Giovedì 14 Luglio 2011 - 581ª Seduta pubblica (Antimeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 09:32)
Il Senato ha approvato in prima lettura il ddl n. 2814 di conversione in legge del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, recante disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria. Il testo originario è stato sostituito da un unico articolo, comprendente le modifiche approvate in Commissione, su cui il Governo ha posto la fiducia, accordata dall'Assemblea con 161 voti favorevoli, 135 contrari e 3 astenuti. Il provvedimento passa ora all'esame della Camera dei deputati per la definitiva conversione in legge.
L'iter di approvazione del ddl è stato influenzato dalle turbolenze nei mercati che nei giorni scorsi hanno fornito motivo di forte preoccupazione per l'Italia. E' prevalsa dunque la propensione ad una rapidissima discussione e approvazione della manovra.
Il Ministro dell'economia e delle finanze Tremonti ha ricostruito le tappe con cui si è arrivati alla situazione di attacco all'area euro innescata dalla crisi greca, sottolineando il paradosso che individua quell'area come una tra le più ricche e meno indebitate del pianeta ma nel contempo vittima della speculazione finanziaria a causa della sua debolezza e frammentazione politica, situazione da cui si può uscire solo attraverso una soluzione politica comune da parte dell'Europa. L'Italia risponde, con il contributo determinante delle opposizioni, con una manovra perfettamente in asse con il percorso virtuoso imposto dall'UE che condurrà al pareggio di bilancio nel 2014 e che contiene numerose misure finalizzate allo sviluppo e alla crescita. Il Ministro ha concluso auspicando che insieme alle opposizioni si possa dare corpo alla costituzionalizzazione della regola d'oro del pareggio di bilancio.
All'intervento del Ministro Tremonti si sono aggiunte le parole di apprezzamento del Presidente Schifani che ha ringraziato il Governo, la maggioranza ma soprattutto le opposizioni per il senso di responsabilità dimostrato nel fornire un'immediata risposta alla speculazione finanziaria, aderendo così ai richiami alla coesione nazionale opportunamente ed autorevolmente rivolti dal Capo dello Stato.
Le opposizioni hanno votato compattamente contro la manovra, giudicata iniqua ed inadeguata; da tutti i Gruppi di minoranza è venuta la richiesta di dimissioni del Governo all'indomani della conversione in legge del decreto. Il sen. Pistorio (MPA-AS) ha duramente attaccato il Governo per l'ostinazione con cui persegue un disegno, ai limiti della rottura dell'unità nazionale, di penalizzazione del Mezzogiorno a favore delle aree più ricche del Paese. Il sen. Baldassarri (Terzo Polo:API-FLI) ha criticato la manovra che non fornisce adeguate risposte alle istanze che la sua parte politica ha sollevato tutte improntate a rigore finanziario, crescita economica ed equità sociale. Il sen. Belisario (IdV) ha evidenziato come, a fronte di un Presidente del Consiglio assente e impegnato a salvaguardare i suoi personali interessi, le opposizioni abbiano dimostrato grande senso dello Stato pur se lontanissime da una politica economica che continua a preservare i privilegi e a colpire le fasce più deboli. Il sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI) ha richiamato il Presidente del Consiglio e l'Esecutivo alle loro responsabilità per aver condotto il Paese sull'orlo del baratro a causa di tre anni di non governo ed ha stigmatizzato l'assenza di misure per la crescita, l'accanimento contro il Mezzogiorno e la mancanza di responsabilità mostrata nello scaricare gran parte della manovra sulla prossima legislatura. In dissenso dal Gruppo, la sen. Sbarbati, a nome della componente repubblicana, ha dichiarato di non partecipare al voto. La sen. Finocchiaro (PD) ha contestato in radice l'impostazione della manovra che non ha accolto nessuna delle richieste avanzate dal Gruppo per conseguire maggiore equità, regole più incisive e maggiore crescita. L'indisponibilità della maggioranza e la latitanza del Presidente del Consiglio rendono più evidente il merito delle opposizioni che hanno voluto dare la giusta risposta, in un momento drammatico, all'Italia di Giorgio Napolitano, un merito condiviso a dimostrazione della sussistenza di un'alternativa di governo credibile ed affidabile.
A favore della manovra ha dichiarato il voto il sen. Viespoli (CN-Io Sud) che ha esaltato la capacità di dialogo mostrata dal Parlamento e imposta con autorevolezza dal Presidente della Repubblica. Il sen. Massimo Garavaglia (LNP) ha parlato di straordinaria reazione di Governo e Parlamento ed ha sottolineato il contributo emendativo della Lega Nord a sostegno dei redditi più bassi e delle autonomie locali virtuose. Infine, il sen. Gasparri (PdL) ha richiamato lo scenario mondiale di crisi che colpisce l'Europa ma non risparmia neanche gli Stati Uniti d'America, a testimonianza delle grandi difficoltà che il Governo italiano ha dovuto affrontare conseguendo successi riconosciuti da tutti gli organismi e le autorità economico-finanziarie internazionali, peraltro senza mai introdurre misure da macelleria sociale né dimenticando la centralità della questione meridionale.
In precedenza il relatore, sen. Pichetto Fratin (PdL), aveva dato conto dei contenuti della manovra e delle modifiche concordate in Commissione grazie alle quali i saldi miglioreranno ulteriormente sia nell'anno corrente che nei successivi fino al 2014, anno nel quale l'Italia si impegna a raggiungere il pareggio di bilancio, anche se occorrerà assicurare l'ulteriore obiettivo di innalzare il tasso di crescita che si profila per i prossimi anni assai limitato.
Il relatore di minoranza, sen. Legnini (PD), ha espresso delusione per i risultati conseguiti in Commissione a causa dell'indisponibilità della maggioranza malgrado la grande prova di responsabilità fornita dall'opposizione.
Nel corso della seduta, il Presidente Schifani ha comunicato la costituzione del nuovo Gruppo parlamentare per il Terzo Polo nato dalla confluenza delle componenti FLI e API.
(La seduta è terminata alle ore 15:09 )