Mercoledì 8 Giugno 2011 - 563ª Seduta pubblica (Antimeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 09:32)
Prosegue in Senato la discussione del ddl n. 2156 recante disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione e dei connessi ddl nn. 2044, 2164, 2168, 2174, 2346 e 2340.
Conclusa la discussione generale con gli interventi dei sen. Incostante (PD) e Benedetti Valentini (PdL), che hanno riproposto alcune delle argomentazioni sviscerate ieri a favore e contro il provvedimento, i Sottosegretari di Stato per la giustizia Caliendo e alla Presidenza del Consiglio dei ministri Augello hanno dichiarato la disponibilità a valutare proposte anche dell'opposizione in grado di migliorare ulteriormente il testo. Sottolineato che il ddl si inquadra in un complesso di azioni che il Governo ha posto in essere nel corso della legislatura per combattere il fenomeno della corruzione, i rappresentanti del Governo hanno rilevato che l'inasprimento della sanzione penale, pure importante, non garantisce di per sé una soluzione, che va ricercata attraverso un'evoluzione del quadro culturale che assicuri ai cittadini e agli operatori maggiormente esposti la percezione quale disvalore generalmente condiviso dalle forze politiche non solo della corruzione ma anche di pratiche border line che permettono indebite forme di incidenza sull'attività della pubblica amministrazione. Il ddl governativo, il cui iter ha conosciuto tempi lunghi non per responsabilità del Governo, fornisce un quadro di prevenzione generale, assicura controlli mirati, introduce sanzioni specifiche e pone le basi per una semplificazione amministrativa che elimini quelle strozzature burocratiche che impediscono la trasparenza e consentono eccessi di discrezionalità.
Le repliche dei rappresentanti del Governo hanno spinto i sen. Finocchiaro (PD), Belisario (IdV) e D'Alia (UDC-SVP-Aut-UV-MAIE-VN-MRE-PLI) ad intervenire per manifestare apprezzamento rispetto alla dichiarata disponibilità a valutare gli emendamenti proposti, indispensabili per adeguare il testo alle esigenze che discendono dalla valutazione del fenomeno della corruzione sotto i profili economico, della prevenzione, istituzionale ed internazionale, profili da considerare oltre a quello della repressione penale che da solo non esaurisce il tema, come peraltro riconosciuto anche dal Governo. All'accusa che i ritardi nell'iter d'esame in Commissione sono da ascrivere alla responsabilità della maggioranza ha replicato il sen. Gasparri (PdL) che ha ribadito la grande importanza che Governo e maggioranza annettono al provvedimento e alla sua la rapida approvazione.
L'Assemblea è quindi passata all'esame dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti. Nel corso dell'esame dell'articolo 1, istitutivo del Piano nazionale anticorruzione, è stato respinto un emendamento proposto dalla maggioranza interamente sostitutivo dell'articolo che avrebbe assegnato maggiori poteri in materia al Presidente del Consiglio. Approvato invece, ma con il voto contrario della Lega Nord, un emendamento che obbliga coloro che occupano cariche pubbliche o assumono pubblici impieghi a giurare fedeltà alla Costituzione italiana al momento dell'assunzione. Alla luce della successiva reiezione anche del testo originario dell'articolo 1, il Governo ha chiesto il rinvio del seguito della discussione al pomeriggio onde poter approfondire la posizione da assumere. I sen. Finocchiaro (PD), Rutelli (API), D'Alia (UDC-SVP-Aut-UV-MAIE-VN-MRE-PLI) e Belisario (IdV) hanno invitato il Governo a ritirare il provvedimento, mentre i sen. Bricolo (LNP), Gasparri (PdL) e Viespoli (CN-Io Sud) hanno condiviso la richiesta del Governo.
Il seguito dell'esame è stato pertanto rinviato al pomeriggio, dopo l'informativa del Governo sui recenti attentati in Libano e Afghanistan che hanno coinvolto militari italiani.
(La seduta è terminata alle ore 13:48 )