Martedì 14 Dicembre 2010 - 473ª Seduta pubblica (Antimeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 09:00)
Con 162 voti a favore, 135 contrari e 11 astenuti, il Senato ha accordato la fiducia al Governo Berlusconi.
In sede di dichiarazioni di voto, il sen. Bricolo (LNP) ha motivato il voto favorevole del Gruppo con la volontà della Lega Nord di continuare a perseguire l'obiettivo politico di cambiare il Paese concludendo il già ben avviato processo di riforme, a partire dalla piena attuazione del federalismo fiscale. L'attuale crisi politica disorienta i cittadini e la Lega ha mantenuto la sua granitica compattezza proprio per rispetto verso i suoi militanti ed elettori, dimostrandosi leale ad un Governo che ha ben operato ma che è stato sottoposto ad una incomprensibile azione di logoramento da parte del FLI. Nessuna credibilità può derivare da una iniziativa politica volta a costruire un preteso centrodestra moderno attraverso l'alleanza con l'UDC e con la formazione capeggiata da Rutelli, ex candidato premier per il centrosinistra e cofondatore del PD, con il solo intento di impedire il ritorno alle urne, unica alternativa possibile all'attuale Governo Berlusconi.
Il sen. Rutelli (API) ha dichiarato voto contrario sottolineando come l'ennesima fiducia richiesta dal Governo Berlusconi sancisca questa volta la conclusione di un'epoca politica e l'apertura di una fase caratterizzata dalla nascita di un nuovo polo moderato, composto da API, UDC, FLI e MPA, che si prefigge l'obiettivo di agevolare le condizioni per la creazione di una più ampia maggioranza di forze responsabili a sostegno di un Governo in grado di assumere iniziative coraggiose a favore della crescita, del lavoro, della competitività delle imprese, della tenuta dei conti pubblici e del completamento del processo riformatore. Proprio la mancata attuazione delle riforme promesse testimoniano il fallimento dell'esperienza del Presidente Berlusconi, chiamato oggi, immediatamente dopo il voto in Senato e nell'interesse del Paese, ad un atto di estrema responsabilità nella consapevolezza che le elezioni anticipate non potrebbero che produrre un Esecutivo ancora più debole.
Il sen. Viespoli (FLI) ha invece dichiarato la non partecipazione al voto dei senatori del Gruppo quale atto di ulteriore buona volontà per facilitare un percorso politico-parlamentare che induca responsabilmente il Presidente Berlusconi, subito dopo il voto in Senato, a recarsi al Quirinale per rassegnare le dimissioni, così consentendo l'apertura di una nuova stagione politica e la formazione di un nuovo e più forte Governo di centrodestra, anche al fine di modificare la legge elettorale per garantire pienezza alla manifestazione del consenso. L'attuale fase di crisi politica non nasce dalla presunta intenzione del FLI di provocare un ribaltone, pratica incompatibile con la storia e la cultura politica dei suoi aderenti, quanto dal venire meno, a causa di una decisione dell'Ufficio politico del PdL, del patto stretto con gli elettori fondato sul consenso ad un partito in cui confluivano due distinte storie politiche aventi identica dignità. La prosecuzione dell'esperienza dell'attuale Governo, magari sulla base di una maggioranza meramente aritmetica, sancirebbe la sconfitta di una leadership incapace di trovare sintesi politiche, provocherebbe un ribaltone di fatto rispetto alla volontà degli elettori e produrrebbe ulteriore instabilità per l'Esecutivo.
Il convinto voto contrario del Gruppo è stato dichiarato dal sen. Belisario (IdV), che da tempo denuncia il completo fallimento dell'azione politica del Governo. Il Presidente del Consiglio continua ad umiliare il Parlamento reiterando richieste di fiducia argomentate attraverso la rappresentazione di un Paese che non c'è e che lo ha ormai sfiduciato, come dimostrano le innumerevoli manifestazioni di protesta da parte di ogni possibile categoria di cittadini. Il premier più incredibile del mondo ha finora trattato l'Italia come una delle sue aziende e, nell'occasione della crisi in corso, è stato il mandante politico della più grande compravendita di parlamentari mai verificatasi. Dichiarando l'evidente fallimento dell'Esecutivo si restituirebbe serenità al Paese e speranza ai giovani e alle famiglie stremate dalla crisi economica.
