Giovedì 20 Settembre 2012 - 798ª Seduta pubblica (Antimeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 09:34)
L'Assemblea ha approvato una mozione unitaria sul contrasto alla violenza sulle donne e ha rinviato il seguito della discussione delle mozioni sull'insegnamento della storia dell'arte. L'atto di indirizzo unitario fa salve le differenti premesse delle mozioni, espressione di sensibilità diverse sull'argomento, e impegna il Governo a ratificare la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne e la violenza domestica, verificando la conformità delle previsioni alle norme della Costituzione italiana. Il Ministro delle politiche sociali Fornero, che ha sollecitato la convergenza su un unico dispositivo, ha dichiarato che si adopererà affinché la firma della Convenzione avvenga nella giornata di lunedì prossimo, in concomitanza con un'importante discussione, presso le Nazioni Unite, sul tema della violenza contro le donne.
I testi originari delle mozioni dell'Italia dei Valori e del Partito Democratico ponevano l'accento sulla rapida approvazione della Convenzione, primo strumento internazionale giuridicamente vincolante e completo per proteggere le donne da qualsiasi forma di violenza o discriminazione. Le mozioni del Popolo della Libertà, dell'UDC e del Terzo Polo e l'ordine del giorno di Coesione Nazionale impegnavano il Governo a confermare come priorità d'azione la lotta alla piaga sociale della violenza contro le donne e a verificare la compatibilità della Convenzione con il diritto naturale e con la Carta costituzionale. La mozione della Lega Nord impegnava il Governo a riaffermare le finalità del decreto sicurezza, rimediando alle sentenze della Cassazione e della Corte costituzionale che hanno dichiarato illegittima la custodia cautelare obbligatoria per gli stupratori, e a promuovere interventi mirati per contrastare la violenza motivata da convinzioni culturali e religiose. La mozione, a prima firma della senatrice Franco (PD), impegnava il Governo a istituire l'Osservatorio nazionale sulla violenza di genere e a stanziare risorse adeguate per promuovere, a tutela delle vittime di violenza sessuale, la diffusione, specie nel Mezzogiorno, di centri anti-violenza e di case-rifugio.
Le mozioni sono state illustrate dalle senatrici Carlino (IdV), Carloni, Vittoria Franco (PD), Aderenti (LNP), Baio (Terzo Polo), dal senatore Gustavino (UDC) e dalla senatrice Allegrini (PdL). Illustrando l'ordine del giorno, che sollecitava l'inasprimento delle pene per violenze in ambito domestico, la senatrice Poli Bortone (CN) ha posto l'accento sull'opportunità di occuparsi dei temi della promozione delle pari opportunità e del contrasto della violenza in un'ottica sociale più ampia della prospettiva di genere.
Nella discussione generale e nelle dichiarazioni di voto finale, tutte favorevoli, sono intervenute le senatrici: Soliani, Adamo, Della Monica, Serafini (PD), Cristina De Luca, Baio (Terzo Polo), Boldi (LNP), Carlino, Lannutti (IdV), Mauro (Misto), Gallone, Bianconi (PdL) Sbarbati (UDC), Poli Bortone (CN). Al dibattito hanno fornito un contributo anche i senatori Bodega (Misto) e Vedani (LNP). Con accenti diversi, è emerso che, nonostante i progressi della legislazione nazionale, le violenze contro le donne sono aumentate, soprattutto in famiglia, ma le denunce scarseggiano anche perché la violenza domestica non è ancora percepita come reato.
Durante la seduta, la senatrice Mauro, in attesa del cambio di turno alla Presidenza, ha sospeso la seduta; la decisione di interrompere i lavori è stata criticata dai senatori Incostante, Finocchiaro (PD), Bondi, Gasparri (PdL), Lannutti (IdV), Baio (Terzo Polo), Mura (LNP) e Poli Bortone (CN), che hanno chiesto chiarimenti sull'avvicendamento alla Presidenza e hanno sottolineato che gli impegni istituzionali devono avere la precedenza sugli impegni personali. La senatrice Sbarbati (UDC) ha invitato alla cautela, mentre la vice presidente Bonino ha contribuito alla ricostruzione dell'accaduto.
(La seduta è terminata alle ore 13:12 )