Giovedì 27 Ottobre 2011 - 633ª Seduta pubblica (Antimeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 10:37)
Il Ministro della difesa La Russa ha reso in Senato una dettagliata informativa sulla missione militare in Libia.
Il Ministro ha fornito un primo bilancio della missione NATO e del contributo italiano al suo interno, sottolineando l'inequivocabile coerenza e tempestività dell'intervento italiano a sostegno della popolazione libica, una missione senza la quale la rivoluzione non avrebbe avuto speranze di successo e che ha evitato una vera e propria strage di civili oltre che una prevedibile pesante ricaduta in termini di profughi. Il Ministro ha ricostruito i successivi passaggi attraverso cui la missione si è articolata, evidenziando il costante coinvolgimento del Parlamento italiano le cui indicazioni sono state rispettate. Il Governo ha sempre operato in stretto coordinamento e di concerto con gli alleati e nel rispetto delle linee guida indicate dall'ONU, imponendo quella particolare valenza umanitaria raccomandata dal Parlamento che ha consentito di minimizzare danni collaterali ai civili e alle infrastrutture.
Il Ministro ha richiamato le diverse fasi di svolgimento delle attività della NATO, a sostegno delle quali la disponibilità di 7 basi aeree e 2 basi navali garantita dall'Italia ha avuto, come universalmente riconosciuto, un ruolo fondamentale per il successo dell'intera operazione. Altrettanto importante è stato l'impegno umanitario profuso dal contingente nazionale, che ha contribuito a rafforzare il sentimento di vicinanza e di amicizia tra i due popoli che le nuove autorità di Governo libiche hanno inteso sottolineare con forza negli ultimi giorni.
Il Ministro La Russa ha poi precisato che lo stanziamento iniziale previsto per la missione fino al 30 settembre scorso è stata sufficiente a coprire anche le attività successive a quella data. Non vi è dunque necessità di alcun ulteriore rifinanziamento della missione, se non per le indennità per il personale che troveranno copertura nel primo provvedimento utile. Peraltro la NATO ha stabilito per il 31 ottobre la cessazione delle operazioni militari, mentre proseguirà l'impegno umanitario, quello per il monitoraggio della difficile fase di ricostruzione di una nuova statualità, nonché le attività finalizzate all'addestramento e alla formazione, allo sminamento umanitario e al controllo sulle armi. L'Italia è pronta a partecipare a questo ulteriore impegno per il ruolo primario che storia, geografia e cultura le assegnano in Libia e per non vanificare lo sforzo finora compiuto.
Nel corso del conseguente dibattito, cui hanno preso parte i sen. Poli Bortone (CN-Io Sud-FS), Divina (LNP), Pedica (IdV), Digilio (Terzo Polo:ApI-FLI), D'Alia (UDC), Torri (LNP), Zanda (PD) e Cantoni (PdL), è emersa la comune attenzione circa il ruolo che l'Italia potrà esercitare nell'opera di ricostruzione della Libia, non solo alla luce dei forti interessi economici che legano Roma a Tripoli e della centralità strategica che l'area ha per gli interessi nazionali, ma anche per le preoccupazioni connesse al rischio che la cosiddetta "primavere araba" possa sfociare nell'instaurarsi di regimi islamisti, più o meno radicali. Sulla valutazione di tale ruolo pesa il diverso giudizio sulla politica del Governo italiano nei confronti del regime di Gheddafi: critico quello delle opposizioni, che accusano di personalismo e ambiguità i rapporti tra il presidente Berlusconi ed il dittatore libico, che mettono ora a rischio le relazioni con i nuovi governanti libici; positivo quello della maggioranza, secondo la quale nei rapporti con la Libia il Governo Berlusconi ha perseguito l'interesse nazionale, proseguendo e portando a compimento una politica di buoni rapporti con la leadership libica condotta da decenni da Governi di ogni colore politico.
(La seduta è terminata alle ore 12:35 )