Nel dichiarare voto contrario, il sen. Pistorio (MPA) ha denunciato il mancato rispetto da parte del Presidente Berlusconi dei chiari impegni assunti in campagna elettorale nei confronti del Sud, a dimostrazione di un Esecutivo dal baricentro fortemente sbilanciato a favore delle aree più ricche del Paese. Ne è testimonianza il sistematico saccheggio del Fondo per le aree sottoutilizzate, le cui risorse, con il falso pretesto di una presunta incapacità delle amministrazioni meridionali di utilizzarle, sono state dirottate su scopi diversi da quelli di istituto con il risultato di ampliare ulteriormente il divario tra il Nord e il Sud del Paese.
Anche il sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE) ha dichiarato voto contrario quale atto di lealtà verso gli elettori in coerenza con posizioni politiche che hanno collocato l'UDC all'opposizione nelle due ultime legislature. La verità infatti è che l'attuale sistema politico non funziona perché non garantisce efficienza né al Governo né al Parlamento. A nulla vale il tentativo del premier di assegnare all'Esecutivo meriti che non ha. Occorre prendere atto che la progressiva espulsione dei moderati da un centrodestra ormai populista impone l'apertura di una nuova fase politica per realizzare finalmente le promesse finora non mantenute sostenendo le famiglie e le imprese, completando la riforma federalista, garantendo lo sviluppo del Mezzogiorno, riformando la giustizia, assicurando risorse al comparto sicurezza. Per tutto ciò occorre dare vita a un Governo di unità nazionale e non certo tornare anticipatamente alle urne, soluzione che arrecherebbe un grave danno al Paese.
La sen. Finocchiaro (PD) ha dichiarato il voto contrario del Gruppo nella consapevolezza di essere dinanzi ad una tappa definitiva di una crisi tutta interna alla maggioranza e di cui il premier dimostra di non comprendere le ragioni. Il Presidente Berlusconi, sopravvalutando la forza del suo Esecutivo a causa di una errata interpretazione del dato elettorale, non ha onorato l'impegno di costruire una destra moderna ed europea, facendo precipitare l'Italia in una condizione di ingovernabilità testimoniata da una ormai diffusa tendenza all'autorganizzazione degli interessi vitali del Paese. Ponendosi come sempre al servizio del Paese, il PD, senza il quale nessun cambiamento politico è possibile, è disponibile ad un Governo transitorio e di responsabilità finalizzato in particolare al varo di una nuova legge elettorale, ma è anche pronto ad affrontare un'eventuale sfida elettorale anticipata.
Premesso che in politica la principale fonte di legittimazione è il consenso popolare, il sen. Gasparri (PdL) ha dichiarato il voto favorevole del Gruppo ad un Governo che ha saputo interpretare al meglio la competizione bipolare. Nella consapevolezza che la divisione del fronte moderato costituisce un grave errore politico, il Presidente Berlusconi ha offerto un nuovo patto di legislatura, una diversa articolazione della maggioranza, modifiche alla composizione del Governo, la disponibilità ad intervenire sull'attuale legge elettorale, il tutto finalizzato ad introdurre indifferibili riforme istituzionali e concludere il processo riformatore e di modernizzazione del Paese. In tal senso è da apprezzare l'atto di buona volontà dimostrato oggi dal FLI, ma resta inaccettabile la richiesta di dimissioni. Dalle opposizioni sono invece venute proposte tutte ispirate alla ritualità della vecchia politica, oltre che critiche infondate e perfino inverosimili, come quelle riferite all'azione del Governo sui fonti dell'economia, della sicurezza e della difesa del prestigio dell'Italia nel mondo.
In dissenso dai rispettivi Gruppi, hanno dichiarato di non partecipare al voto tanto i senatori della SVP, come indicato dalla sen. Thaler Ausserhofer che ha rilevato l'irresponsabilità di chi ha provocato una crisi di Governo nell'attuale contingenza di crisi economica mondiale, quanto la sen. Poli Bortone (Io Sud) che ha sollecitato il premier ad assumersi le proprie responsabilità nei riguardi del Mezzogiorno.
La seduta è stata quindi sospesa per consentire alla Conferenza dei Capigruppo di riunirsi. Alla ripresa, il presidente Schifani ha comunicato che la Conferenza concluderà i suoi lavori nella mattina di domani e che l'Assemblea è convocata alle ore 10 per conoscere il nuovo calendario dei lavori e per l'esame degli argomenti che verranno posti all'ordine del giorno.
(La seduta è terminata alle ore 19:02 )