Mercoledì 11 Dicembre 2013 - 150ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 16:04)

Con 173 voti favorevoli, 127 contrari e nessuna astensione, l'Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, accogliendo la risoluzione di maggioranza n.1, presentata dai senatori Zanda (PD), Sacconi (NCD), Romano (PI), Zeller (Aut-Psi), Susta (SC), che approva le comunicazioni del Presidente del Consiglio.

La seduta si è aperta con le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri. Dopo il voto sulla legge di stabilità, che ha palesato la nascita di una nuova maggioranza, meno larga ma più coesa, il Presidente Letta ha chiesto la fiducia per un nuovo inizio, con obiettivi realizzabili e tempi certi. Rivendicando la positività dei primi sette mesi di governo, che ha chiuso il ventennio della contrapposizione tossica e delle occasioni sprecate, il Presidente del Consiglio ha criticato il ricorso, nella polemica politica, a toni violenti ed eversivi. Ha quindi annunciato un patto di governo, denominato anche "impegno 2014", che è incentrato sulle seguenti riforme istituzionali da varare secondo la procedura dell'articolo 138 della Costituzione: riduzione del numero dei parlamentari, abolizione delle province, fine del bicameralismo paritario, riforma del Titolo V. La legge elettorale, da riformare in tempi rapidi, dovrebbe evitare l'eccessivo frazionamento della rappresentanza, garantire l'alternanza, rafforzare il rapporto tra elettori ed eletti. In collaborazione con il Parlamento, il Governo intende completare entro l'anno la riforma che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti. Sui temi di politica economica, il Presidente Letta ha ribadito un'impostazione che punta a ridurre il debito pubblico, la spesa corrente e le tasse, a promuovere una crescita strutturale dell'1 per cento nel 2014 e del 2 per cento nel 2015, a sostenere gli investimenti pubblici attraverso una migliore spesa dei fondi europei, ad aggiornare le politiche industriali per la competitività, ad attirare investimenti esteri attraverso semplificazioni e miglioramento della giustizia civile. Rammentate le iniziative già assunte dal Governo per alleviare il disagio sociale e promuovere l'occupazione giovanile, il Presidente Letta ha annunciato, entro il 2014, il completamento della riforma degli ammortizzatori sociali e una legge sulla conciliazione di lavoro e famiglia. Ha quindi delineato un complesso di politiche per la scuola, l'università, la ricerca, l'ambiente, il turismo, la riduzione del costo del lavoro e dell'energia tese a valorizzare tre fattori cruciali per la ripresa: capitale umano, beni culturali, imprese manifatturiere. In tema di dismissioni, ha negato l'intenzione di dismettere il patrimonio pubblico e ha preannunciato un'iniziativa per promuovere l'azionariato diffuso e sperimentare la rappresentanza dei lavoratori negli organi societari delle imprese. In tema di concorrenza e apertura dei mercati ha sottolineato l'entrata in funzione dell'Autorità dei trasporti, ha annunciato un piano per il coordinamento di porti e aeroporti e misure nel settore delle assicurazioni. Sulla situazione carceraria, ricordando che l'Italia è la patria di Cesare Beccaria, il Presidente del Consiglio si è dichiarato pronto ad assumere le iniziative di competenza del Governo. Sui temi europei, ha criticato chi specula sul malessere e alimenta il populismo antieuropeo che isola il Paese. Riconoscendo che l'Europa è oggi priva di un progetto, il Presidente Letta ha posto l'accento su quattro obiettivi (unione bancaria, contratti per la crescita, politiche contro la disoccupazione, politiche per gestire l'immigrazione) e ha prefigurato un semestre di presidenza italiana teso a rilanciare l'Unione europea.

Nella discussione sono intervenuti i senatori: Lepri, Emma Fattorini, Mineo, Tronti, Micheloni, Latorre (PD); Tarquinio, Minzolini, Maria Elisabetta Casellati, Gasparri (FI-PdL); Torrisi, Mancuso, Federica Chiavaroli (NCD); Barani, Compagnone (GAL); Nencini, Laniece (Aut-PSI); Crimi, Ciampolillo (M5S); Susta (SC); Di Maggio (PI); De Cristofaro (Misto-Sel); Volpi (LN-Aut).

In replica, il Presidente Letta ha richiamato l'esigenza della discontinuità, ha evidenziato la necessità di politiche complementari per lenire le ferite sociali prodotte dall'onda lunga della crisi e per consolidare una ripresa economica che è a portata di mano. Ha poi invitato a non scambiare le istanze di una categoria economica, gli autotrasportatori, con quelle dell'intero Paese. Secondo il Presidente Letta la divisione sofferta nel centrodestra è un avvenimento politico di grande importanza, il Movimento 5 Stelle sbaglia a sottovalutarlo e il 2014 può essere l'anno del riscatto della politica.

Hanno svolto dichiarazioni di voto a favore della fiducia i senatori: Stefania Giannini (SC), la quale ha richiamato i temi europei, le riforme strutturali, il metodo del contratto di coalizione, ribadendo l'opportunità di lasciare al Senato l'esame della riforma della legge elettorale; Romano (PI), il quale ha sottolineato la necessità di una cultura solidale e comunitaria e di riforme coraggiose; Zeller (Aut-PSI), il quale ha invitato a concentrare lo sforzo riformatore su pochi punti, primo fra tutti la legge elettorale, e ha espresso preferenza per un Senato sul modello Bundesrat. Il senatore Sacconi (NCD) ha posto l'accento sulla necessità di superare l'emergenza e di conseguire risultati nei temi della riduzione del costo del lavoro, flessibilità, deregolazione, salario di produttività, snellimento dello Stato e ha chiesto un patto per l'Italia 2014 che includa riforme in tema di responsabilità civile dei magistrati, custodia cautelare, abuso delle intercettazioni. Il senatore Zanda (PD) ha salutato positivamente la divisione del centrodestra tra europeisti e populisti e ha invocato riforme istituzionali, che includano democrazia interna ai partiti, conflitti di interessi, voto di scambio. Ha invocato infine una lotta più incisiva all'evasione fiscale, investimenti nella cultura e nella ricerca, politiche europee di crescita.

Hanno preso la parola per negare la fiducia i senatori: D'Anna (GAL), secondo il quale lo statalismo è la principale patologia del Paese; Loredana De Petris (Misto-Sel), la quale ha criticato le piccole intese esprimendo sfiducia nella capacità del Governo di superare quelle politiche di austerità che sono all'origine di posizioni populiste e antieuropeiste. Il senatore Bitonci (LN-Aut) non ha ravvisato discontinuità rispetto a un Governo succube delle decisioni tedesche, che si limita a vivacchiare dopo aver accumulato record negativi su imposte, disoccupazione, crescita del debito pubblico. La senatrice Taverna (M5S) ha parlato di agenda dei sogni e ha affermato che sono i fallimenti e le finzioni delle forze di maggioranza ad alimentare l'antipolitica. Il senatore Romani (FI-PdL) ha ricondotto il mutamento di maggioranza al tradimento del patto di emergenza fondato sulla pacificazione nazionale e le riforme per lo sviluppo. Ha posto l'accento sul mancato riferimento alla riforma della giustizia e ha accusato il Nuovo centrodestra di appoggiare un Governo del PD incapace di risolvere i problemi del Paese. Ha chiesto infine elezioni dopo la riforma della legge elettorale.

In dissenso dal Gruppo, il senatore Davico (LN-Aut) ha votato la fiducia mentre il senatore Calderoli (LN-Aut) non ha partecipato al voto.

(La seduta è terminata alle ore 22:06 )



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