Martedì 6 Settembre 2011 - 599ª Seduta pubblica (Pomeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 16:44)
L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 2887 di conversione in legge del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Correlato alla manovra finanziaria per il 2012, il provvedimento anticipa gli effetti di correzione dei saldi e rafforza le misure contenute nel decreto-legge n. 98, approvato a luglio, per conseguire il pareggio di bilancio nel 2013, anziché nel 2014, e assicurare la sostenibilità della finanza pubblica.
In apertura di seduta le opposizioni, con diversi accenti, hanno denunciato il prendere corpo dell'ipotesi, finora scongiurata, che il Governo presenti un maxiemendamento su cui porrà la questione di fiducia. Si susseguono infatti notizie di agenzia sull'introduzione di nuove misure quali l'aumento dell'Iva e una patrimoniale per i redditi superiori a 500.000 euro. La minoranza ha avuto sin qui un comportamento responsabile e costruttivo, avanzando proposte per il varo di una manovra efficace, equa, strutturale, depurata da norme che minano la coesione sociale. Governo e maggioranza hanno mostrato invece una condotta irresponsabile, proponendo continue e pasticciate modifiche che stanno nuocendo alla credibilità del Paese. Agli interventi dei sen. Belisario (IdV), Rutelli (Terzo Polo: ApI-FLI), Pistorio (MPA-AS), D'Alia (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI) e Finocchiaro (PD), hanno replicato i sen. Bricolo (LNP) e Gasparri (PdL). Dal punto di vista della maggioranza il Governo non può ignorare la richiesta di rafforzamento della manovra che proviene dal presidente della Repubblica Napolitano e dagli organismi europei, mentre la contrazione dei tempi di esame è imposta dall'andamento negativo dei mercati. Annunciando atteggiamenti ostruzionistici e aderendo alla manifestazione di protesta indetta dalla CGIL le opposizioni peraltro non hanno dato prova di grande responsabilità.
Il relatore, sen. Azzollini (PdL), ha illustrato le disposizioni del testo originario del decreto-legge che, articolate in quattro titoli, recano misure per la stabilizzazione, interventi per lo sviluppo, misure a sostegno dell'occupazione e interventi per la riduzione dei costi degli apparati istituzionali. Il relatore ha dato conto, quindi, delle modifiche approvate nella Commissione di merito, che ha soppresso il contributo di solidarietà a carico dei dipendenti del settore privato, ha alleggerito i tagli agli enti locali, ha inasprito le norme di contrasto dell'evasione fiscale, ha approvato la proposta dell'opposizione in tema di spending review. Sottolineando il carattere irrazionale delle fibrillazioni dei mercati finanziari e invocando una nuova governance europea, il sen. Azzollini ha posto infine l'accento sull'opportunità di varare riforme strutturali che contemplino interventi selettivi sulla spesa pubblica e misure di liberalizzazione.
Il relatore di minoranza sen. Morando (PD) ha duramente criticato il Governo che ha sottovalutato il rischio di default, ha dato prova di incompetenza, scarsa coesione e carenza di leadership, avanzando proposte confuse, inadeguate, ingiuste. Una manovra capace di aggredire diseguaglianza, scarsa crescita ed eccesso di debito pubblico richiederebbe maggiori interventi per la riduzione della spesa pubblica, minore aumento della pressione fiscale, più coraggio sul fronte dell'apertura dei mercati, uno spostamento del prelievo dal lavoro alla rendita e ai consumi. Un programma di risanamento credibile per salvare il Paese dalla sindrome greca dovrebbe contemplare l'applicazione accelerata e universale della riforma previdenziale, modifiche costituzionali per ridurre i costi della politica e per introdurre l'obbligo del pareggio del bilancio, alienazione di quote del patrimonio pubblico, un'imposta patrimoniale ad aliquota ridotta, una decisa lotta all'evasione fiscale.
In discussione generale sono intervenuti i sen. Lannutti (IdV), Bodega e Vaccari (LNP) i quali hanno ribadito la contrarietà della Lega Nord a interventi in materia previdenziale, Tedesco (Misto), Musso (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI) e Pichetto Fratin (PdL). Al termine della seduta il sen. Baldassarri (Terzo Polo: ApI-FLI) ha precisato che il suo Gruppo non ha partecipato alla discussione surreale di una manovra di cui non si conosce ancora il contenuto.
(La seduta è terminata alle ore 19:25 )