Mercoledì 30 Marzo 2011 - 529ª Seduta pubblica (Antimeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 09:33)
Il Senato ha definitivamente approvato il ddl n. 2568 recante modifiche al codice di procedura penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e altre disposizioni a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori. Il ddl, identico al testo già approvato dalla Camera dei deputati, è stato scelto dalla Commissione di merito quale testo base rispetto ai ddl nn. 1129 e 1137 vertenti sulla stessa materia. Il ddl ha ricevuto il voto favorevole di tutti i Gruppi ad eccezione del Gruppo PD che si è astenuto.
In sede di dichiarazioni di voto finali, la sen. Baio (API), pur lamentando l'applicazione della nuova normativa soltanto a partire dal 2014, ha valutato il provvedimento giusto ed umano, soprattutto laddove innalza da tre a sei anni l'età del bambino al di sotto della quale non può essere disposta o mantenuta la custodia cautelare della madre in carcere. Importante anche la determinazione di strutture apposite per le detenute madri, anche sul modello dell'ICAM (Istituto a custodia attenuata delle madri) realizzato dalla Provincia di Milano.
Concordando sulla positività dell'esperienza dell'ICAM di Milano, il sen. Cardiello (Coesione naz.) ha rilevato come il testo costituisca un ulteriore tassello sulla strada indicata dalla legge n. 40 del 2001 che va rivisitata alla luce della sempre maggiore incidenza dell'immigrazione. Con l'intento di salvaguardare i diritti dei bambini, occorre facilitare la reintegrazione nella società delle detenute madri, ma senza far venire meno il carattere deterrente della pena.
Anche per la sen. Carlino (IdV) è fondamentale garantire il diritto dei bambini alla relazione familiare e alla continuità del legame affettivo. Il provvedimento va in tale direzione anche se avrebbe potuto essere migliorato in Commissione giacché restano forti dubbi circa la sua reale applicazione se non si metterà mano al necessario adeguamento delle dotazioni di personale e di quelle strutturali.
Il sen. Serra (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE) ha giudicato positivamente gli elementi fondamentali del provvedimento, che interviene con misure umane e necessarie per contemperare i diritti dei figli di detenute madri con le esigenze di sicurezza. Non si comprende però il motivo che ha spinto il Governo, su una materia per la quale sarebbe stata possibile ed auspicabile l'unanimità del Senato, ad assumere un atteggiamento di rigido rifiuto del contributo delle opposizioni.
Il sen. Mazzatorta (LNP) ha sottolineato come alla base del provvedimento vi sia esclusivamente la volontà di proteggere ed aiutare i bambini attualmente rinchiusi in carcere insieme alle loro madri, minori cui va assicurato invece uno sviluppo armonico della loro personalità. Resta comunque la necessità di una più puntuale disciplina delle case famiglia protette.
La sen. Della Monica (PD) ha evidenziato i motivi di reale insoddisfazione che hanno spinto il Gruppo a decidere il voto di astensione. Il ddl, sia per l'entrata in vigore prevista per il 2014 sia per una serie di lacune strutturali, rischia infatti di restare una legge manifesto incapace di dare attuazione all'impegno "mai più bambini in carcere" che il Parlamento e il Ministro della giustizia hanno dichiarato di voler assumere.
Infine, la sen. Allegrini (PdL) ha rimarcato con forza il diritto dei figli minori di madri detenute alla formazione libera e completa del proprio essere. In tal senso è necessario far sì che essi non siano più rinchiusi in carcere dove inevitabilmente subiscono traumi che rischiano di segnarli per la vita. Pur non dovendosi mai dimenticare il principio della certezza e della effettività della pena, il provvedimento rappresenta la migliore sintesi politica e tecnica possibile.
L'Assemblea ha quindi avviato la discussione del ddl, nel testo proposto dalla Commissione, recante nuove norme in materia di rappresentanza degli italiani all'estero. Il testo risulta dall'unificazione dei ddl nn. 1460, 1478, 1498, 1545, 1546, 1557 e 1990.
Il relatore, sen. Tofani (PdL), ha evidenziato come il testo unificato tenga conto del contenuto dei singoli ddl presentati e di quanto emerso nelle numerose audizioni svolte in sede di Comitato ristretto. Il provvedimento affronta pertanto sia la disciplina dei Comitati degli italiani all'estero (COMITES) sia del Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE).
La necessità di legiferare per aggiornare e adeguare la rappresentanza degli italiani all'estero, anche in vista dell'incombente rinnovo dei COMITES, è stata sottolineata dai sen. Micheloni, Randazzo (PD), Pedica (IdV), Alberto Filippi (LNP) e Fantetti (PdL). Il seguito della discussione è stata rinviata al pomeriggio.
(La seduta è terminata alle ore 13:14 )