Biblioteca - Matite appuntite

Pasquino

  • Il programma

    Il programma

    Dedicato dapprima esclusivamente all'umorismo di costume, dopo l'Unità il Pasquino trattò con sempre maggior frequenza temi politici e parlamentari con tipologie caricaturali non dissimili da quelle del Fischietto. Infatti sotto Cose parlamentari, Panteon Contemporaneo, Galleria Zoologica del Pasquino, La Settimana a Montecitorio e altri e numerosi titoli, il foglio offriva schizzi satirici riguardanti la politica e le vicende dell'epoca, adottando però toni delicati, tali che, come dirà De Amicis, "tutti gli avversari che Teja bollò nel Pasquino, gli possono stringere la mano".

    Anche gli articoli che comparivan, spesso sotto la rubrica Sguardo Politico, erano di frequente di carattere umoristico scherzoso, così come la rubrica Di palo in frasca, che raccoglieva brevi aneddoti, fatti curiosi e novità. Altro bersaglio dell'ironia del Pasquino erano gli aspetti della vita sociale, come le Mode: ad esempio nel n. 42 del 18 ottobre 1891 si ironizzava sulla moda che cambia, "coprendo", "gonfiando" e facendo "scomparire" ciò che prima sembrava essere in voga.

    Una delle personalità politiche stigmatizzate dai disegni di Teja è senza dubbio l'onorevole Agostino Depretis, "l'uomo del trasformismo". Depretis veniva ritratto come Visnù che scaccia sotto le ruote i leader della destra, definito come "affumicatore, sultano vezzeggiato dalle odalische destra e sinistra", "l'alchimista che profitta delle soluzioni di Montecitorio, e cerca la pietra filosofale del potere imperituro", oppure come il Camaleonte Stradellarius, o ancora come un gatto Nei solai di Montecitorio. In questo disegno viene raffigurato dormiente, perché saldo del sostegno di "topi" di opposta fede politica che ballano e si abbracciano, e minacciato solo dalla "scarpa chiodata" di Quintino Sella.

    Il foglio, per i primi quarant'anni sotto la direzione fortunata di Casimiro Teja, conservò nel tempo la sua connotazione satirico-umoristica, arricchendosi via via di contenuti: ad esempio compaiono sciarade, rubriche dedicate alla pubblicazione dei libri dal titolo Biblioteca, o alle novità in campo artitstico-teatrale, Colpo di Cassa. Progressivamente venne introdotto l'utilizzo di immagini a colori. L'eredità umoristica del Pasquino arriva a connotare ancora oggi le espressioni di uso comune. Infatti nel 1861 i mazziniani avevano preparato a Torino una dimostrazione, ma nel giorno fissato pioveva e la dimostrazione non si fece. Il foglio ironizzò sulla vicenda in una vignetta rappresentante tre uomini sotto un ombrello al riparo dalla pioggia e sotto la leggenda: "Governo ladro, piove!", da cui il detto che tutti conoscono.



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