Martedì 22 Febbraio 2011 - 506ª Seduta pubblica (Pomeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 16:34)
L'Assemblea del Senato ha avviato la discussione sulle comunicazioni del Governo sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale.
Il Ministro per la semplificazione normativa Calderoli, che ha tenuto a sottolineare come il federalismo abbia l'obiettivo di unire e non di dividere il Paese, ha anzitutto riassunto i principali contenuti della riforma, a partire dal passaggio epocale dalla finanza derivata alla finanza autonoma; i trasferimenti statali annui assegnati in base al criterio della spesa storica, infatti, sono sostituiti da tributi propri e compartecipazioni, con conseguente attribuzione al sistema delle autonomie della responsabilità impositiva e ai cittadini del potere di giudicare mediante il voto. Vengono eliminate o accorpate 10 delle 18 attuali forme impositive e le imposte locali diventano tracciabili. Il Governo non ha voluto reintrodurre l'imposizione sulla prima casa, mentre a partire dal 2014 saranno introdotte nell'ordinamento fiscale due nuove forme di tributi propri dei Comuni in sostituzione dei tributi esistenti: un'imposta municipale (IMU) che sostituisce ICI e IRPEF fondiaria e un'imposta municipale secondaria sull'occupazione di beni demaniali o del patrimonio indisponibile, anche ai fini pubblicitari. Resta ferma, anche a regime, la disciplina della cedolare secca.
Il Ministro ha giudicato infondata l'affermazione che il federalismo fiscale determinerà un aumento delle tasse locali, ha precisato che nessuna ulteriore imposizione viene introdotta per effetto del decreto e che anzi si determinerà una riduzione delle imposte. I Comuni saranno responsabilizzati in modo nuovo ed efficace nella lotta all'evasione fiscale. Nell'esercizio della delega è previsto un continuo dialogo con le autonomie e con tutte le forze politiche, così come aperto è stato il confronto parlamentare e serrato il dialogo con l'ANCI, il che ha garantito la massima condivisione possibile dei pilastri del federalismo fiscale e municipale: il processo di fiscalizzazione e la garanzia della perequazione necessaria per limitare disparità ai danni di territori con minor capacità fiscale.
Il Ministro ha quindi illustrato le modificazioni accolte dal Governo al testo dello schema di decreto approvato lo scorso agosto, modifiche concernenti l'autonomia tributaria, la perequazione secondo i fabbisogni standard, la responsabilizzazione degli amministratori locali.
Nel corso della discussione, cui hanno preso parte i sen. Vitali, D'Ubaldo, Incostante, Morando, Stradiotto, Barbolini (PD), Massimo Garavaglia, Vaccari, Mura, Bodega (LNP), Lannutti, Mascitelli (IdV), Galioto, Saro, Pastore (PdL), Gustavino (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE) e Astore (Par. Dem.), le opposizioni hanno lamentato come il decreto del Governo, malgrado il lungo iter parlamentare, costituisca un'occasione mancata per procedere ad una vera riforma dello Stato in senso federale, limitandosi ad un mero riassetto fiscale senza peraltro affrontare aspetti fondamentali come quello della perequazione tra aree del Paese diversamente sviluppate, senza i necessari interventi di snellimento sull'architettura istituzionale e con misure che favoriscono i proprietari immobiliari e che producono invece un incremento del carico fiscale su imprese, lavoratori autonomi e pensionati.
Conclusa la discussione, le dichiarazioni di voto sono state rinviate alla seduta antimeridiana di domani.
(La seduta è terminata alle ore 20:15 )