Mercoledì 21 Dicembre 2011 - 650ª Seduta pubblica (Pomeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 14:07)
Il Governo ha posto la fiducia sul ddl n. 3066 di conversione in legge del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici, nel testo già approvato dalla Camera dei deputati.
In precedenza si era conclusa la discussione generale cui hanno preso parte i sen. Castelli, Bodega, Mazzatorta, Cagnin, Davico, Vallardi, Mura, Leoni, Maraventano, Cesarino Monti, Pittoni, Rizzi, Torri, Paolo Franco (LNP), Andria, Nerozzi, De Luca, Micheloni, Stradiotto, D'Ubaldo (PD), Latronico, Ramponi, Fantetti, Saltamartini, Ferrara, Costa (PdL), Fosson, Vizzini, Thaler Ausserhofer (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), Germontani, Strano, Baio, Valditara, Baldassarri (Terzo Polo:API-FLI), Carlino, Mascitelli (IdV) e Astore (Misto ParDem).
I numerosi interventi dei senatori della Lega Nord hanno evidenziato la forte contrarietà del Gruppo alla manovra, accusata di produrre effetti recessivi sull'economia reale, di non tagliare la spesa pubblica, di non contrastare efficacemente l'evasione fiscale, di non incidere positivamente sul debito e di limitarsi ad aumentare tasse e contributi. La manovra, oltre che sulle fasce più deboli della popolazione, graverà in particolare sui lavoratori del Nord del Paese, per di più colpendo duramente le autonomie locali. Più in generale, la Lega Nord denuncia la sussistenza di un disegno ben preciso dietro la nomina del senatore Monti a Presidente del Consiglio, in un contesto di affossamento della democrazia parlamentare.
Più articolate le posizioni espresse dai senatori appartenenti ai Gruppi che hanno votato la fiducia al Governo Monti. Comune la consapevolezza della gravità della crisi in atto così come della dimensione enorme dei sacrifici richiesti ai cittadini. Pur confermando l'appoggio al Governo, non sono mancate singole considerazioni critiche e perplessità, soprattutto in ordine al maggiore tasso di equità che si sarebbe potuto garantire alla manovra. Da parte del Gruppo PdL è stata rivendicata la coerenza del decreto con quanto il precedente Esecutivo aveva già realizzato o concordato con l'Europa e il senso di responsabilità dimostrato dall'ex Premier Berlusconi e dal Popolo della Libertà nell'attuale delicata fase di crisi, mentre dal Gruppo PD si sono sottolineate le colpe del precedente Governo da cui sono derivati danni quasi irreparabili per l'Italia che il Governo Monti affronterà con il leale sostegno del Partito Democratico. Il Gruppo UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI e quello del Terzo Polo:API-FLI hanno confermato il pieno appoggio al Governo Monti, anche se le forze più attente alle ragioni delle autonomie locali hanno lamentato le penalizzazioni inflitte agli enti locali e in particolare alle Regioni a statuto speciale.
Prima della replica del Governo, il Capogruppo della Lega Nord, sen. Bricolo, ha dichiarato la disponibilità a ridurre al minimo il numero degli emendamenti al testo ed ha invitato l'Esecutivo ad evitare di presentare la questione di fiducia.
Il Vice Ministro dell'economia e delle finanze Grilli ha ripercorso i contenuti del decreto, sottolineandone l'importanza per il conseguimento degli obiettivi del Governo, a partire da quello del pareggio del bilancio per il 2013 e della sua successiva stabilizzazione in un contesto di rigore, equità e crescita. Il Governo considera la manovra come un primo passo verso il definitivo risanamento dei conti pubblici ma anche verso il conseguimento di ulteriori risultati, come l'attuazione del processo di spending review, l'individuazione di soluzioni per annullare i ritardi dei pagamenti ai fornitori da parte della pubblica amministrazione e l'avvio di una nuova e incisiva fase di liberalizzazioni.
Quando il Ministro per i rapporti con il Parlamento Giarda ha chiesto la parola per porre la questione di fiducia sul decreto, il Gruppo Lega Nord ha inscenato una clamorosa protesta cercando tra l'altro di sovrastare le parole del Ministro con l'uso di fischietti. Dura la reazione del Presidente Schifani, che ha parlato di scempio del Parlamento e di comportamento vergognoso ed ha immediatamente convocato la Conferenza dei Capigruppo. Quest'ultima ha stabilito che ai senatori che si sono resi protagonisti dei fatti verificatisi in occasione dell'intervento del ministro Giarda sarà irrogata la sanzione della censura.
La questione di fiducia verrà discussa nella seduta di domani a partire dalle ore 9 e sarà votata nel primo pomeriggio.
(La seduta è terminata alle ore 20:47 )