Venerdì 29 Luglio 2011 - 592ª Seduta pubblica (Antimeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 09:00)
Con 160 voti favorevoli e 139 contrari, il Senato ha accordato la fiducia al Governo, così approvando, in seconda lettura e con modificazioni, il ddl n. 2567 come risultante dall'emendamento sostitutivo degli articoli del provvedimento, con il titolo di modifiche agli articoli 190, 238-bis, 438, 442 e 495 del codice di procedura penale e all'articolo 58-quater della legge 26 luglio 1975, n. 354.
In sede di dichiarazioni di voto finali, il sen. Pistorio (MPA-AS) ha dichiarato il voto contrario al ddl che, posto all'ordine del giorno in modo poco limpido con l'aggravante di una richiesta di fiducia che ha ulteriormente inasprito il clima, si inserisce nella prassi ormai consolidata di leggi ad personam in materia di giustizia. E' un ulteriore segnale del completo fallimento del Governo, incapace di riformare seriamente la giustizia così come di difendere l'economia sotto attacco, ormai dedito solo ad iniziative propagandistiche come quella di aprire sedi ministeriali nella Villa Reale di Monza.
Il sen. Bruno (Terzo Polo:ApI-FLI) ha negato la fiducia al Governo che, anziché occuparsi della gravissima crisi economica in atto ed addirittura in presenza di voci sempre più insistenti di dimissioni del Ministro dell'economia, anziché fare tesoro della disponibilità responsabile mostrata dall'opposizione in occasione della recente approvazione della manovra finanziaria, occupa il Parlamento con la discussione di un ddl che, nato per mostrare fermezza contro chi si macchia di gravi reati, è diventato un provvedimento volto a risolvere i problemi giudiziari del premier con conseguenze gravissime sulla funzionalità del sistema giudiziario.
Un netto no al Governo è stato poi espresso dal sen. Li Gotti (IdV) che ha anzitutto ricordato la lunga serie di provvedimenti ad personam in materia di giustizia che ha caratterizzato l'attività dei Governi Berlusconi succedutisi negli ultimi anni, sottolineando che, se le norme del ddl in esame non si applicheranno anche ai processi di mafia, ciò lo si deve esclusivamente ad una specifica modifica imposta dall'opposizione. Il metodo fraudolento con cui si è ottenuta la calendarizzazione del provvedimento attesta la concezione della democrazia parlamentare marcia e vergognosa della maggioranza.
Il sen. Centaro (CN-Io Sud) ha dichiarato voto favorevole alla fiducia, evidenziando come il provvedimento in esame consenta di correggere storture del sistema non più tollerabili, a partire dalla soppressione dello sconto automatico di pena a chi è condannato alla pena dell'ergastolo, nonché di ottenere un processo più garantista attraverso una sostanziale par condicio probatoria tra accusa e difesa e di rendere più certa l'espiazione in carcere della pena. Dall'opposizione sono venuti atteggiamenti demagogici e propagandistici, particolarmente inaccettabili quando riferiti alla lotta alla mafia, posto che maggioranza e Governo non temono critiche al riguardo, avendo segnato veri e propri record nella lotta alla mafia e al terrorismo.
Contrario invece il voto dichiarato dal sen. D'Alia (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI) che ha lamentato come il Parlamento sia stato costretto ad un dibattito surreale lontano dai veri problemi del Paese. Mentre l'Italia è alle prese con una gravissima crisi economico-finanziaria e le parti sociali chiedono unanimemente che il Governo intervenga per sostenere la crescita, il Parlamento è costretto a votare la fiducia al Governo su un provvedimento che seppellisce la certezza del diritto e della pena e che serve solo a garantire gli interessi processuali del Premier.
Il sen. Mazzatorta (LNP) ha dichiarato il voto favorevole del Gruppo denunciando la scientifica campagna di disinformazione e di menzogna orchestrata ai danni di un provvedimento che, oltre ad assicurare finalmente la certezza della pena dell'ergastolo, ricalca ed applica pienamente i principi del giusto processo sanciti dall'articolo 111 della Costituzione e rappresenta un'ulteriore tappa nella lunga marcia verso un processo equo in cui restano peraltro inalterate tutte le prerogative già garantite al giudice terzo.
Nel dichiarare il fermo voto contrario del Gruppo, la sen. Finocchiaro (PD) ha sottolineato lo stridente contrasto tra la fase storica caratterizzata dalla più grave crisi dal dopoguerra, che ha spinto le parti sociali a chiedere unanimemente un atto di discontinuità a sostegno dello sviluppo e le opposizioni ad assumere un atteggiamento di grande responsabilità e senso dello Stato in occasione del recente sollecito varo della manovra finanziaria, e la scomparsa dalla scena politica del Presidente del Consiglio a testimonianza che l'Italia al momento non ha un premier né un Governo, che invece chiede la fiducia su un provvedimento chiaramente ad personam che allunga i tempi del processo proprio mentre con altri mezzi si sta perseguendo l'obiettivo di accorciare i termini di prescrizione.
Il voto favorevole del Gruppo è stato infine dichiarato dal sen. Gasparri (PdL) che ha ricordato il lungo iter del provvedimento per evidenziare che non vi è stata alcuna forzatura da parte della maggioranza e che la fiducia è stata la legittima ed obbligata risposta all'ostruzionismo dell'opposizione. Nessuna delle tante bugie dette sul ddl potrà offuscare l'impegno e gli straordinari risultati ottenuti dal Governo nella lotta contro la mafia, tanto più quando le critiche vengono dallo schieramento cui appartenevano politici che, da posizioni istituzionali di vertice, hanno in passato consentito la sostanziale cancellazione del carcere duro per i mafiosi. Il provvedimento in esame applica i principi costituzionali del giusto processo, sopprime i benefici penitenziari per chi si è macchiato di gravissimi reati, garantisce la parità tra le parti del processo e mantiene in capo al giudice prerogative che rendono irrealistici i timori di inutili allungamenti dei processi.
(La seduta è terminata alle ore 11:03 )