Giovedì 13 Dicembre 2007 - 267ª Seduta pubblica (Antimeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 09:36)
Avviando l'esame del ddl n. 1903, che attua il protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale, il presidente della Commissione lavoro Treu (PD) ha dato conto delle ragioni per le quali la Commissione non ha potuto concludere l'esame in sede referente: il confronto è stato infatti condizionato dalla forte contrarietà della sinistra della coalizione di Governo che ha proposto la correzione di nodi importanti del testo con emendamenti il cui eventuale accoglimento avrebbe ripercussioni tanto nella maggioranza quanto con le parti sociali. La discussione, nonostante l'apporto costruttivo dell'opposizione, non ha quindi potuto condurre all'esame degli emendamenti e all'affidamento di un mandato a riferire all'Assemblea. Il Presidente della Commissione ha sottolineato l'origine e la legittimazione politica e sociale del testo in esame, che ricalca i contenuti di un accordo di grande portata con le parti sociali che ha ricevuto una massiccia adesione referendaria ed è stato modificato tenendo conto di alcune istanze poste dalle forze politiche.
Anche i senatori Bobba, Pegorer, Roilo, Ranieri, Zanone, Benvenuto, Adragna, Larizza, Mongiello, Livi Bacci (PD) hanno posto in rilievo la straordinaria prova di democrazia offerta dai lavoratori con la partecipazione al referendum che ha fatto segnare una schiacciante prevalenza dei voti favorevoli all'accordo sottoscritto dalle parti sociali. A sostegno del testo, hanno ricordato l'importanza delle misure introdotte, che stabilizzeranno per anni il regime pensionistico: l'abolizione dello scalone per le pensioni di anzianità, con la previsione di un meccanismo più elastico e graduale di allungamento dell'età pensionabile che combina età anagrafica e anni di contribuzione; l'aumento delle pensioni più basse; l'introduzione di nuove misure di protezione sociale per i giovani, quali quelle volte a potenziare il sistema di incontro tra domanda e offerta del lavoro, l'abolizione ldel avoro a chiamata e dello staff leasing, la stabilizzazione dei rapporti di lavoro che superino i 36 mesi, i fondi per l'accesso dei giovani al credito, i sostegni alle retribuzioni durante periodi di lavoro intermittenti, i sostegni per i giovani ricercatori, il cumulo dei periodi assicurativi riferiti a differenti regimi pensionistici, il riscatto della laurea a fini previdenziali. L'azione del Governo, che potrà prendere nuovo slancio dopo la verifica nella maggioranza prevista a gennaio, dovrà coerentemente proseguire con la riforma dell'intero sistema degli ammortizzatori sociali, con ulteriori misure sul terreno della lotta alle forme di lavoro precario e non tutelato, con l'introduzione del diritto alla formazione permanente e di nuove forme di protezione sociale per la famiglia e per le donne che lavorano, con la difesa del potere d'acquisto di salari e stipendi, il rinnovo dei contratti collettivi, l'attuazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro e con iniziative volte a favorire la crescita della produttività del sistema.
Critici, a volte con toni molto accesi, i senatori appartenenti alle componenti che fanno riferimento alla Sinistra Arcobaleno: le senatrici Pellegatta (Verdi-Com), Brisca Menapace (RC) hanno chiesto che la verifica di gennaio non sia limitata al tema della legge elettorale ed affronti invece temi fondamentali per la coalizione di centrosinistra, quali una nuova definizione dello Stato sociale, la questione salariale e la lotta alla precarietà; il senatore Giannini (Rc) ha negato che il Governo Prodi sia alternativo alle destre, ha sostenuto che l'accordo del 23 luglio è una controriforma pensionistica che raccoglie la filosofia della mondializzazione capitalista ed ha concluso invitando Rifondazione comunista a votare contro oppure a votare la fiducia e a ritirare la delegazione dal Governo.
Per l'opposizione sono intervenuti i senatori Baldassarri, Viespoli (AN), Poli (UDC), Morra (FI), Galli (Lega) e Stracquadanio (DCA-PRI-MPA). L'opposizione ha posto innanzi tutto un problema di metodo: il protocollo del 23 luglio è frutto di una concertazione limitata, esprime le posizioni di alcune parti sociali lasciando fuori pezzi importanti del sistema produttivo ed in particolare il lavoro autonomo. Nonostante la partecipazione dei lavoratori al referendum confermativo, quindi, la traduzione del protocollo pone un problema di rappresentatività che assume un carattere tanto più grave a causa del vero e proprio esproprio della potestà legislativa delle Camere cui si è giunti per lo sconcertante gioco delle parti tra le componenti della maggioranza che ha finora reso impossibile esaminare alcuna proposta di modifica al testo. Nel merito, l'opposizione ha richiamato criteri di contabilità intergenerazionale per sottolineare come le misure proposte concedano modeste agevolazioni agli anziani scaricandone i costi sulle future generazioni. Infatti, stante la necessità di allungare l'età pensionabile, si abolisce lo scalone, per mantenere vantaggi di pensionamento a favore dell'attuale generazione, che usufruisce del privilegio di pensioni computate con il retributivo, scaricando i costi (un aumento del debito di 10-14 miliardi di euro) sulle generazioni future, quelle che grazie al regime contributivo percepiranno pensioni pari al 30 per cento dell'ultima retribuzione. Non avendo il coraggio di sconvolgere la legge Biagi, che ha avuto effetti molto positivi in termini occupazionali, il Governo ha introdotto sotto la pressione della sinistra estrema modifiche marginali in tema di flessibilità, che avranno solo l'effetto di aumentare il lavoro nero. Sono stati inoltre posti dubbi sulla copertura del provvedimento, stante l'incertezza sul numero dei lavoratori addetti a lavori usuranti che avrebbero diritto al prepensionamento, che potrebbero essere più dei 5000 stimati dall'Esecutivo.
Il seguito della discussione è stato rinviato alla seduta pomeridiana che avrà inizio alle ore 16,30. Alle ore 18 il Ministro dei trasporti riferirà sulle vicende relative allo sciopero degli autotrasportatori.
(La seduta è terminata alle ore 13:45 )