Mercoledì 23 Ottobre 2013 - 130ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 09:31)
Con 218 voti favorevoli, 58 contrari e 12 astensioni, l'Assemblea ha approvato in seconda deliberazione il ddl costituzionale n. 813-B, che reca istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali. Il testo torna alla Camera.
Il disegno di legge prevede l'istituzione di un Comitato parlamentare, composto da venti deputati e venti senatori, nominati dai Presidenti delle Camere tra i componenti delle Commissioni affari costituzionali dei due rami del Parlamento. Il Comitato esamina in sede referente i progetti di legge costituzionale relativi ai Titoli I, II, III e V della parte seconda della Costituzione e i conseguenti progetti di legge ordinaria di riforma dei sistemi elettorali. E' fissato un termine di diciotto mesi per la conclusione dei lavori: al Comitato sono riservati sei mesi per completare l'esame in sede referente; ciascun ramo del Parlamento ha poi tre mesi di tempo per esaminare i progetti di legge; l'intervallo tra la prima e la seconda deliberazione è ridotto a quarantacinque giorni. E' prevista, infine, la possibilità di un referendum confermativo anche nel caso in cui il testo di legge sia approvato a maggioranza dei due terzi delle Camere.
Nella seduta del 16 ottobre si è conclusa la discussione generale.
In sede di replica la relatrice, senatrice Finocchiaro (PD), ha respinto la tesi secondo cui un Parlamento eletto con la legge elettorale vigente non sarebbe legittimato ad affrontare il tema delle riforme costituzionali. Ha poi sottolineato che, rispetto alla proposta originaria del Governo, il ddl affida a un organo interamente parlamentare l'elaborazione dei testi di riforma e garantisce piena rappresentatività ai diversi Gruppi. La relatrice ha evidenziato infine che la materia giurisdizionale è esclusa dalla procedura di revisione qui disciplinata, che richiede omogeneità di materia. I termini non sono perentori: la scansione temporale è dettata da un'esigenza politica, avendo il Presidente del Consiglio assunto precisi impegni sull'iter riformatore.
Il Ministro per le riforme costituzionali Quagliariello si è soffermato sulle garanzie previste dall'articolo 138 della Costituzione, e rafforzate nel ddl in esame, che riguardano la tutela delle minoranze e la previsione di un referendum popolare. Il Ministro Quagliariello ha evidenziato che la procedura qui disciplinata prevede l'approvazione di leggi costituzionali distinte per i singoli titoli e che alcune riforme, come il superamento del bicameralismo perfetto, sono funzionali alla ripresa economica. Ha quindi auspicato una legge elettorale organica con le riforme. Sebbene la giustizia non rientri nei capitoli espressamente assegnati al Comitato, a meno che non si tratti di modifica collegata, il Governo, secondo il Ministro, dovrà promuovere interventi legislativi ordinari in tema di garanzie giurisdizionali e deflazione carceraria. L'Esecutivo dovrà intervenire inoltre per evitare che sia la Consulta a modificare la legge elettorale.
Contro il ddl hanno svolto dichiarazione di voto le senatrici: Loredana De Petris (Misto-Sel) e Taverna (M5S). Sel e Movimento 5 Stelle hanno ribadito le critiche già espresse, evidenziando la procedura derogatoria rispetto all'articolo 138 della Costituzione che indebolisce il ruolo del Parlamento, distoglie il legislatore dalle priorità del Paese, prefigura un progetto di semplificazione autoritaria funzionale alle esigenze dei poteri forti. Le opposizioni hanno denunciato la mistificazione insista nel tentativo di scaricare sulla Costituzione disfunzioni ed errori della politica e nell'accusa di conservatorismo rivolta a quanti rivendicano l'attualità dei diritti garantiti dalla Carta del '48 in tema di lavoro, salute, scuola pubblica, pace e giustizia.
A favore del ddl hanno svolto dichiarazione di voto i senatori: Mauro (GAL), che ha posto l'accento sulla revisione delle norme del Titolo V; Zeller (Aut), che ha invocato la salvaguardia delle autonomie speciali; Maran (SCpI), che ha richiamato l'opportunità di completare il percorso iniziato negli anni Novanta con la rivolta dei produttori; Bruno (PdL), che ha espresso fiducia nel buon esito della procedura di revisione e nel lavoro in materia elettorale della Commissione affari costituzionali, criticando l'ipotesi di un decreto governativo per cambiare la legge elettorale. Secondo il senatore Tonini (PD), che ha auspicato riforme nella direzione di un bipolarismo costruttivo, sono venuti meno i motivi storici e le diffidenze reciproche che indussero a varare una Costituzione segnata, nella seconda parte, da debolezze strutturali.
Il senatore Calderoli (LN-Aut) ha annunciato il voto favorevole della Lega Nord, esprimendo però delusione per le proposte contraddittorie e neocentraliste del Comitato di esperti e criticando una procedura che sembra allungare i tempi anziché ridurli. Ha espresso inoltre la convinzione che debbano essere approvati prioritariamente superamento del bicameralismo perfetto e modifica della legge elettorale.
In dissenso dal Gruppo, sono intervenuti i senatori: Minzolini, Falanga, Palma (PdL), che hanno annunciato l'astensione criticando il mancato inserimento della riforma della giustizia; Mineo (PD), che non ha partecipato al voto, denunciando la mancanza di un'ispirazione sociale e politica comune.
Il Presidente di turno, sulla base del parere della Commissione bilancio, ha comunicato lo stralcio dal ddl di stabilità di alcune disposizioni di carattere ordinamentale che contravvengono alla legge di contabilità (cfr. Resoconto stenografico). Ha quindi deferito alle Commissioni di merito i ddl di stabilità e di bilancio.
L'Assemblea ha avviato la discussione di mozioni sul processo di democratizzazione in Myanmar.
La senatrice Ghedini (PD) ha illustrato la mozione n. 149 (testo 2), che ricorda i numerosi pronunciamenti del Parlamento italiano in difesa dei diritti umani in Birmania (e la liberazione dei prigionieri politici a cominciare alla leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi). Considerata l'avvenuta apertura del Myanmar alla comunità internazionale e al mercato mondiale e la collaborazione politica, economica e sociale con l'Italia, la mozione impegna il Governo a garantire con determinazione, in ogni sede europea e internazionale, sostegno all'ulteriore evoluzione del processo democratico e di apertura del Paese asiatico, anche nella prospettiva delle elezioni politiche del 2015.
Il senatore Stucchi (LN-Aut) ha illustrato la mozione n. 163, che impegna il Governo a farsi portavoce, insieme con altri partner internazionali, dell'auspicio di vedere riconosciuto il diritto di Aung San Suu Kyi e di ogni altro cittadino birmano a candidarsi alle elezioni presidenziali.
La discussione del decreto-legge su Imu e Cig è stata rinviata ad altra seduta, non essendo concluso l'esame in Commissione.
(La seduta è terminata alle ore 12:52 )