte il minimo. Non viene riconosciuta alcuna perequazione per i trattamenti di importo complessivo superiore a sei volte il minimo. La relatrice ha evidenziato che il Governo dovrà aprire una trattativa con i sindacati per definire il futuro sistema di rivalutazione delle pensioni. L'articolo 2 dispone un incremento, pari a 1.020 milioni di euro per il 2015, del Fondo sociale per occupazione e formazione, ai fini del finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga. All'onere finanziario si fa fronte riducendo il Fondo istituito per l'esercizio delle deleghe in materia di lavoro di cui alla legge n. 183 del 2014. L'articolo 3 incrementa da 30 a 35 milioni di euro, per il 2015, il limite massimo della quota destinata al riconoscimento della cassa integrazione in deroga per il settore della pesca. Il comma 1 dell'articolo 4 estende al 2015 la possibilità per le imprese non rientranti nell'ambito ordinario di applicazione della disciplina dei contratti di solidarietà di tipo difensivo di stipulare tali contratti, con il riconoscimento di determinate agevolazioni. A tal fine la proroga per l'anno 2015 è disposta nel limite di spesa di 140 milioni di euro. Il comma 1-bis dispone, per il 2015, un incremento delle risorse relative all'elevazione transitoria della misura del trattamento di integrazione salariale relativo all'ambito ordinario dei contratti di solidarietà difensivi. I commi 1 e 1-bis dell'articolo 5 recano una modifica della normativa pensionistica sul sistema di calcolo contributivo. La modifica concerne sia le quote di trattamento pensionistico sia le pensioni liquidate con il sistema contributivo. Il coefficiente di rivalutazione del montante contributivo individuale non è in ogni caso inferiore ad un punto percentuale. L'applicazione di tale valore minimo dà luogo alla conferma dell'importo precedente del montante, senza alcuna riduzione. Qualora, in base al meccanismo di calcolo proprio del coefficiente, il valore risulti inferiore ad un punto percentuale, la differenza rispetto al nuovo valore minimo si recupera in sede di determinazione dei coefficienti degli anni successivi. Il criterio del recupero negli anni successivi non opera in sede di prima applicazione. Il comma 2 provvede alla copertura degli oneri finanziari mediante una riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica e dell'accantonamento relativo al Ministero dell'economia del fondo speciale di parte corrente. L'articolo 6, inserito dalla Camera, reca una norma di interpretazione autentica della disposizione sui trattamenti pensionistici per i lavoratori esposti all'amianto, stabilita dall'articolo 1, comma 112, della legge n. 190 del 2014. Il comma 1 dell'articolo 6 introduce un termine temporale unico per il pagamento da parte dell'INPS dei trattamenti pensionistici, delle prestazioni in favore degli invalidi civili e delle rendite vitalizie a carico dell'INAIL. L'articolo 7 modifica un profilo della disciplina, introdotta in via sperimentale dalla legge di stabilità, relativa alla possibilità, per i lavoratori dipendenti del settore privato, di liquidazione in busta paga delle quote del trattamento di TFR maturate nel periodo 1° marzo 2015-30 giugno 2018. La garanzia del privilegio speciale è sostituita con il privilegio generale sui beni mobili.
Le opposizioni hanno rilevato che il decreto è iniquo, non rispetta i principi di ragionevolezza e proporzionalità richiamati dalla Corte, è privo di copertura, ed è in continuità con le politiche dei Governi precedenti che, nascondendosi dietro i vincoli europei, hanno scaricato i costi della crisi sulle fasce più deboli della popolazione. La maggioranza ha ricordato che il blocco delle rivalutazioni fu adottato in una situazione di grave crisi della finanza pubblica. I sen. Divina (LN), Anna Maria Bernini (FI-PdL), Loredana De Petris (Misto-SEL), Anna Cinzia Bonfrisco (CR) e Morra (M5S) hanno presentato pregiudiziali di costituzionalità, osservando che il mancato ripristino del meccanismo di rivalutazione previsto dalla legge n. 388 del 2000 e la sostituzione del rimborso con una erogazione parziale, forfetaria, discriminatoria e non progressiva, violano diritti fondamentali dei cittadini e sono destinati a generare ulteriore contenzioso. Il richiamo ad esigenze finanziarie è generico e non giustifica la lesione dei diritti alla certezza giuridica e alla conservazione del potere d'acquisto delle pensioni, mentre la conferma del blocco integrale per i trattamenti superiori a sei volte il minimo supera i limiti temporali richiamati dalla Consulta. Respinte le pregiudiziali, dopo l'intervento contrario della sen. Lo Moro (PD) e l'intervento favorevole del sen. Uras (SEL), si è svolta la discussione generale. Hanno preso la parola i sen. Petrocelli, Puglia, Sara Paglini (M5S); D'Ambrosio Lettieri, Zizza (CR); Emanuela Munerato (Misto); Divina (LN); Barozzino (SEL); Pagano (AP); Nicoletta Favero, Lepri (PD); D'Alì (FI-PdL).
In apertura di seduta i sen. Zanda (PD), Loredana De Petris (SEL), D'Alì (FI-PdL), Michela Montevecchi (M5S), D'Ambrosio Lettieri (CR) e Schifani (AP) hanno ricordato la complessa vita politica di Willer Bordon, parlamentare del Pci e poi della Margherita, fondatore dell'Unione democratica e dell'Italia dei Valori. Il sen. Mineo (PD) ha ricordato la figura di Santo Della Volpe, giornalista, inviato del Tg3, scomparso il 10 luglio scorso.
(La seduta è terminata alle ore 20:01 )